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Intervista

MotoGP | Quartararo: "Yamaha ha poco tempo per convincermi a restare"

Il pilota della Yamaha ha concesso un'intervista esclusiva a Motorsport.com, nella quale ha raccontato come ha vissuto l'anno più difficile della sua avventura in MotoGP, ma anche cosa si aspetta dalla Casa giapponese in un 2024 che sarà un anno fondamentale per il suo futuro.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Da giocarsi il Mondiale fino all'ultima a chiudere solo 10°, per di più senza neppure una vittoria, il passo sembra molto lungo. Eppure Fabio Quartararo lo ha vissuto sulla sua pelle ed anche in un lasso di tempo piuttosto ristretto. Il pilota della Yamaha è stato campione del mondo nel 2021, ma nella seconda parte del 2022 ha già iniziato ad intuire l'incubo in cui stava per sprofondare, dovendo fare i conti con una Ducati che ha permesso a Pecco Bagnaia di recuperare i ben 91 punti di margine che aveva accumulato nella prima parte della stagione.

Nel 2023, ad una Rossa imbattibile ha fatto da contraltare una M1 che invece ha fatto un po' il passo del gambero, diventando una moto che è stata in grado di battagliare per il podio in rarissime occasioni e che non ha mai avuto una concreta chance di accarezzare anche solo l'idea della vittoria. Una situazione con cui non è stato assolutamente semplice convivere, che "El Diablo" ha raccontato in un'intervista concessa a Motorsport.com, parlando anche delle sue speranze per il futuro, che dovrà decidere nella prima parte del prossimo anno, visto che poi andrà in scadenza il suo contratto con la Casa di Iwata.

L'anno scorso ha lottato per il campionato, ma fin dall'inizio sembrava che non potessi vincere nel 2023. A che punto ti sei reso conto di questo?
"Onestamente, fin dalla prima gara. Anche l'anno scorso non mi aspettavo di lottare, ma ovviamente come pilota le aspettative sono molto alte, non bisogna mai mollare in ogni situazione. E la prima parte della stagione, fino a metà, è stata dura perché non mi sarei mai aspettato la situazione in cui mi trovavo, perché chiaramente finendo in P10, P17, persino P7, a volte ero sempre frustrato e mai contento delle mie posizioni. A volte la mia guida era davvero buona, ma chiaramente era quello il potenziale che avevamo. Quindi, questo era qualcosa che dovevamo accettare. Ma la seconda metà della stagione è andata molto meglio, dando il mio 100% e basta. Ma come pilota è stata davvero dura per me, soprattutto la prima metà della stagione".

A Misano hai detto di esserti sentito troppo arrogante nei tuoi commenti sulle prestazioni della Yamaha. Cosa ti ha spinto a cambiare mentalmente per renderti conto di questo e iniziare ad accettare la tua situazione?
"Sì, come ho detto sono stato arrogante... Non in senso negativo, ma per migliorare. Naturalmente, come ho detto, non ho mai accettato di essere in quella posizione, volevo spingere la Yamaha al limite. Quindi, il modo in cui lo facevo non era quello giusto. Ma voglio sempre essere al top, essere il numero uno, e quindi, anche per la mia esperienza di essere in quella posizione, di fare semplicemente del mio meglio. Non ci sono aspettative per ogni singola gara. Naturalmente, cercare di essere in Q2 il venerdì è l'obiettivo principale del weekend, senza pensare alla P6 nella gara di domenica. Essere in Q2 il venerdì è l'obiettivo principale di ogni singolo weekend. Ma è difficile accettarlo e anche adesso, pur essendo migliorato, non ho mai accettato questa sensazione. Anche a Mandalika, quando ero il più veloce e non riuscivo a sorpassare, ho chiuso terzo. Certo, non sono salito sul podio per molto tempo. Ma non ho mai accettato questa posizione".

È una sensazione positiva non accettare la situazione in cui ti trovi?
"Sì. La motivazione che ho per tornare... Sai, quando non sei mai stato nei primi posti, non sai mai cosa si prova. Quindi, se sei sempre stato in P5, P6 e finisci in P7, P8, più o meno puoi accettarlo. Ma quando assapori, negli ultimi quattro anni, la lotta per la vittoria e il podio in ogni singolo fine settimana ed ora finisci in una posizione così bassa, l'unica cosa che vuoi è tornare alla vittoria. Sono affamato di vittorie e questo è sempre positivo. Penso che sarà un grande ritorno perché sarò di nuovo lì al mio posto".

L'anno scorso siete riusciti a contrastare Pecco e la Ducati. Nessuno è riuscito a farlo nel 2023. Quindi, questo ti dà maggiore fiducia nel fatto che, una volta ottenuta la moto di cui hai bisogno, potrai fare la differenza per essere di nuovo in lotta?
"Ad essere onesti, era chiaro fin dal 2021, l'anno in cui ho vinto il titolo, che la moto era peggiore, non era allo stesso livello. Ma avevamo comunque alcuni aspetti positivi e negativi. L'anno scorso per me, anche se sono arrivato secondo, è stato l'anno migliore perché la moto era chiaramente peggiore. Ma ora la differenza è troppo grande e non posso fare la differenza. Quindi, sì, dobbiamo analizzare bene tutto, dove dobbiamo migliorare e sarà una grande sfida per la Yamaha per il 2024".

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Crutchlow (il collaudatore) ha detto in Giappone che la moto ha bisogno di una migliore accelerazione, piuttosto che della velocità massima. Sei d'accordo con questa affermazione? Dove deve arrivare il grande miglioramento?
"Alla fine, per me, la velocità massima è importante perché se non hai la potenza non puoi usare più aerodinamica. Quindi, si tratta di qualcosa di molto importante, ma poi il turning che avevamo in passato non c'è più. Quindi, è qualcosa che dobbiamo recuperare. Quello della moto 2019 era pazzesco e mi ha aiutato molto. Ma abbiamo perso molte cose e ne abbiamo guadagnate poche. Non è normale che dopo quattro anni si controlli il tempo sul giro in Thailandia o su altre piste, e il mio tempo sul giro è stato esattamente lo stesso di quattro anni fa, ma sentendomi molto più al limite ed essendo un pilota migliore rispetto a quattro anni fa. E ora abbiamo anche più potenza del 2019. Quindi, dobbiamo trovare un modo per mantenere gli aspetti positivi e migliorare sempre, perché ora facciamo sempre un passo avanti ed uno indietro. E non riusciamo mai a mantenere gli aspetti positivi che otteniamo. Li perdiamo sempre in un modo o nell'altro".

Conosciamo i problemi che hanno avuto i costruttori giapponesi. Ma hai sentito una spinta all'interno della Yamaha per cercare di lavorare in modo diverso e provare cose nuove?
"Come sapete, il test di Misano è stato molto importante per me, anche per mantenere la calma. Naturalmente, non è stato un grande test per noi. Quindi, i due test di Valencia e Sepang saranno davvero importanti per il mio futuro e soprattutto voglio tornare sul podio regolarmente, per poter lottare per il podio ogni singola settimana. Essendo in questa posizione, non posso aspettarmi di vincere ogni fine settimana, ma lottare più spesso per il podio sarebbe fantastico, perché siamo troppo lontani per pensare di poter dire 'ok, l'anno prossimo lotteremo per il campionato'. Certo, questo è il mio obiettivo, ma essendo realistici dobbiamo pensare passo dopo passo e riuscire a lottare per alcune vittorie e molti più podi l'anno prossimo è davvero importante e significherebbe che la Yamaha ha fatto un ottimo lavoro".

Per te è importante poter vincere ancora con la Yamaha. Vuoi che questo rapporto vada oltre il 2024 o, come Marquez, sei concentrato solo sulla vittoria?
"Naturalmente, come pilota, la Yamaha mi ha dato l'opportunità di essere in MotoGP. Ho dato loro un titolo. Il rapporto è buono. Come pilota, mi piacerebbe tornare a vincere con la Yamaha. Abbiamo avuto degli alti e bassi e mi piacerebbe tornare in alto. Ma il fatto è che abbiamo un tempo molto, molto breve per farlo, soprattutto per convincermi che si tratta di un progetto vincente. Naturalmente, se riterrò di non avere un progetto vincente e dovrò andarmene, è ovvio che dovrò fare quel passo. Ma vedo che la Yamaha sta spingendo molto e mi piacerebbe tornare in vetta alla classifica con loro".

La tua stagione è stata simile a quella di Marc. La situazione di Marc ti ha aperto un po' gli occhi sul fatto che puntare ad un'opportunità in un team satellite se senti di dover cambiare è possibile? Osserverai con interesse il suo 2024 per le tue decisioni future?
"Sì. Naturalmente è molto interessante per me vedere cosa succederà l'anno prossimo con Marc. Ma soprattutto con il mio compagno di squadra Franco (Morbidelli), che è stato il mio compagnoda quando ho iniziato a correre in MotoGP; ho avuto un semestre con Maverick (Vinales), ma fondamentalmente Franco è stato il mio compagno di squadra per molto tempo. Sono quindi curioso di vedere cosa farà con una Ducati ufficiale e quanto velocemente riuscirà ad adattarsi, visto che è rimasto gli stessi anni che ho passato io su una Yamaha. Sarà una prima metà del 2024 importante per me".

L'anno prossimo Rins si unirà alla Yamaha. Cosa speri che Alex porti con sé?
"Sarà l'unico pilota a guidare tre moto diverse in tre anni. L'anno scorso ha guidato la Suzuki, quest'anno la Honda e l'anno prossimo la Yamaha. Quindi, ha guidato la quattro cilindri in linea, la V4, e torna alla quattro cilindri in linea. Il suo sarà un commento molto importante per noi: come girava la Honda, come girava la Suzuki. Ad essere onesti, non appena sarà in Yamaha avrò molte, molte domande da fargli. Naturalmente, per il primo test no. Ma dopo sarà molto importante per me avere domande chiare per sapere come migliorare durante la stagione. Alex è una persona che conosco da moltissimi anni ed è anche un grande pilota".

Dall'esterno sembra che tu abbia ancora una vita molto bella e che dia maggiore priorità a questo aspetto da quando la tua vita agonistica è stata difficile. Quanto ti ha aiutato a mantenere la calma nel 2023?
"Sai, quando andavo via dalle gare, stavo davvero male per quattro-cinque giorni a casa. Non mi stavo godendo la vita reale. Pensavo al perché le cose non funzionassero, al perché non potessi tornare, al perché nulla stessero migliorando. Anche al di fuori delle gare pensavo sempre in modo negativo. E questo è un aspetto che adesso, qualsiasi cosa accada la domenica, grande risultato o cattivo risultato, il lunedì spengo. Voglio divertirmi con la mia famiglia, i miei amici, allenarmi bene, essere in salute e questa per me è la differenza principale. Naturalmente, quando sono in un weekend di gara sono arrabbiato perché voglio sempre essere migliore. E penso che se diventassi troppo calmo, sarebbe perché non mi interessa. E anche se si tratta di passare dalla P8 alla P7, darò tutto. E, ad essere onesti, potrei dire: 'Beh, non mi importa nulla della P8 o della P7'. Ma questa è la mia mentalità, essere sempre davanti, e penso che questo sia qualcosa di grandioso dal mio punto di vista".

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