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Analisi

MotoGP | Yamaha: peggior inizio dal 2003 e se Fabio va via...

Dal 2004 ad oggi, la Casa di Iwata era sempre riuscita a portare i suoi piloti sul podio almeno due volte nelle prime quattro gare stagionali. I risultati sono deludenti, ma se non ci fosse Quartararo sarebbero da crisi profonda. Ecco perché la Yamaha non può permettersi di lasciarlo scappare.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

MotoGP

Appena un podio nelle prime quattro gare. Per trovare una partenza peggiore della Yamaha in MotoGP bisogna tornare indietro di quasi 20 anni, al 2003, a quella terribile stagione conclusa addirittura senza mai assaporare la gioia del podio. L'unica nella quale la Casa di Iwata non ha colto neppure una vittoria nell'era MotoGP.

Anche nel 2018, quando la prima ed unica affermazione arrivò solo a Phillip Island, alla 17° gara stagionale, il Mondiale iniziò con meno difficoltà, con Valentino Rossi sul gradino più basso del podio in Qatar e con Maverick Vinales a conquistare la piazza d'onore ad Austin.

Quello che poi deve preoccupare maggiormente in questo momento è che il secondo posto del Gran Premio dell'Indonesia è arrivato in una gara condizionata dalla pioggia. Anche se, ad onor del vero, la M1 era stata competitiva anche sull'asciutto a Mandalika, visto che Fabio Quartararo al sabato aveva interrotto la striscia di pole position della Ducati che durava dal GP di Aragon dello scorso anno.

In condizioni "normali", però, il ruolino domenicale è decisamente preoccupante: il miglior risultato è il settimo posto ottenuto domenica scorsa ad Austin dal campione del mondo in carica, al quale ha sommato l'ottavo di Termas de Rio Hondo ed il nono di Lusail. E questo forse è l'allarme più grande, perché lo scorso anno "El Diablo" vinse in Qatar e si arrese solo allo "sceriffo" Marc Marquez in Texas.

Cosa che di fatto ha confermato quelle che erano le sensazioni del pilota transalpino durante l'inverno. "Gli altri hanno fatto due passi avanti; noi abbiamo fatto solo mezzo passo", aveva detto alla conclusione dei test pre-campionato in Malesia, senza nascondere la sua delusione per l'assenza di quello step dal punto di vista tecnico che aveva invocato alla fine del 2021. Soprattutto sul fronte del motore, visto che la differenza di velocità di punta sulla concorrenza è ancora imbarazzante e la gara del Circuit of the Americas lo ha reso quanto mai evidente.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: MotoGP

Non deve stupire quindi che Fabio per il momento abbia ripetutamente rispedito al mittente i tentativi di rinnovare il suo contratto in scadenza alla fine dell'anno. Durante il weekend di Austin, il suo manager non ha nascosto di aver avuto contatti con altri costruttori. Cosa che è stata confermata anche dal diretto interessato, che durante la conferenza stampa di presentazione del Gran Premio di Francia di questa settimana ha detto di avere intenzione di prendersi tempo fino all'estate per decidere il suo futuro, aggiungendo un lapidario: "Bisogna studiare attentamente il mercato".

Che la Honda sia sulle sue tracce non è un mistero, ma la Yamaha dovrà fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per convincerlo a restare. Economicamente, ma soprattutto tecnicamente, perché fin dai test di Jerez dello scorso novembre Quartararo ha sempre ribadito che era quello lo snodo intorno a cui avrebbe gravitato il suo possibile rinnovo, anche se in molti, va detto, pensavamo che fosse solo un gioco al rialzo. Fabio invece ci aveva visto lungo e chiaramente in questo momento non è soddisfatto del pacchetto che gli è stato messo a disposizione dai tecnici giapponesi.

Nonostante questa situazione, la classifica non piange neanche troppo perché si ripresenterà in Europa al quinto posto nella classifica iridata, staccato di 17 lunghezze dal leader Enea Bastianini, con all'orizzonte piste molto guidate come Jerez e Le Mans, che potrebbero fare al caso della M1. Ma questo non fa altro che rendere chiaro quanto sia fondamentale per la Yamaha convincerlo a rinnovare: gli altri tre piloti del marchio - Franco Morbidelli, Andrea Dovizioso e Darryn Binder - hanno messo insieme la miseria di 23 punti in tre, contro i suoi 44.

Numeri che fanno capire quanto Quartararo sia il solo capace di sfruttare al meglio il potenziale, seppur limitato, della M1 2022. Cosa che viene riconosciuta anche dai colleghi. Su tutti da Dovizioso, che per salire sulla M1 ha rinunciato all'ambizioso progetto Aprilia, già vincitrice in Argentina quest'anno con Aleix Espargaro, trovandosi poi per le mani una moto che per sua stessa ammissione non è in grado di sfruttare.

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

E secondo il forlivese non è neanche solo un problema di motore: "Per me, la mancanza di grip al posteriore impone un certo modo di guidare. Si può essere veloci, Fabio è veloce, quindi non voglio dire che è impossibile esserlo, ma penso che si debba guidare in modo diverso per riuscirci".

"Con la Yamaha devi essere molto veloce a centro curva, quindi allargarti prima di inserire, mollare i freni e fare molta percorrenza. Io però sono uno che per caratteristiche ha sempre cercato di fare meno strada possibile, fin da quando correvo con le minimoto. La finestra in cui la M1 offre grip al posteriore è talmente stretta che se non si guida così, non si può essere veloci".

"Questa è una conferma di quanto nell'attuale MotoGP, se il tuo stile di guida non è adatto alla moto, non puoi performare. Per me è difficile guidare una moto senza grip in uscita di curva. Ma Fabio è bravo. Si sta comportando bene in queste condizioni fin dal suo debutto in MotoGP, perché il DNA della Yamaha è sempre stato lo stesso negli ultimi quattro anni. In questo momento però non basta neanche a lui per stare con i migliori, perché sta faticando più dell'anno scorso".

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Un concetto chiaro, per di più espresso dal pilota più esperto della griglia, da sempre noto soprattutto per le sue capacità analitiche, ma che nella classe regina può anche fregiarsi di 15 vittorie e di essere stato tre volte vice-campione del mondo. Che dice molto di quanto in questo momento Fabio sia realmente l'unico in grado di estrapolare tutta la performance della M1.

Una situazione che ricorda molto da vicino quella vissuta dalla Honda nel 2020, quando Marquez è stato costretto a saltare l'intera stagione  per infortunio e per ritrovare il gradino più alto del podio ha dovuto attendere il GP di Germania 2021, quando Marc iniziava a ritrovare la forma, ingoiando numerosi bocconi amari nel frattempo. La Yamaha per ora sta solo camminando sul ciglio del baratro, ma perdere Quartararo rischierebbe davvero di essere il passo definitivo verso il precipizio...

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: MotoGP

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