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MotoGP | Petrucci: "Ormai per me c'è poco spazio con queste moto"

Danilo Petrucci sostituirà Enea Bastianini in MotoGP per questo fine settimana a Le Mans. Il ternano, che ha già vinto il Gran Premio di Francia con la Desmosedici nel 2020, prende questo weekend come un premio e pensa a godersi il GP, che crede possa essere uno degli ultimi della carriera. E sul futuro in Superbike...

Danilo Petrucci, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Danilo Petrucci ha scoperto di poter tornare in MotoGP poco meno di una settimana fa, da allora si è preparato per quella che lui considera una “gara premio”. Il ternano, impegnato in Superbike con il team Barni, è stato chiamato a sostituire l’infortunato Enea Bastianini nel Gran Premio di Francia.

Quale migliore cornice se non Le Mans per tornare a correre quella che ritiene possa essere una delle ultime gare in MotoGP? Petrucci è grato di questa nuova opportunità, che arriva a poco meno di un anno di distanza dalla sua ultima apparizione nella classe regina, quando a Buriram ha sostituito Joan Mir in Suzuki: “Non mi aspettavo quest’altra cosa nella mia vita, ma nell’ultimo anno ho fatto davvero tantissime cose. Sono molto felice e orgoglioso di essere qui. L’ultima volta che sono stato qui con Ducati ho vinto la gara. I ricordi sono belli, quindi sono grato a Ducati per aver fatto questo”.

“È una missione quasi impossibile, perché buttarsi nel weekend di gara senza aver fatto prove o test è abbastanza difficile. Penso sia un po’ più facile rispetto ad ottobre scorso in Thailandia, perché all’epoca con la Suzuki era tutto nuovo, a parte la pista. Almeno stavolta abbiamo fatto già un briefing, abbiamo un setup, conosco il team, la moto che è migliorata molto rispetto a tre anni fa. Penso che i piloti SBK stiano provando a Misano, ma quando ti chiedono di provare la moto campione del mondo, non puoi dire di no! Perciò eccomi qua!”, spiega un entusiasta Petrucci.

Il ternano racconta a grandi linee come è arrivata la proposta, mentre era impegnato nel weekend di gara in Superbike: “Mi hanno chiesto di venire venerdì durante il round di Barcellona. Pirro voleva correre nel Campionato Italiano, quindi ero rimasto l’unico che aveva già guidato questa moto in passato. È abbastanza folle, perché sono al posto di Bastianini che ha vinto l’anno scorso, mentre io ho vinto nel 2020. È quasi un segno, ma spero che Enea possa tornare al Mugello”.

Petrux non è l’unico a rientrare in MotoGP. Proprio due settimane fa infatti, è stato Dani Pedrosa a far parlare di sé con la wild card a Jerez de la Frontera, dove ha incantato con una prestazione incredibile: “Spero di poter fare come Pedrosa! Ma lui è lui, poi comunque ha già accumulato tanti chilometri su questa moto a Jerez. Per lui quel weekend era come il giardino di casa. Per me Le Mans è qualcosa di simile, perché ho fatto podio per tre anni di seguito, ma penso che ora i piloti della MotoGP siano velocissimi e sarà complicato”.

Danilo Petrucci, Team Suzuki MotoGP

Danilo Petrucci, Team Suzuki MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Dani però ha preso in mano una moto che conosce alla perfezione, mentre Petrucci torna in sella alla Ducati, che ha lasciato alla fine del 2021. Tuttavia, a Le Mans ha vinto nel 2020, pertanto spera di poter continuare in quella direzione: “Da quanto ho capito, possiamo usare il setup che avevo qui tre anni fa e la moto va in quella direzione. Forse a causa della mia stazza, ero già su quel cammino. Diciamo che sono abbastanza fiducioso del fatto che troverò una buona moto. Ma ero felice già l’anno scorso in Thailandia di non aver finito ultimo, facendo anche due sorpassi! Sarà l’obiettivo anche per questo weekend!”.

“Fortunatamente, hanno ancora tutti i dati del 2020, così come la posizione di guida, che possiamo ancora usare. Quindi alla fine è come se fosse la mia moto. Poi non so dove la moto sia cambiata, ma credo che sia migliorata molto e devo solo fare qualche chilometro per capire come è diventata”, spiega Petrucci.

“Vorrei provare la moto sull’asciutto per capire come è cambiata. Poi forse per la condizione fisica preferirei il bagnato. Ma già so che domenica pomeriggio sarò felice comunque. Ogni volta che torno in questo paddock sono tutti carini con me e questa per me è la più grande vittoria. Non so quante mani ho stretto, è difficile attraversare il paddock e questo è il risultato più grande, essere amato dalle persone”, spiega Petrucci, che dà un peso incredibile all’aspetto umano.

Un vantaggio per Danilo potrebbe però essere rappresentato dalla Sprint, a cui si è dovuto già abituare disputando le Superpole Race in Superbike: “All’inizio odiavo la Superpole Race! Le prime due gare in Australia e in Indonesia non avevo le alette, ma perché ognuno mi colpiva. Ma ogni weekend di gara mi spaventa la Superpole Race, perché fatico con le nuove gomme e nella gara breve c’è una gomma specifica. Qui, sulla carta, si può usare la stessa per la Sprint e per la gara lunga. Onestamente non so cosa aspettarmi, da fuori mi diverte molto guardare la MotoGP!”.

Quando gli viene chiesto se una situazione come quella che ha vissuto lui in meno di un anno, ovvero tornare in MotoGP per una gara sostituendo un pilota su moto diverse, possa penalizzarlo in qualche modo, risponde: “Io la vedo come un premio, un ringraziamento. Non solo da Ducati che mi ha lasciato correre lo scorso anno con Suzuki e quest’anno con loro. Nel 2022 si era anche messa in mezzo la Dorna, è stato veramente un regalo che mi è stato fatto e che credo non si fosse mai visto. Quest’anno credo che sia un premio che mi hanno fatto per quanto ho fatto e sto facendo in Ducati, anche se vorrei fare di più. C’è il rischio come di rovinarsi, perché facendo una gara a spot in cui fai 18° o 20° si pensa che ormai vengo perché sono vecchio. L’anno scorso credevo che questa fosse l’ultima gara MotoGP e penso lo stesso di questa. La prendo come un viaggio premio in Francia. Spero di far bene, ma sarà difficile fare una valutazione di quelli che saranno i risultati. Credo che questo sarà uno degli ultimi weekend in MotoGP, quindi cercherò di godermelo con una moto con cui ho vinto”.

Danilo Petrucci, Barni Racing Team

Danilo Petrucci, Barni Racing Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Godersi il weekend è forse la chiave di lettura più giusta per un Petrucci che nella MotoGP odierna non sente di avere spazio per la questione del peso: “Per la MotoGP attuale sono pesante. Non penso di non essere più competitivo, alla Dakar ho scoperto che in moto ci so andare. Ma più che altro, tecnicamente alla Dakar avevo 4 litri di Camel Back e sentivi la differenza quando non lo avevi. Immagina che io mi gioco 30 kg con uno come Jorge Martin o Alvaro Bautista. Io sentivo quello zainetto da 4 kg, immagina metterne altri 26. Quando nel 2019 c’era un’altra costruzione della gomma dietro, spesso qui, ad Assen, al Mugello facevo il record della pista. Era un vantaggio il mio peso in quelle condizioni, mentre Bautista è dovuto andare in Superbike perché era troppo leggero. Anche Pedrosa, con quella gomma lì, non faceva quello che ha fatto domenica a Jerez. Tecnicamente c’è una spiegazione a quello che è successo, ma credo che si sia tornati come una volta, ovvero che i piloti più leggeri hanno più vantaggio. Per me che sono extra large c’è poco scampo”.

Lo stesso problema lo sta condizionando anche in Superbike, dove riflette sul futuro. Ha senso continuare? Quanto afferma Petrucci lascia pensare che il 2022 possa essere la prima e ultima stagione nelle derivate di serie, prima di dedicarsi alla Dakar: “In Superbike sto soffrendo lo stesso, perché con gomma nuova tirare giù quell’ultimo secondo, sento la gomma che c’è, apro il gas ma la gomma non mi sostiene. Stiamo lavorando, stiamo cercando di fare, ma in queste gare c’è stato sempre quel problema. Dal primo giro abbiamo avuto quello stesso problema. Questo condiziona le gare, non riesco a partire davanti perché nel giro secco non sono veloce. In partenza subisco tanti sorpassi, poi comincio a recuperare. Poi ti fa arrabbiare, perché negli ultimi giri mi avvicino al gruppo del podio, ma ormai ho 5 secondi di distacco. Vedo come va, se vedo che perdo l’entusiasmo, non ho voglia di tribolare, faccio quello che riesco a fare con serenità. Comunque, è una cosa che ho affrontato diversi anni fa il fatto che tanto spazio fisicamente non c’è più per me sulle moto. Mi piacerebbe tornare alla Dakar per farla meglio, forse lì ho un po’ più di margine di miglioramento”.

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