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MotoGP: scatta l'allarme sicurezza per le velocità troppo alte

I paurosi incidenti visti a Jerez hanno fatto scattare l'allarme tra i piloti per le velocità elevate raggiunte dalle MotoGP, ma convincere i costruttori a fare un passo indietro sembra davvero difficile.

La moto di Marc Marquez, Repsol Honda Team, dopo la caduta

La moto di Marc Marquez, Repsol Honda Team, dopo la caduta

Gold and Goose / Motorsport Images

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Per chiunque abbia guardato le prove libere nel paddock o in televisione lo scorso venerdì, vedere Marc Marquez e Pol Espargaro dirigersi verso le barriere alla curva 7 - una curva che si affronta a 181 km/h su una moto MotoGP - è stato sufficiente per far venire i brividi.

Entrambi i piloti Honda hanno perso l’anteriore delle loro RC213V in entrata di curva, per poi cadere sull'asfalto e successivamente sulla ghiaia prima di essere inghiottiti dall'AirFence. È stato un miracolo che nessuno dei due piloti si sia scontrato con la propria moto nell'impatto, un risultato che avrebbe quasi certamente portato alla tragedia.

Marc Marquez dopo la caduta nelle prove libere 3

Marc Marquez dopo la caduta nelle prove libere 3

Una volta superato lo shock, entrambi i piloti sono stati sostenuti dal resto dei piloti in griglia nella loro affermazione che era tempo di parlare di nuovo delle misure di sicurezza in atto in tutti i circuiti del calendario. L'opinione della maggioranza è che qualcosa deve essere fatto rapidamente riguardo alle fenomenali velocità raggiunte dalle moderne MotoGP.

Con molte zone di sicurezza limitate dalle caratteristiche fisiche dei circuiti, adesso devono essere presi dei correttivi sulle moto.

Le velocità massime sono state in aumento nelle ultime stagioni, ma soprattutto nel 2021. Le tre velocità più alte mai registrate in MotoGP sono state tutte ottenute in questa stagione. In cima alla classifica c'è Johann Zarco, che ha toccato 362.4km/h durante le FP4 in Qatar, seguito dal suo compagno di squadra Jorge Martin, che ha registrato 358.8km/h nel Q1 sulla stessa pista, mentre nel Q2 Jack Miller ha raggiunto 357.6km/h. Queste velocità strabilianti potrebbero essere superate entro la fine del mese, quando il lungo rettilineo del Mugello potrebbe facilmente consentire nuovi record toccando i 370km/h.

Johann Zarco, Pramac Racing

Johann Zarco, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La domanda se queste velocità siano eccessiva deve essere posta, e deve essere posta ora. Marquez ha costruito la sua carriera e la sua reputazione sul suo incredibile coraggio, e lo spagnolo ha pochi dubbi sull'urgenza della questione.

"Abbiamo bisogno di andare a 362km/h sul rettilineo in Qatar? Non credo," ha detto Marquez domenica, dopo aver terminato nono nella sua seconda apparizione della stagione. "Se continuiamo così, le via di fuga in ghiaia saranno troppo piccole in ogni circuito del mondo".

Gli incidenti che sono avvenuti in curva 7 a Jerez potrebbero essere legati semplicemente ad un punto particolarmente complesso del tracciato, ma piloti come Aleix Espargaro credono che si debba avere una visione più ampia.

"In questa occasione nessuno è caduto alla curva 12, ma ci sono solo tre metri di via di fuga lì ed è una curva dove si arriva a 200km/h", ha osservato il pilota Aprilia che è ansioso di vedere i circuiti adattarsi prima delle moto. "La tecnologia applicata in MotoGP è la migliore che ci sia e le moto stanno diventando più veloci e più aerodinamiche. I circuiti devono adattarsi per stare al passo con le moto".

Mentre le prime tre velocità più alte registrate in MotoGP sono state stabilite in questa stagione, è anche interessante notare che tutte le prime dieci posizioni della classifica delle velocità di punta appartengono alla Ducati. La Desmosedici è stata a lungo la moto più potente sulla griglia, e il dispositivo holeshot ha dato ai prototipi italiani ancora più grinta sui rettilinei.

Il meccanismo realizzato a Borgo Panigale nel 2019 è stato gradualmente adottato dal resto dei costruttori, ad eccezione della Suzuki, e permette di abbassare il baricentro sul posteriore della moto, limitando l'effetto impennata in partenza. Da due anni a questa parte, i piloti Ducati hanno potuto sfruttarlo anche durante le gare, sia in uscita di alcune curve che in fondo ai rettilinei.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Secondo Marquez, lo sviluppo di questi meccanismi indica la direzione verso cui sta andando la MotoGP e deve essere regolato prima che sia troppo tardi.

"Grazie al dispositivo holeshot i piloti possono abbassare il posteriore della moto sui rettilinei e forse in futuro saranno in grado di farlo anche con l'anteriore", ha detto. "Sono a favore delle Case che cercano di sviluppare i sistemi migliori, ma anche i piloti dovrebbero avere voce in capitolo. Abbiamo davvero bisogno di attivare il dispositivo di holeshot sui rettilinei?".

Per cercare di trovare un'opinione equilibrata sulla questione, Motorsport.com ha chiesto al direttore tecnico della MotoGP, Danny Aldridge, dove si colloca l'holeshot all'interno dello sport e delle regole.

"Stiamo monitorando la situazione ma è chiaro che il sistema non infrange il regolamento dato che è attivato dal pilota senza alcun aiuto elettronico", ha detto Aldridge.

Secondo il tecnico britannico sarebbe ingiusto vietare l’holeshot nei confronti di una Casa che ha inventato e sviluppato un meccanismo perfettamente legale, a meno che non rappresenti un rischio per la sicurezza. E questa è esattamente la questione che è venuta alla ribalta a Jerez.

"L'unica ragione per cui l'holeshot dovrebbe essere vietato è per motivi di sicurezza o se la MSMA lo proponesse", ha aggiunto Aldridge, che ha anche evidenziato la differenza tra questo dibattito e quello sulle ali".

"La ragione principale dell'intervento nei confronti delle ali era dettata dal loro profilo che rappresentava un pericolo in caso di incidente. Inoltre si era anche proposta la questione dei costi, perché la Ducati si presentava ad ogni gara con un nuovo design che era stato sviluppato in galleria del vento".

"Con l'holeshot questo problema non si pone dato che non è controllato elettronicamente ed il costo non è così alto".

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