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MotoGP | Scandalo India: visti assenti, lavoratori rimasti a casa

Il Gran Premio dell'India è in dubbio non solo per questioni di sicurezza, ma anche per gli intoppi burocratici. Molti addetti ai lavori sono stati costretti a rimanere a casa e perdere il volo per la mancanza di visti. Bloccati team, piloti e altri lavoratori che non hanno ancora ricevuto il lasciapassare per entrare in India.

Buddh International Circuit

Le grandi novità del calendario 2023 della MotoGP non sono mai state viste di buon occhio e, se il Kazakistan è presto uscito di scena, il Gran Premio d’India è stato confermato tra le polemiche e il malcontento degli addetti ai lavori. Tuttavia, oltre alle questioni sulla sicurezza per cui i piloti hanno alzato la voce e hanno deciso di unirsi per fare fronte comune (qui i dettagli), è sopraggiunto un problema burocratico molto importante: la mancanza dei visti.

Per entrare in alcuni paesi, tra cui l’India, è necessario avere un visto approvato dal governo, ma al martedì della settimana di Gran Premio, molti hanno perso il volo o sono stati respinti per la mancanza del visto che consentisse l’ingresso nel paese. Squadre, piloti e addetti ai lavori stanno cercando una soluzione per poter svolgere il proprio lavoro. Una situazione, quella che si sta vivendo all’interno della MotoGP, che contrasta decisamente con l’organizzazione di un campionato mondiale di livello come quello dei prototipi.

Gli enti indiani che sono preposti all’approvazione e validazione dei visti, si sono ritrovati a smistare una quantità di richieste negli ultimi giorni, arrivando a bloccare una burocrazia che aveva già visto qualche intoppo per l’omologazione della pista (che con tutta probabilità verrà fatta tra giovedì e venerdì). Per cercare di risolvere il problema e consentire ai lavoratori di entrare nel paese, Dorna e IRTA si sono coalizzati per cercare una soluzione aiutando gli enti indiani a velocizzare le procedure di visti.

A gridare allo scandalo sono stati proprio gli addetti ai lavori, che tramite tweet, storie su Instagram e diversi post apparsi sui social hanno denunciato la disorganizzazione e il malfunzionamento di un meccanismo che dovrebbe essere oliato per consentire a un campionato mondiale di proseguire nel suo regolare svolgimento. Voli (e soldi) persi, tempi che ormai iniziano a farsi sempre più stretti e difficoltà nel lavorare. In questo momento, arrivare in India per molti è semplicemente impossibile.

Se qualcuno è riuscito a raggiungere la meta del 13° appuntamento della stagione, molti sono ancora in attesa di ricevere il lasciapassare che consenta loro di poter semplicemente lavorare. Tra questi, diversi piloti: Collin Veijer, attualmente impegnato in Moto3, è tornato a casa una volta che al desk del check-in è stato respinto per la mancanza di visto. Anche Marc Marquez ha postato una storia su Instagram in cui si mostra in tenuta da bici e la didascalia recita: “Volo ritardato per la mancanza di un visto valido per il GP d’India. Quindi pedaliamo un pochino”.

Anche gli uomini e le donne di Ducati erano senza visto fino a poche ore fa, così come KTM, Fantic, Snipers e molti, moltissimi altri team di ogni categoria. Dalla MotoGP alla Moto3, passando per la Moto2, in tanti si sono recati al check-in dei rispettivi aeroporti di partenza per essere poi rispediti a casa. Visto lavorativo, visto turistico per chi si recava prima sperando in una breve vacanza… poco importa. Non si parte.

Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team

Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Al martedì di una settimana di gara extraeuropea, che dunque comporta una partenza anticipata per questioni di fuso orario e organizzazione, quest’ultima è proprio il tassello mancante. Il malfunzionamento del sistema sta mandando in crisi Dorna, che si sta impegnando con tutte le sue forze per poter arrivare a una soluzione. Gli enti indiani invece sembra che siano definitivamente crollati di fronte a un impegno così importante a cui non hanno saputo far fronte fino a queste ultime ore. A prova di questo c’è anche l’approvazione di visti con errori nei dati anagrafici (foto di persone diverse da quelle dei dati inseriti, ad esempio).

L’ingolfamento del sistema sta mettendo in discussione la credibilità degli organizzatori, che sono già stati messi sotto la lente d’ingrandimento per via dei problemi di sicurezza evidenziati dai piloti. Pista non omologata, muri che preoccupano e vie di fuga che sembrano troppo corte. I piloti si sono uniti in un fronte comune senza preconcetti, ma con il timore di scendere in pista in condizioni non ottimali. Per questo l’omologazione avverrà solamente giovedì, qualora i piloti riuscissero mai a raggiungere la destinazione.

Si attendono dunque gli sviluppi della situazione, che si sta diventando sempre più insostenibile per chi ha necessità di lavorare in un Gran Premio partito con i presupposti sbagliati già dall’annuncio della propria presenza in calendario. Weekend incerto fino alla fine, ancora oggi non è sicuro che si possa correre, e le preoccupazioni diventano sempre più reali a causa della vera e propria assenza dei protagonisti.

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