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Analisi

MotoGP | Quattro piloti per tre moto: il mercato 2023 è incandescente

Dopo l’annuncio di Alex Rins con LCR, e in attesa che Honda ufficiale confermi l’ingaggio di Joan Mir, sono quattro i candidati alle tre moto che ancora non hanno un padrone in vista del 2023.

La partenza

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

A poco più di due settimane dalla ripartenza del mondiale a Silverstone (il 7 agosto), sembra proprio che la griglia di partenza della MotoGP del 2023 si formi presto e che venga tutto chiuso nell’imminenza. Dei 22 prototipi che correranno il prossimo anno (Suzuki lascia il campionato), ce ne sono otto che ancora non sono stati assegnati, per quanto quattro di questi siano già “fermati” o non abbiano alcuna influenza sul resto delle operazioni, molto più aperte.

Joan Mir sta ultimando il suo arrivo al team ufficiale Honda come compagno di squadra di Marc Marquez. Jorge Martin ed Enea Bastianini si giocheranno fino a fine agosto la promozione al team di fabbrica Ducati. Ma il pilota che ne uscirà “perdente” dal duello, ha un posto assicurato in Pramac. I buoni risultati ottenuti da Fabio Di Giannantonio prima della pausa estiva gli garantiscono la conferma nel team Gresini.

Andrea Dovizioso ha già chiarito che non ha intenzione di continuare a correre, quindi sono quattro i candidati per le tre moto che ancora non hanno il nome del proprio pilota. Tra Miguel Oliveira, Raul Fernandez, Remy Gardner e Darryn Binder, il portoghese è colui che ha maggiori opzioni. Oliveira inoltre è anche in grado di scegliere se vuole continuare a correre con la KTM (in questo caso Tech 3) con Pol Espargaro come vicino di box (ancora non è ufficiale, ma lo sarà a breve) o firmare per RNF, la struttura satellite di Aprilia dal prossimo anno.

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Da ciò che farà Oliveira dipenderanno altri movimenti, che influiranno sul futuro dell’attuale coppia Tech 3, formata da Fernandez e Gardner, e da Darryn Binder, la cui principale fonte di contrattazione è la borsa di soldi che porta. Nel caso di Fernandez e Garnder, il loro problema principale è il loro attuale marchio, che non sta rendendo le cose facili nel cambio. KTM blinda le proprie operazioni con contratti che, per dirla in modo semplice, trasformano i propri piloti in pedoni che sono alla mercede di ciò che il costruttore austriaco vuole fare con loro.

Gli altri marchi sono consapevoli di questa situazione, ma in nessun caso entreranno in conflitto con la Casa di Mattinghofen, una delle più influenti del paddock tenendo in conto le multiple ramificazioni.

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