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MotoGP | Segreto Michelin: le gomme posteriori sono "stampate" in 3D!

Abbiamo avuto modo di visitare lo stabilimento di Gravanches, dove il fornitore unico della classe regina realizza gli pneumatici posteriori, scoprendo che è una sorta di enorme stampante 3D a dargli vita, con un processo automatizzato volto a standardizzarne la qualità.

Lo stabilimento della Michelin

L'asticella tecnologica si sta alzando sempre di più in MotoGP e per rendersene conto basta dare un'occhiata alla forma che hanno assunto le moto, con profili aerodinamici che ormai spuntano veramente ovunque, ma c'è una cosa che non cambierà mai: per essere competitivi, bisogna fare in modo che il proprio mezzo sia in grado di sfruttare le gomme.

Un aspetto ancora più importante quando si lavora in un regime di monofornitura. Un qualcosa che può far sembrare banale il lavoro di chi le gomme le produce, ma che in realtà rende tutto ancora più complicato, con la necessità di creare un prodotto che sia in grado di garantire alte prestazioni, un elevato standard di sicurezza, ma soprattutto che si possa sposare al meglio con i prototipi di ben cinque marchi differenti.

Proprio per questo motivo, le gomme sono anche l'elemento su cui è più facile per tutti puntare il dito quando le cose non vanno esattamente come sperato. Anzi, a volte gli attacchi sono anche piuttosto veementi, come è stato nel caso di Jorge Martin dopo il GP del Qatar, quando il pilota del Prima Pramac Racing ha parlato di "Mondiale deciso da una gomma", lamentandosi del rendimento della sua posteriore.

Ecco come si presenta la gomma all'arrivo a Gravanches

Ecco come si presenta la gomma all'arrivo a Gravanches

Photo by: Michelin

Per rispondere a questa situazione, la Michelin ha deciso di dare vita a quella che il direttore motorsport Matthieu Bonardel ha chiamato "operazione trasparenza": l'azienda di Clermont-Ferrand ha infatti aperto ai giornalisti le porte dello stabilimento di Gravanches, dove vengono prodotti gli pneumatici delle supercar stradali, ma soprattutto quelli posteriori della MotoGP, allo scopo di far capire la qualità e la tecnologia che c'è dietro alla realizzazione degli pneumatici che vengono portati in pista dalle moto della classe regina.

Ci è stato mostrato tutto il processo, da quando arrivano le materie prime in fabbrica a quando la gomma finita è pronta per essere spedita in circuito, e bisogna ammettere che ciò a cui abbiamo assistito è stato a tratti sbalorditivo. Sostanzialmente si tratta di tre fasi: la verifica della qualità delle materire prime, la realizzazione vera e propria degli pneumatici, ma anche un'ispezione in più fasi che deve certificare la validità finale del prodotto.

Le materie prime sono composte da fibre tessili e fibre metalliche, che servono a trovare il giusto compromesso tra durata, performance e sostegno nella realizzazione della carcassa, oltre che ovviamente dalla gomma, che nel caso di quella utilizzata per gli pneumatici della MotoGP viene prodotta proprio a Clermont-Ferrand.

Ecco come appaiono le strisce di gomma dopo il processo di estrusione.

Ecco come appaiono le strisce di gomma dopo il processo di estrusione.

Photo by: Michelin

La gomma arriva a Gravanches come se fosse un lungo "tappeto" largo circa mezzo metro. A questo punto, dopo aver verificato che effettivamente corrisponda alla composizione prevista, viene sottoposta ad un processo di estrusione, volto a realizzare delle strisce molto più sottili che vengono poi caricate su delle bobine.

Una volta giunti al momento clou, quello della realizzazione del pneumatico posteriore, si capisce poi che queste bobine non sono altro che delle "cartucce". La sorpresa, infatti, è che è una sorta di enorme stampante 3D a dare vita alle gomme della MotoGP: si parte da una base metallica che ha la forma della carcassa e su questa viene applicato materiale in senso longitudinale, radiale e trasversale in base alla composizione richiesta dalla gomma. Una volta terminata la fase di costruzione, si passa poi al trattamento termico finale, con l'intero processo che dura circa 35-40 minuti.

La gomma posteriore alla fine del ciclo di produzione.

La gomma posteriore alla fine del ciclo di produzione.

Photo by: Michelin

L'aspetto che è stato sottolineato principalmente è che si tratta quindi di un'operazione completamente automatizzata, che avviene sotto la supervisione di un addetto che ha modo di verificare in tempo reale che non ci siano anomalie (nel qual caso la gomma viene automaticamente scartata). Tutti gli pneumatici posteriori della MotoGP vengono realizzati da questo macchinario, proprio con l'obiettivo di avere alti standard di ripetibilità del prodotto, oltre ad una qualità molto elevata.

Qualità che viene sottoposta a tre diverse fasi di verifica. La prima avviene a pochi centimetri dall'uscita dalla "stampante", con un controllo visivo effettuato dall'addetto al macchinario, che si occupa anche di eliminare quei "trucioli" che rimangono attaccati al battistrada. Successivamente, la gomma viene portata all'interno di una macchina ai raggi X, grazie alla quale viene controllato che effettivamente la composizione sia quella corretta.

Il controllo visivo e la rimozione dei trucioli

Il controllo visivo e la rimozione dei trucioli

Photo by: Michelin

C'è infine il controllo di uniformità, che verifica le vibrazioni e le eventuali deviazioni del pneumatico. Si tratta di una prova che viene effettuata sia con la gomma nuda che in pressione, che poi viene ripetuta anche in circuito, per confermare che sia tutto a posto anche quando poi viene montata sul cerchio vero e proprio, che è differente da quello presente sul macchinario.

Ma non è tutto, perché per essere proprio certi che non ci siano intoppi nel processo di produzione, un pneumatico ogni 100 viene tagliato per toccarne con mano la qualità, verificando così il corretto funzionamento del macchinario. Insomma, per quanto una gomma che rende un po' meno del previsto possa sempre essere parte del gioco nel motorsport, è innegabile che la Michelin stia cercando di fare tutto ciò che è in suo potere per evitare che questo accada.

Il controllo ai raggi X del pneumatico

Il controllo ai raggi X del pneumatico

Photo by: Michelin

Per il momento, il processo automatizzato è riservato solamente alle gomme posteriori, che sono quelle per le quali l'aspetto prestazionale e di durata è fondamentale. Le anteriori, che invece basano la loro qualità principalmente sul feeling trasmesso al pilota, vengono ancora prodotte in maniera più tradizionale. L'obiettivo a medio-breve termine però è di implementare questa nuova tecnologia anche per l'anteriore.

Tra le altre cose, il responsabile in pista Piero Taramasso ha spiegato che tutti i piloti sono stati invitati ad andare a visitare lo stabilimento di Gravanches per toccare con mano la qualità e l'equità dei processi produttivi, ma che per il momento sono solamente un paio quelli che hanno accettato, ammettendo poi di essere rimasti colpiti positivamente da quello che hanno avuto modo di osservare. E, onestamente, è difficile dargli torto.

Lo stabilimento della Michelin

Lo stabilimento della Michelin

Photo by: Michelin

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