MotoGP | Yamaha: la M1 2024 cura la micro-aerodinamica
Fabio Quartararo nei test in corso a Misano dopo il GP di San Marino ha provato una M1 con il nuovo motore e una nuova aerodinamica facilmente riconoscibile dalle parti in carbonio non verniciate. Il lavoro in galleria del vento dei tecnici giapponesi si è concentrato nel rendere i tre elementi che definiscono il bordo d'entrata della carena, parti di uno stesso disegno che tende ad un'interessante integrazione per gestire nel modo migliore i flussi d'aria e generare più carico con minore resistenza.
Fabio Quartararo è stato l’incaricato di sviluppare la nuova Yamaha M1 che la Casa giapponese ha sviluppato intorno al motore che è stato curato da Luca Marmorini. L’ingegnere toscano si è perfettamente integrato nel sistema del Factory Team e non può essere considerato solo un consulente di lusso, quanto una pedina importante che si è inserita con lo staff coordinato dal figlio nel tessuto della squadra. Vedere Marmorini nei box con la cuffia in testa ascoltare le conversazioni radio è la riprova di certi cambiamenti di atteggiamento.
Questo potrebbe sembrare un cambiamento secondario, mentre esprime un diverso approccio della Casa di Iwata alla MotoGP: non si affida agli europei una parte del progetto (in questo caso il motore), ma si integrano i rinforzi nella matrice dei tecnici giapponesi per trarre la massima efficienza nell’integrazione fra quattro cilindri e la parte telaistica. I 6,5 km/h in più registrati sulla M1 evoluta rispetto a quella standar affidata a Franco Morbidelli, indica che qualcosa, forse, si sta muovendo nella giusta direzione.
La Yamaha M1 2024 che Quartararo ha testato a Misano
Photo by: Lorenza Dadderio
Il francese ha effettuato pomeriggio i primi giri su una M1 molto rivista nella veste aerodinamica, mentre non ha sorpreso per il resto, mostrando molte, troppe, somiglianze con la moto che ha chiuso ieri 13esimo nel GP di San Marino a oltre 15 secondi dalla Ducati Pramac di Yorge Martin.
La Yamaha M1 con l'aerodinamica 2024 provata da Quartararo nei test di Misano
Photo by: Lorenza Dadderio
L’intenzione è di trovare più carico aerodinamico sull’anteriore e, intorno a una carena nera carbonio sono apparse una serie di appendici. Dal cupolino di dimensioni piuttosto contenute sporge l’ala anteriore che ingloba un vistoso labbro che precede la presa dell’airbox. La soluzione KTM, che è stata omologata, ha fatto scuola, per cui il profilo ala è unico, anche nella vista frontale si vedono due nervature che separano i due flap dal becco dell’alimentazione.
La Yamaha si orienta verso uno disegno che è stato sviluppato dall’Aprilia, ma l’elemento caratterizzante è che il flap mono-plano si piega verso la carena, congiungendosi nella parte lanceolata agli altri dispositivi aerodinamici, in una cascata di elementi che nel bordo d’entrata della carrozzeria lega tre parti solitamente separate.
La Yamaha M1 2024 provata da Quartararo a Misano: l'ala anteriore è monoplano
Photo by: Lorenza Dadderio
La sensazione è che in Yamaha in galleria del cento stiano facendo un lavoro di micro-aerodinamica più integrato, tant’è che l’ala centrale (la Ducati ha quella che si chiama in gergo “asola”) è formata da un flap biplano con un soffiaggio che è molto inclinato e lavora in sinergia con l’estensione dell’ala anteriore. Anche il diffusore riprende il concetto di Borgo Panigale visto sulle Desmosedici: le due bocche rettangolari sono piuttosto grandi, determinando due orecchie che sporgono da una carena molto affusolata in basso.
Mentre altre squadre stanno provando un fondo squadrato con una superficie importante che può essere utile in partenza, quando l’abbassatore fa accucciare all’altezza minima l’intera moto, in Yamaha ancora preferiscono la più tradizionale forma a chiglia.
È lecito chiedersi se la Yamaha voglia procedere per gradi nella scoperta della M1 2024, permettendo a Quartararo di prendere confidenza con certe soluzioni, avendo il tempo per valutarle senza che i giudizi possano essere condizionati da altre novità. L’esperienza negativa di Misano proprio l’anno scorso deve aver insegnato qualcosa…
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