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La Honda lotta contro il tempo per risolvere i problemi

Il motore è potente, ma difficile da gestire con il software unico: l'omologazione prima del Qatar inizia a far paura

Marc Marquez, Repsol Honda Team

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Repsol Media

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I test di Sepang hanno reso piuttosto chiara una cosa: la Honda ha seri problemi e non ha ancora capito quale sia la via giusta per provare a risolverli. Molto probabilmente la RC213V è la moto più potente sulla griglia della MotoGP, ma il guaio è che al momento non è stato trovato un modo per tenere tutti questi cavalli sotto controllo.

Il primo giorno di test si è chiuso con Dani Pedrosa ad un secondo da Jorge Lorenzo e Marc Marquez addirittura mezzo secondo più indietro. Martedì le cose sono andate leggermente meglio, ma la differenza di performance con le Yamaha è rimasta piuttosto evidente.

La stessa cosa è accaduta mercoledì. Il miglior giro di Marquez è stato più lento di 1"3 rispetto a Lorenzo e Pedrosa ha pagato 1"5. Nei fatti, in questo momento nel box Honda sembrano convinti che gli possa essere davanti anche la Ducati. I tempi che Lorenzo e Rossi ottengono con le gomme dure sono più veloce e costanti di quanto le RC213V non riescano a fare con quelle più morbide e questo ha fatto suonare parecchi campanelli d'allarme.

La priorità dei giapponesi ora è trovare un modo di rendere più dolce l'erogazione della potenza del motore, ma ad oggi anche i piloti sono dubbiosi di poterci riuscire con le limitazioni imposte dal nuovo software unico, che è molto meno sofisticato rispetto a quello factory di cui disponevano le RC213V nella passata stagione. I piloti avevano già chiesto un propulsore che fosse più simile a quello della Yamaha, ma la Honda non ha voluto rinunciare al suo DNA, che è sempre stato quello di ricercare più cavalli possibile.

"Visto che i problemi che avete sono piuttosto ovvi, pensi che sia meglio lavorare sull'elettronica ed il telaio o chiedere alla Honda di cambiare le caratteristiche del motore?" è stato chiesto a Pedrosa alla conclusione dell'ultima giornata. "Dobbiamo discuterne con la Honda, ma penso che ogni soluzione sia complicata al momento, anche se dobbiamo essere ottimisti" ha risposto lo spagnolo.

"Il problema è che siamo troppo lontani in termini di elettronica. La prima cosa da fare è lavorare su quella per cercare di capire cosa possiamo fare" ha aggiunto Marquez poco più tardi. "Il margine che ci separa da Lorenzo nei long run è un secondo ed è davvero tanto".

Ora però l'orologio lavora contro la Honda, perché la specifica definitiva del motore va omologata entro la prima gara della stagione, in Qatar, quindi entro il 20 marzo. In quel momento, infatti, i propulsori saranno congelati per il resto della stagione.

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