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MotoGP | Quartararo lancia l’allarme Sprint Race: “È una giungla”

Molto critico verso il format della Sprint Race introdotto quest’anno in MotoGP, Fabio Quartararo è preoccupato dal pericolo che genera questa gara ed è convinto che presto ci sarà “un grosso incidente”.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo ha espresso apertamente la sua disapprovazione per il nuovo format della MotoGP, che ha visto l’introduzione della Sprint Race il sabato. Come molti altri, non era entusiasta della novità quando è stata annunciata la scorsa estate, ma il campione del mondo 2021 aspettava di vedere come sarebbe stato per i piloti, e dopo quello che ha visto a Portimao questo pomeriggio la sua opinione è molto chiara.

Così, quando ha incontrato la stampa mezz'ora dopo il traguardo e gli è stato chiesto se gli fosse piaciuto il format, la sua risposta è stata: "No, per niente!” E ha proseguito lanciando l’allarme: "Ci sarà un grosso incidente. Presto. È una giungla. Non è come le gare delle auto, dove quando ci si tocca non è un problema ed è molto più sicuro".

 

"Per fortuna non è successo nulla, ma ci sono ancora 20 gare sprint da disputare. Non mi piace affatto", ha aggiunto il pilota della Yamaha, ritenendo che questo format spinga i piloti a essere estremamente aggressivi. "Oggi sono stati solo Marini e Bastianini a cadere nel contatto, ma in futuro ci saranno chiaramente molte più cadute”, ha avvertito.  

“Non sono sorpreso", ha aggiunto a proposito dell'aggressività evidente in pista. "Sono 12 giri. Fare due gare da 25 giri sarebbe difficile fisicamente, ma in 25 giri si ha un po' più di tempo. Ora, se perdi tre posizioni, sei rovinato. Penso che per la sicurezza sia meglio fare due gare da 25 giri che una da 12. Non voglio lamentarmi, ma in fin dei conti è una questione di sicurezza. Non è un problema toccarsi. Negli ultimi giri, con Alex Marquez, ci siamo toccati tre o quattro volte, ma non è un problema, è la gara. Ma nei primi giri la situazione stava diventando pazzesca. Per i piloti è normale, ma noi siamo su moto che a volte reagiscono in modo tale da non poterle controllare. È così che vanno le cose. Questo è quello che penso, ma non voglio essere troppo coinvolto in questo".

Pur essendo contrario al format, Fabio Quartararo si sente anche impotente: "Non abbiamo alcun potere. Chi decide? Loro. Noi facciamo tante cose, ma le modifiche le facciamo sempre dopo e alla fine non ha senso parlare".

 

Una partenza negativa e nessun punto in tasca

Per quanto riguarda la sua prestazione personale, il pilota della Yamaha può avere dei rimpianti, dato che un problema tecnico ha rovinato la sua partenza in gara, prima di un contatto con Joan Mir, caduto al primo giro. Anche se è risalito fino al decimo posto, a due decimi dalla Ducati di Alex Marquez, questi incidenti gli hanno impedito di intascare punti, poiché vengono premiati solo i primi nove.

"Abbiamo avuto un problema con il launch control, con la seconda marcia. La mia partenza è stata buona, ma poi, quando ho messo la seconda marcia, ho perso molte posizioni. Poi sono stato colpito da Joan e sono finito all'ultimo posto", ha spiegato. "Mi sono ritrovato molto indietro e ho cercato di fare del mio meglio".

"Il mio ritmo non era male", ha detto Fabio Quartararo, che si è qualificato 11°, "ma penso che abbiamo capito alcune cose durante questa gara e credo che dobbiamo migliorare il nostro ritmo sul giro per essere meglio posizionati sulla griglia".

Domani si torna alla gara principale, che si disputa su 25 giri. Sarà diversa? "Molto diversa, non lo so, perché i piloti che sono sul podio oggi sono anche molto veloci sul passo sulle lunghe distanze. Ma penso che sarà un po' meglio nei primi giri", ha detto. "Bisogna essere aggressivi, ma sembrava che il primo giro fosse l'ultimo. È normale perché non si vuole perdere posizioni. In futuro, tutti dovranno lottare in questo modo. Questo è ciò che ritengo abbastanza pericoloso".

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