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MotoGP | Perché Marquez è il vincitore morale di Austin

Dopo il tremendo volo di Mandalika, ed i problemi di salute conseguenti, Marc Marquez è tornato in sella alla Honda ad Austin stupendo tutti con un recupero clamoroso dall'ultima alla sesta posizione.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

MotoGP

Lo scorso fine settimana, in occasione del Gran Premio delle Americhe, il paddock della MotoGP ha visto un Marc Marquez diverso. Era più serio del solito, più riflessivo. Suo fratello Aleix ha dichiarato che non lo aveva mai visto col morale così a terra.

Nonostante sia riuscito a tornare a correre dopo essere stato costretto a saltare i due round precedenti a causa delle conseguenze del tremendo volo di Mandalika, il pilota della Honda è arrivato in Texas con molti dubbi a tormentarlo.

Anche i responsabili della Casa giapponese erano dubbiosi, soprattutto in vista della gara di 20 giri su uno dei tracciati più impegnativi del calendario. Marc aveva ricevuto il via libera dai medici e poteva vedere bene, ma la commozione celebrale rimediata in Indonesia lo ha costretto a convivere per tutto il weekend con un fastidioso mal di testa.

Lo spagnolo, inoltre, continua ad essere limitato dai problemi al braccio destro operato tre volte dopo la caduta di Jerez di due anni fa. La sua condizione non è stata aiutata dall’inattività cui è stato costretto nel corso della off-season a causa dei problemi di diplopia. Marquez ha trascorso tutto l’inverno senza mettere piede in palestra, e qualsiasi attività quotidiana poteva rappresentare un problema per lui.

“L’aspetto sportivo è passato in secondo piano” ha ammesso quando è risalito in sella alla Honda nei test pre-stagionali. “La cosa peggiore era che non potevo condurre una vita normale”.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: MotoGP

Marc aveva pianificato di sfruttare i mesi invernali per concentrarsi sui miglioramenti al braccio ed alla spalla destra con l’obiettivo di arrivare ai test di Sepang, ad inizio febbraio, il più in forma possibile. Lo spagnolo, però, ha iniziato col piede sbagliato.

Il suo incidente a Mandalika, poi, ha riportato Marquez improvvisamente al punto di partenza. Questo è sembrato troppo anche allo stesso Marc che fino a quel momento era stato in grado di trovare il lato positivo nelle situazioni più avverse. Tra il suo debutto in MotoGP avvenuto nel 2013 ed il suo sesto titolo nella classe regina nel 2019 in molti hanno avuto la sensazione che lo spagnolo fosse un discendente di Superman. Da quella fatidica domenica del luglio 2020, però, sembra che ovunque metta piede trovi sempre la criptonite.

Per questo motivo il suo ritorno in pista in Texas ha rappresentato un spinta significativa. Il vincitore indiscusso del quarto GP della stagione è stato Enea Bastianini, ma a livello morale Marquez ha messo a segno un colpo rivitalizzante.

La sua rimonta dopo essere transitato in ultima posizione alla prima curva a causa di problema al sistema di partenza della sua moto è stata impressionante. A differenza di quanto accaduto a Jerez nel 2020, giorno in cui tutto è iniziato ad andare male, in Texas è riuscito a recuperare senza commettere errori sino a chiudere in sesta posizione a soli 6 secondi e mezzo di ritardo da Bastianini.

I numeri di Marquez ad Austin fanno capire che l’essenza del pilota che ha vinto sei titoli mondiali è ancora intatta. Nonostante sia stato costretto a farsi largo tra chi lo precedeva, l’otto volte iridato ha corso per la maggior parte del tempo su cronologici più veloci dei piloti di testa, compresi Bastianini e Jack Miller. Il suo giro più veloce è stato di appena 32 millesimi più lento di quello del pilota del team Gresini.

Marc Marquez, team Repsol Honda

Marc Marquez, team Repsol Honda

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Soltanto negli ultimi 4 giri, quando ormai era esausto, Marc ha alzato i tempi e si è accontentato del sesto posto anche se avrebbe potuto mettere nel mirino Francesco Bagnaia, ma nell’ultimo giro lo spagnolo ha tenuto comodamente a bada la Yamaha del campione del mondo Fabio Quartararo.

Marc tornerà in sella alla RC213V tra poco meno di una settimana, in Portogallo e in questo periodo di tempo dovrà concentrarsi per rafforzare la sua spalle. In un mondo immaginario, Marquez avrebbe smesso di guidare per un po' per guarire completamente, ma adesso questa ipotesi è impossibile dato il campionato 2022 allo stato attuale non ha un vero favorito per la vittoria finale.

Questa tesi è avvalorata dal fatto che i piloti di cinque diversi costruttori sono presenti nei primi sei posti, mentre Suzuki – unica Casa ancora alla ricerca del successo – è l’unico marchio presente con due piloti.

“L’avevo detto già giovedì. Per il momento la mia passione per le moto e le competizioni è più forte di tutte le mie sofferenza” ha dichiarato Marquez prima di lasciare il Texas. “Quanto accaduto domenica ne è stata un’altra prova. Quando avevo più bisogno di aiuto improvvisamente è apparso questo problema meccanico”.

I 40 punti che al momento lo separano da Bastianini in classifica sono recuperabili, a patto che riesca a riesca a migliorare la sua condizione fisica e, soprattutto, eviti di farsi daccapo male.

“Mancano molte gare, ma in questo momento sarebbe un errore parlare di vittorie e di campionato. Dobbiamo continuare a guadagnare fiducia e spero che questo ci consenta di poter lottare per il titolo”.

Come già apparso palese negli anni scorsi, tutta la carriera di Marquez è stata segnata da imprese epiche. Adesso, probabilmente, affronta la sfida più difficile della sua vita, ma in uno stato psicologico differente dopo quanto visto ad Austin.

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