MotoGP | Yamaha vuole un team satellite: ecco chi è il suo obiettivo
Lin Jarvis, direttore di Yamaha in MotoGP, riafferma l’interesse del marchio nel recuperare il prima possibile il suo team satellite, “possibilmente per il 2024, altrimenti per il 2025”. Anticipa inoltre un cambio di rapporto tra il marchio e la sua seconda scuderia, presumibilmente VR46.
Una volta che RNF ha deciso di cambiare fornitore di moto diventando team satellite Aprilia per il 2023, Yamaha è rimasta senza tempo di reazione e senza opzioni per mantenere la sua struttura satellite in vista di questa stagione. Confermato l’addio di Suzuki, la Casa di Iwata è rimasta l’unica che gareggerà con due sole moto, circostanza non ideale nella situazione attuale, in cui lo sviluppo dei prototipi durante l’anno è diventato un aspetto cruciale.
Il costruttore giapponese è determinato a recuperare il prima possibile il suo secondo team, per quanto le limitazioni del mercato possano complicare un po’ questa operazione. Il recente accordo tra RNF e Aprilia e la tradizione che vige nei rapporti tra Pramac e Ducati da un lato e tra LCR e Honda dall’altro, portano a pensare che sia difficile che Yamaha possa inserirsi. Ancora di più se pensiamo che in entrambi i casi ci sono contratti in essere. Da parte sua, Gresini è l’unico che resta fuori alla fine di questa stagione, ma data la stabilità che la squadra gestita da Nadia Padovani ha trovato, non c’è alcuna intenzione di cambiare fornitore. Stando così le cose, la soluzione più sensata è immaginare un accordo tra Yamaha e VR46, per quanto anche la squadra italiana sia legata a Ducati per il 2024.
Questa ipotesi acquista un senso se teniamo in considerazione le tantissime variabili che possono entrare in gioco. Da un lato, la più evidente: il rapporto che c’è tra Valentino Rossi, proprietario della VR46, e la Casa dei tre diapason. Non bisogna dimenticare che VR46 gestisce la struttura Yamaha in Moto2 (MasterCampo) e ha un filo con il box del team ufficiale in MotoGP: c’è Franco Morbidelli, rappresentante proprio della VR46. Il romano è sotto la lente d’ingrandimento a causa della sua mancanza di rendimento e avrebbe tutto il censo del mondo se la squadra di Tavullia diventasse, come inizialmente doveva essere il team SRT (Sepang Racing Team), in un trampolino di lanci per i candidati che vorranno salire sulla M1 ufficiale.
Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing
Photo by: MotoGP
A coronamento di tutto ciò non va sottovalutato l’intervento di Jorge Viegas, Presidente della FMI, in occasione della riunione di fine anno, in cui ha parlato fin troppo chiaramente davanti ai microfoni: “Il team di Valentino passerà da Ducati a Yamaha nel 2024. Non c’è nulla di confermato ancora, ma l’idea è questa. È una cosa che condivido con voi, in modo che l’anno prossimo ci saranno 4 Yamaha e 6 Ducati in pista”, aveva commentato Viegas.
Quando Motorsport.com ha chiesto commenti su tali affermazioni e le prospettive del futuro a medio termine, Lin Jarvis ha preferito non rispondere a Viegas, ma ha offerto alcuni dettagli della strategia che vuole applicare per tornare a gestire quattro M1: “Non voglio fare commenti su ciò che ha detto Viegas, mi piacerebbe solamente che ognuno rispettasse la propria area in influenza”.
“È evidente che ci piacerebbe disporre di un team satellite il prima possibile, ma ci sono vari elementi da tenere in considerazione. Il primo di questi è che dobbiamo avere una moto competitiva per convincere chiunque che vale la pena cambiare moto. Poi dobbiamo essere in grado di offrire un buon accordo, con supporto a tutti i livelli. Infine bisogna rispettare i contratti dei possibili interessati e i suoi fornitori attuali. Se non possiamo concretizzarlo nel 2024, lo faremo nel 2025”, ha spiegato il direttore di Yamaha parlando con l’autore di queste righe nell’ufficio installato a Sepang durante i test collettivi di dieci giorni fa.
Da quando Ducati ha scelto la sua politica di estrema collaborazione con i suoi clienti, che considera alleati, sia Honda che Aprilia hanno abbracciato questa scelta. Fino al 2022, Yamaha vedeva il suo team satellite come un affare, una fonte di entrate in più. Prima con Tech3, poi con il team SRT e infine con RNF. Tuttavia, è innegabile che la competitività del mondiale è aumentata negli ultimi tempi, e rinunciare all’ottenere dati per una questione meramente di lucro non sembra il piano migliore. Questo ha portato Yamaha a cambiare il focus: “Non ci siamo concentrati direttamente su Ducati. Però il pacchetto che offriremo quando sarà il momento non sarà lo stesso che offrivamo cinque anni fa. I rapporti con i team satellite ora si sono stretti molto”.
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