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MotoGP | Zarco: “La Ducati ha un potenziale enorme, ma difficile da sfruttare”

Johann Zarco in sella alla Desmosedici sta mettendo in atto un sforzo continuo sia mentale sia fisico per un solo obiettivo: la vittoria.

Johann Zarco, Pramac Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Ottavo in campionato con 31 punti, Johann Zarco riconosce che il suo inizio di stagione è stato un po’ più complicato di quello dello scorso anno. Ora per il francese la sfida è un’altra, in un campionato che ha il calendario più lungo della sua storia. Quello che sembra più una prova di resistenza porta in molti a credere che la vera gerarchia della MotoGP si vedrà con l’inizio della stagione europea nelle prossime settimane. Tuttavia, il francese del team Pramac non condivide questa visione.

“No, non mi aspetto un cambiamento con le gare europee. Lo sforzo è sempre lo stesso ed è quello di fare più di ciò che credi di poter fare”, ha detto durante la presentazione del GP di Francia a Parigi tenutasi ieri. “È per questo motivo che non possiamo fidarci di niente, perché l’intensità di ogni sessione a volte va più in là di quello che la mente e il corpo possono sopportare. È abbastanza difficile e mi impedisce di poter dire davvero se ci sarà una gerarchia o meno. Così la vedo io, anche se penso che gli altri non la vedano in questo modo”.

Nessuno ha spiccato davvero nell’inizio del campionato e solamente due piloti sono riusciti a salire sul podio per due volte: Alex Rins, che ha conquistato due terzi posti, ed Enea Bastianini, che ha vinto due volte. “In confronto alle aspettative e a ciò che pretendo a ogni gara, l’obiettivo di essere almeno sempre sul podio non arriva”, riconosce. “È molto più difficile di quanto si pensi. Trovare le chiavi giuste sulla moto per sentirsi comodo per 40 minuti di gara è complicato. Ma il fatto di essere tenace, di provare a lavorare con molta diligenza, permette di crederci e di essere costante”.

Nella sua terza stagione in sella alla Ducati, Zarco riconosce che la moto è ancora in fase di costruzione: “Trovo questa Ducati fantastica e ha un potenziale enorme, ma purtroppo è molto difficile da sfruttare. Ancora non ho trovato la chiave per sfruttarla. Ho la capacità di andare molto veloce, ma senza sentirmi davvero comodo, questa mancanza mi costa molto. La mia fase di adattamento alla Ducati è sempre migliore, perché possiamo vedere che quest’anno, rispetto al 2021, siamo evoluti molto nelle aree in cui ero debole. Perdevo tempo in frenata, invece ora no”.

Johann Zarco, Pramac Racing

Johann Zarco, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Dal punto di vista tecnico, devo riuscire a trovare queste piccole chiavi per avvicinarla di più al mio stile di guida. È passato più di un anno e mezzo da quando ho parlato del discorso sull’adattamento, penso che esista un potenziale per andare molto forte, ma ancora non è facile al momento. Quando parlo di facilità è poter portare la moto come voglio, fare sorpassi o differenti traiettorie quando è necessario. Una facilità generale per poter gestire le gare e vincere, perché anche una vittoria richiede gestione”.

La vittoria è infatti l’obiettivo che rincorre Zarco: “Dici a te stesso che hai l’opportunità di gareggiare spesso per il podio, la velocità per esserci c’è, ma non c’è la facilità. Però se la facilità c’è...questa può essere la felicità. Bisogna saper analizzare molto bene il risultato di quel momento e trovarne il lato positivo, come questo nono posto ad Austin. Per me continua ad essere positivo perché è stato un gran premio molto difficile. Se pensi solo alla vittoria sei deluso dal nono posto. Per questo devi essere in grado di giudicare i risultati in maniera giusta in base al momento”.

E se fosse anche una questione d’età? Quando si fa il confronto con il suo compagno di squadra, Jorge Martin, Johann Zarco fa un passo indietro: “Ogni volta mi rendo conto che i piloti di 20 e di 30 anni non hanno lo stesso modo di pensare. Il vantaggio del pilota di 20 anni è che è più in grado di superare se stesso o di prendersi certi rischi. Molte volte questo succede, mentre a 30 anni e con l’esperienza a volte non rischi, ma non ti metti un freno. Forse per questo il mio adattamento o i risultati che si possono aspettare da me ci stanno mettendo di più ad arrivare”.

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