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MotoGP | Quartararo: “Abbiamo raggiunto il limite di questa M1”

Terzo nella classifica dei tempi al termine della giornata di test a Jerez, Fabio Quartararo continua a lamentare i soliti problemi su una Yamaha che ritiene aver raggiunto il suo limite massimo. Il francese ha inoltre provato il nuovo sistema di comunicazioni radio in MotoGP e offre il suo feedback.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Dopo un Gran Premio di Spagna amaro, Fabio Quartararo ha abbassato di nuovo la visiera per concentrarsi sui test di Jerez in programma quest’oggi. Il francese ha completato 88 giri in sella alla sua Yamaha, su cui ci si è concentrati molto sull’aerodinamica. La giornata sul tracciato andaluso si è conclusa con un terzo tempo, a solo un decimo e mezzo dal leader Marco Bezzecchi.

Si sa, il cronometro non è il focus dei test, tuttavia uno dei problemi principali della M1 è il time attack. Il giro secco rappresenta ancora un punto debole di questa Yamaha ed è difficile trovare la quadra: “Sono un po’ più contento, abbiamo lavorato sulle gomme nuove con serbatoio pieno e con il caldo. I tempi sono venuti fuori un po’ prima. Sono stato in grado di fare buoni giri rispetto al weekend di gara ed è stato positivo. Ma anche nel fine settimana, il passo da solo era veloce. È il giro secco che manca e una cosa su cui faccio fatica è che quando devo fare il passo, i tempi vanno bene, ma sul time attack, i tempi sono gli stessi. Sono sempre al limite, indipendentemente da tutto. Dobbiamo migliorare il giro secco per renderlo migliore al passo. Speriamo di trovare una soluzione”.

Nel corso del weekend, abbiamo visto provare il doppio scarico, che Quartararo giudica positivo, ma con qualche riserva: “Totalmente diverso, anche sulla moto. Quando pieghi sulla destra senti molto di più la moto rispetto a quando sei sul dritto. Serviva a capire se avessimo più velocità di punta, ma su questa pista è stato difficile da capire. In termini di aerodinamica abbiamo provato delle ali nuove, ma sono molto simili e per me sono un po’ peggio. Abbiamo provato un nuovo telaio, ma è difficile dare un feedback. Questo è stato buono, ma quando fai step di questo tipo, magari va bene qui, ma su altre piste no. A Le Mans faremo delle comparazioni e vedremo come va”.

 

Non solo il time attack; uno dei problemi che lamenta Quartararo già dallo scorso anno è la difficoltà nello stare dietro ad altri piloti. Questo e il giro secco sono i grandi crucci di una M1 che ormai sembra essere al suo limite dopo aver ritrovato un po’ di potenza: “Abbiamo diverse difficoltà che dobbiamo fronteggiare: una è il time attack e una è stare dietro agli altri piloti. La velocità c’è e l’abbiamo mostrato oggi, sul passo siamo messi bene. Ma abbiamo dei problemi ed è evidente. Ho fatto la mia miglior partenza del weekend, ma penso che abbiamo raggiunto il limite con la nostra moto. Se vogliamo migliorare dobbiamo fare qualcosa di diverso. Non si ratta solo di lavorare sul downforce…ma io cerco di fare del mio meglio con la frizione, il gas…non sono un ingegnere”.

Infine El Diablo commenta una delle grandi novità che abbiamo visto nel corso dei test di Jerez: le comunicazioni radio. Come anticipato da Motorsport.com, in MotoGP si è sperimentato un nuovo modo di comunicare tra Direzione Gara e piloti, in occasione della giornata di prove in Andalusia tre piloti sono stati scelti per provare il dispositivo che potrebbe essere usato per parlare durante le gare: “È una cosa buona e se viene usata nel modo giusto può essere una cosa sicura. Ma non credo che abbiamo bisogno di persone che parlano, serve solo per emergenza, perché è difficile sentire cose mentre guidi. Il primo giro è stato strano perché quando fa la curva e senti qualcuno che parla è un po’ buffo, ma è una cosa che possiamo usare, magari per bandiere rosse o moto in pista. Può aiutare, perché a volte è difficile leggere quello che c’è scritto sul dashboard. Però credo che sia utile solo in casi importanti. In un caso di Long Lap Penalty credo sia inutile, ma in caso di pericolo può aiutare. L’apparecchio non lo metti nell’orecchio, è solo vicino e molto piccolo, ma è stato scomodo. Quindi devono lavorare su un sistema per renderlo stabile. È comunque un prototipo ed è stato buono per essere la prima volta che lo provavamo”.  

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