MotoGP | Perché Trackhouse merita fiducia per aver scommesso su Ogura
Davide Brivio è stato il principale fautore dell’ingaggio di Ai Ogura e, da parte del team manager Trakhouse, ci sono due elementi che invitano a dare una grande fiducia alla sua scommessa sorprendente.
Ai Ogura, Trackhouse Racing, Justin Marks, Trackhouse Racing Team Owner, Davide Brivio Trackhouse Racing Team Principal
Foto di: Trackhouse Racing Team
Alla vigilia dello scorso Gran Premio d’Austria è stato confermato che Ai Ogura debutterà in MotoGP l’anno prossimo grazie alla scommetta fatta da Trackhouse, in particolare da Davide Brivio. Con l’ingaggio del giapponese, il team manager della squadra americana resta fedele alla filosofia che lo rende un caso praticamente unico tra i responsabili dei diversi team del campionato. Quando era alla guida del progetto Suzuki in MotoGP, aveva deciso di puntare su una coppia di due giovani piloti, Alex Rins e Joan Mir, considerandoli un investimento più sicuro rispetto al cercare piloti più esperti.
Il cammino più semplice e costoso non dà sempre i risultati sperati e la scommessa è stata vinta, dato che la Casa di Hamamatsu vinse il titolo con il maiorchino nel 2020, l miglior data immaginabile: Suzuki celebrava i 60 anni di storia nelle gare ed erano passati esattamente 20 anni dall’ultimo titolo ottenuto da Kenny Roberts Jr nel 2000. Prima, nel suo percorso in Yamaha, il fiuto di Davide Brivio era stato chiave per ingaggiare Jorge Lorenzo, ancora prima che il pilota di Palma de Maiorca, che all’epoca correva nell’allora 250cc con il numero 48, vincesse il suo primo mondiale nella classe intermedia (nel 2006).
Tutto quello che è accaduto ancora prima rappresenta un archivio sufficientemente ricco da far pensare che qualsiasi decisione prenda l’ex dirigente Alpine sia conseguenza di un’analisi esauriente, fatta sempre attraverso le sue vedute particolari. Se questa logica ancora non avesse convinto qualcuno, lo stesso Brivio si incarica di argomentare la scelta del giovane pilota del team MT Helmets rispetto ad altri che poteva sembrare perfetto per guidare l’Aprilia satellite, ad esempio Joe Roberts.
Ai Ogura, MT Helmets MSI
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
“Con Ai abbiamo deciso di andare in una direzione diversa. Abbiamo fatto i nostri studi in base al rendimento che pensiamo ci possano offrire le diverse alternative che abbiamo valutato”, ha spiegato Brivio qualche giorno fa, subito dopo aver annunciato l’ingaggio del pilota di Tokyo per il 2025 e il 2026. “Apprezziamo quello che sta facendo in Moto2, la sua resilienza. Non si dà mai per vinto. Siamo fiduciosi e pensiamo che sia una buona scelta”, ha aggiunto.
Gli viene poi posta direttamente la domanda su Roberts e sulle ragioni che hanno impedito all’unica struttura statunitense del campionato di disporre di una stella del proprio paese per la promozione. La risposta è molto chiara ed elegante: “Sarebbe bello avere un pilota americano in un team americano. Joe era nella nostra lista, ma abbiamo fatto le nostre valutazioni più dal punto di vista del rendimento e siamo arrivati alla conclusione che la strada che abbiamo scelto sia quella più appropriata. Sapremo se abbiamo indovinato o no fra un paio di anni”.
Con questa manovra, Brivio mette in risalto diversi elementi che non dovrebbero passare inosservati. In primo luogo, è stato capace di convincere Justin Marks, proprietario di Trakhouse, a non precipitarsi sull’ingaggio di un pilota. Inoltre, aspetto non meno rilevanti, l’ex team manager Suzuki è rimasto fermo di fronte alle autorità, che sembrano più interessate al debutto di Roberts nella classe regina che a Marks stesso, per una ragione puramente commerciale. E Brivio ha fatto tutto questo con diplomazia e senza alzare la voce.
Davide Brivio, Massimo Rivola, Aprilia Racing CEO
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
“Sappiamo che Dorna sarebbe stata contenta se avessimo scelto Joe. Ma la decisione era la nostra. Ad ogni modo, penso che Dora abbia dei motivi per essere contenta dell’ingaggio di Ogura, perché così avremmo il primo rappresentante dell’Asia Talent Cup arrivato in MotoGP”, ha affermato Brivio, che lo scorso mese ha compiuto 60 anni e ha firmato un lungo contratto come punto di riferimento di Trackhouse, con il pieno accordo di Aprilia.
Con l’arrivo di Ogura, il team della North Carolina ha compiuto una dichiarazione d’intenti: una decisione diametralmente opposta a quella che è sul punto di compiere Pramac, che nei prossimi giorni dovrebbe annunciare Miguel Oliveira e Jack Miller come piloti nell’avventura che inizierà con Yamaha. In realtà, l’australiano (unico rappresentante del suo paese in MotoGP) non era nella lista dei candidati per guidare una delle quattro M1 che scenderanno in pista nel 2025. Tuttavia, ne Pramac né Yamaha sembrano aver considerato opportuno lasciare senza un posto sulla griglia il #43.
Fabio Quartararo, punta di diamante della Casa di Iwata, ha sempre espresso la propria preferenza per un pilota giovane, che fosse Sergio Garcia o Tony Arbolino, per il posto nela squadra di Paolo Campinoti. Consapevole di dove andassero a parare le cose, El Diablo sembra essersi rassegnato alle scelte fatte. “Non abbiamo tempo, dobbiamo migliorare il prima possibile, quindi l’esperienza sarà sempre la benvenuta”, ha commentato recentemente il francese in una dichiarazione che lasciava trasparire più un tono rassegnato che pieno di aspettative.
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