MotoGP | Tattiche in qualifica di Marquez: ora basta lamentarsi
OPINIONE: Il Gran Premio della Malesia dello scorso fine settimana ha messo ancora una volta sotto esame le tattiche di Marc Marquez durante le qualifiche, in cui guida deliberatamente in modo lento per scegliere un rivale a cui prendere la scia. La cosa ha diviso il paddock, che ha differenti opinioni, ma sia lui che la sua ultima vittima Franco Morbidelli suggeriscono che è ora di smettere di lamentarsi.
Non è un segreto che Marc Marquez sia in difficoltà con la Honda. Solo in questa stagione è caduto 27 volte, eguagliando il suo record per un singolo anno. I suoi risultati sono stati scarsi e il suo unico podio è arrivato sul bagnato a Motegi. Questo risultato è stato superato solo di poco da quelli ottenuti nella Sprint, dove è salito sul podio solo in due occasioni: in Portogallo, prima che le cose andassero male la domenica, e nella gara veloce in India, dove è stato favorito dalla carcassa più rigida al posteriore portata da Michelin per far fronte al caldo.
Le qualifiche del pluricampione del mondo sono state migliori, grazie allo stile che lo ha aiutato a mettere la Honda in posizioni dove non riesce ad andare in gara. Nell'apertura della stagione in Portogallo, ha addirittura conquistato la pole, mentre nei Gran Premi di Francia e d'Italia ha ottenuto la seconda casella della griglia.
All'epoca, il giro di pole di Marquez fu considerato geniale, visti i problemi sulla RC213V che si erano visti durante l’inverno. Ma quel giro è stato fatto con “l’aiuto” di Enea Bastianini, che ha fatto da riferimento permettendogli di mettere a segno un giro record. A Le Mans, aveva davanti a sé Jorge Martin e al Mugello ha seguito Pecco Bagnaia, qualificandosi secondo in entrambe le occasioni.
Tuttavia, questa non è una tattica nuova per Marquez. Negli anni in cui ha dominato, è stato abbastanza veloce da fare i tempi da solo. Ma anche in quel caso, si è divertito a giocare d'astuzia, costringendo i piloti che dovevano spingere per ottenere un tempo a fare le cose per bene, mentre lui si divertiva a farsi trainare per ottenere un buon posto in griglia.
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
The high point of Marquez's season came in taking pole in Portugal using his now tried and tested tow tactic
Non sempre però ha funzionato. In Malesia, nel 2019, ha cercato di fare la stessa cosa con Fabio Quartararo, rallentando nei giri di uscita e rallentando quando anche l'allora pilota del team Petronas SRT ha rallentato per far passare la Honda #93. In quell'occasione, ha lasciato cadere troppo calore dai suoi pneumatici ed è caduto alla Curva 2 quando ha iniziato a spingere. La caduta gli ha provocato una parziale lussazione della spalla e lo ha costretto a un altro inverno di recupero.
Marquez dice spesso che non gli piace il modo in cui deve affrontare le qualifiche con l'attuale Honda, ma la storia dimostra che non è sempre così quando si tratta di mettere sotto pressione un rivale. In Thailandia, ha fatto la stessa cosa con Jack Miller cercando di superare la Q1. Per tutta la sessione si è assicurato di avere la KTM davanti a sé, a un certo punto tagliando la strada a Takaaki Nakagami per mantenere la posizione in pista e rallentando quando l'australiano rallentava per tenere il suo pilota di riferimento davanti.
Marquez è stato criticato sui social media, ma Miller ha definito la questione come parte del gioco. La stessa cosa è accaduta in Malesia lo scorso fine settimana nella Q1, con Marquez che ha scelto Franco Morbidelli (che si era dimostrato veloce per tutto il weekend) come pilota da seguire. Lo scenario è stato simile a quello della Thailandia, con i due che hanno lasciato la pitlane in modo incredibilmente lento, mentre nessuno dei due offriva il traino all’altro.
A un certo punto, Morbidelli è stato visto in pista indicare verso il basso davanti a lui, come per segnalare a Marquez "questo è il pezzo di pista che stai cercando". Ma il tentativo di scrollarsi di dosso il rivale si è rivelato inutile. Morbidelli non è passato alla Q2, mentre Marquez è caduto nel tentativo di passare Augusto Fernandez. Questo ha reso il suo weekend, come ha detto il pilota della Honda, "fottuto", in quanto è stato costretto a scattare dal 20° posto della griglia.
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For Morbidelli the "no respect" part now covers the entire grand prix weekend
Sostenendo la sua innocenza, Marquez ha dichiarato: "Siamo entrati in quel tipo di gioco, ma questo succede quando si tratta di due piloti che si trovano in un momento difficile e non sono convinti di se stessi. Morbidelli non spingeva, io non spingevo, lui non spingeva, io non spingevo, ed è stato un peccato perché avevo un buon ritmo nelle prove libere due. Ma non stavamo spingendo e quando ho provato a farlo, lui mi ha seguito. Ho preso Augusto troppo presto e purtroppo per me ha chiuso alla curva 2. È normale, ha fatto il suo gioco e lo accetto. Ma quando ho cercato di superarlo, sono caduto".
"Il gioco". Questa è la frase chiave, perché fa parte del gioco. Morbidelli ha riassunto in modo piuttosto eloquente il perché. "In passato, i momenti di non rispetto in MotoGP, erano forse gli ultimi tre giri della gara", ha detto. "Ora il non-rispetto va dalla prima sessione del venerdì all’ultimo giro della domenica”.
"Inoltre era un giro che non stava migliorando, era già in Q2, e io ero fuori traiettoria perché ero sul cordolo, ma la sua reazione è stata notevole. Questo significa che c'è molta pressione e non c'è alcun rispetto per l'avversario. È così che funziona oggi in MotoGP e non sono io a fare le regole o a controllare il comportamento delle persone. Questo è il modo in cui è andato il gioco, e bisogna giocare secondo le sue caratteristiche. Al di fuori della pista non c'è molto, e i piloti sono bravi a mantenere la calma. Ma posso assicurarvi che in pista, fin dal primo giro di venerdì, si gioca forte".
Marquez ha aggiunto: "Questo è successo in passato, succede ora e succederà in futuro. Spero che l'anno prossimo mi seguano! Sarà un buon segno e lo accetterò, ma è normale che un pilota lento segua un pilota veloce. In passato è stato così. Ricordo centinaia di volte, Andrea Iannone, per esempio, che mi ha seguito. Molti piloti mi hanno seguito. Io spingevo, avevo la velocità, ero convinto di poter essere veloce. Ora non riesco a spingere e spero che la prossima volta questo problema si ripresenti. Ma come avete visto Martin, Bagnaia... Pecco stava trainando tutto il gruppo, nelle qualifiche. Fa parte del gioco e la gente può parlare molto, ma tutti lo fanno".
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Marquez's qualifying tactics are entirely within the rules
Ed è difficile non essere d'accordo con la valutazione di Marquez. Le lamentele non dovrebbero essere rivolte ai piloti, perché sono perfettamente in linea con le regole. In MotoGP, finché non si compromette il giro di qualcuno (considerato "guida irresponsabile") si è considerati corretti. All’inizio della Q2 in Malesia, Miller, Martin, Luca Marini, Maverick Vinales, Brad Binder e Johann Zarco sono stati visti percorrere il rettilineo posteriore, aspettando che l'altro facesse la prima mossa. Bagnaia è stato l'unico pilota a quel punto che ha tenuto duro, lasciando che gli altri si mettessero dietro.
La soluzione è sotto gli occhi della MotoGP, perché la guida (non una regola ufficiale, va sottolineato) per controllare questo tipo di comportamento esiste già nelle classi Moto2 e Moto3. Poiché si trattava di un problema di sicurezza molto importante soprattutto in Moto3, ora i piloti devono rispettare tempi minimi di percorrenza dei settori, evitando così il problema del traino.
Se qualcuno viene sorpreso a trasgredire, viene sanzionato, a partire da Lon Lap Penalty per arrivare progressivamente a una squalifica come sanzione più severa. C'è da chiedersi: se si vuole che i giovani piloti eliminino questo comportamento prima di arrivare alla MotoGP, sicuramente si deve applicare lo stesso sistema nella classe regina?
Fino ad allora, comunque, non cambierà nulla. E non date la colpa ai piloti, perché loro lavorano qui...
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