MotoGP | Rivola: "Brivio porterà vantaggi al progetto Aprilia"
Davide Brivio è il nuovo team principal di Trackhouse e la novità entusiasma Massimo Rivola. Il CEO di Aprilia sostiene che il suo arrivo porterà tanti vantaggi non solo alla squadra satellite di Noale, ma a tutto il progetto del marchio italiano.
Aprilia si sta dimostrando leader nel campo delle innovazioni tecnologiche, arrivando a competere con Ducati, pioniera delle novità. Anche a Sepang, la Casa di Noale ha fatto puntare tutti gli occhi su di sé, con soluzioni di stampo Formula 1 che hanno trovato approvazione dei piloti, vero banco di prova del lavoro in fabbrica.
Massimo Rivola, CEO Aprilia, ha osservato il suo team e i rispettivi piloti mettere in pratica le idee per la stagione 2024 della MotoGP: “Quest’anno non c’è nulla di speciale. Sicuramente la parte aerodinamica crediamo porti performance, e sulla nostra moto è stato chiaro dal 2020. Anche quest’anno abbiamo compiuto un passo in avanti, ma quando cambi da un punto di vista, fornisci ai piloti una moto che si potrebbe guidare in maniera diversa, quindi c’è bisogno di tempo per adattarsi”.
“Ogni anno abbiamo portato tante innovazioni, soprattutto dal punto di vista aerodinamico. L’innovazione è parte del DNA Aprilia e siamo contenti di continuare a farlo. Se poi queste funzionano o meno è un altro discorso. A volte hai i numeri, la galleria del vento… Ma quando vai in pista magari il feeling del pilota è completamente diverso”, prosegue Rivola.
Ma le grandi novità di Aprilia non riguardano solo la pista. È di ieri sera la notizia che Davide Brivio torna in MotoGP e lo farà in qualità di team principal Trackhouse. Il nuovo team americano, che debutta nella classe regina sostituendo RNF, avrà una collaborazione più stretta con Aprilia, di cui è satellite dal 2023. “Benvenuto Davide! Sono contento di considerarlo mio amico”, afferma con entusiasmo Rivola. “Sono sicuro che porterà tanti vantaggi all’intero progetto. Ha molta più esperienza di me, quindi sono sicuro che porterà qualcosa di bello”.
“È una bella notizia per Trackhouse, ma lo è anche per Aprilia. Lavoriamo a stretto contatto con questo team, abbiamo deciso di avere una sorta di progetto unico e avere Davide con noi è meraviglioso. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con lui”. La più stretta collaborazione tra le due squadre si può già vedere, perché Miguel Oliveira dispone di una RS-GP24, mentre più avanti toccherà anche a Raul Fernandez: “È molto importante avere tre moto ufficiali, perché non è che la nuova moto ha solo una spec, abbiamo diverse combinazioni e questo aiuterà. Quando Raul avrà la moto 2024, questo aiuterà. Più moto hai, più vantaggi puoi ottenere. Hai più dati, è questione di statistica. Quando Raul avrà la moto 2024? Non lo so, forse a metà stagione. Dobbiamo sederci e fare delle considerazioni. Generalmente durante la pausa estiva facciamo uno step, ma vedremo”.
Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Squadra che vince non si cambia, dunque. Aprilia sta costruendo una struttura solida e la continuità con i propri piloti è un elemento che Rivola ritiene fondamentale per la crescita tecnica e umana. Ma il mercato non perdona e bisognerà rimanere sempre vigili: “Penso che il mercato pazzo inizi molto presto e forse è già iniziato. Dico sempre che per me la stabilità significa performance. Quando cambi il pilota, magari cambi il capo tecnico, alcuni meccanici. Per quanto mi riguarda, mi confermo super contento dei piloti che abbiamo. Ma se qualcuno viene da noi perché vuole prenderci qualche pilota, dovrò essere pronto a reagire. Diciamo che sono contento, ma non mi adagerò. Bisognerà fare attenzione e capire in che direzione va il mercato e cosa fa”.
Se il mercato inizia sempre prima (riservando anche qualche colpo inaspettato), la stagione finisce sempre più tardi. Il calendario della MotoGP si sta ampliando, tra lo scontento di molti. Pit Beirer, boss KTM, ha proposto un calendario con un massimo di 18 gare, mentre Rivola cerca di dare una veduta d’insieme più completa: “Se chiedi alla mia famiglia, non si può non essere d’accordo con la riduzione! Ad essere onesti non abbiamo parlato con Dorna di questo. So anche che dobbiamo vendere qualcosa per il bene del motorsport come evento”.
“Devo anche dire che dopo un anno di esperienza con le Sprint, personalmente a fine anno ero distrutto! Il venerdì sei già nel mood qualifica, ogni weekend la domenica sera eravamo stanchi. Le decisioni sono dure, pensando al 21 o 22 fine settimana, che significa più di 40 gare, è tanto. Sicuramente averne di meno è un vantaggio. Se è buono anche per il motorsport, è qualcosa di cui dobbiamo discutere anche con Carmelo. Forse meno gare in Italia, in Spagna, in Europa… E andare a correre dove sono i soldi, anche se suona brutto”, afferma il CEO Aprilia.
La MotoGP sta crescendo, si sta evolvendo dal punto di vista tecnologico e di sostenibilità. Nel 2027 cambieranno alcuni aspetti del regolamento e si proverà a mettere un freno a tutti quegli aspetti che stanno estremizzando la categoria: “Stiamo ancora discutendo con la MSMI. Sembra che le moto siano più lente. Ora sono abbastanza veloci, quindi non è una cattiva notizia andare più piano. Cosa vorrei vedere? Meno aerodinamica, meno devices. Vorrei tornare a dare ai piloti il ruolo predominante. Se si tratta di togliere questa aerodinamica per il bene dello spettacolo e del motorsport, sono favorevole. Non possiamo stare in questo business se non riusciamo a generare interesse. Se ora le gare diventano meno entusiasmanti per colpa dell’aerodinamica e dei dispostivi, riduciamo tutto. Credo che quest’anno le gare saranno piuttosto interessanti, in base a quello che stiamo vedendo, con tutti i costruttori che stanno portando in pista novità”.
Questo potrebbe portare a far entrare nuovi costruttori in una MotoGP che diventa più attrattiva? “Lo spero! Ho visto che BMW sta andando molto veloce in Superbike con Toprak Razgatlioglu. Sarebbe bello. Ovviamente abbiamo bisogno di più costruttori rispetto ai team satellite, con tutto il rispetto per gli investimenti. Ma per il bene del motorsport, dobbiamo rendere tutto più grande. Meno tecnologia più facile? Forse. È un buon punto di vista, non so se Kawasaki o Suzuki vogliano tornare, ma sarebbe bello avere più marchi”.
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