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Analisi
MotoGP GP di Aragon

MotoGP | Perché il trionfo di Marquez ad Aragon ha più implicazioni di quanto si pensi

La vittoria di Marc Marquez al Motorland di domenica è molto più che la fine di un'astinenza di quasi tre anni per lo spagnolo, che da quando si è unito al Gresini Racing ha avuto un profilo molto più basso del solito, pur lanciando messaggi molto forti sottotraccia.

Marc Marquez, Gresini Racing

Marc Marquez, Gresini Racing

Foto di: Dorna

Non è che vincere di nuovo 1043 giorni dopo l'ultima volta non sia abbastanza rilevante per uno che nove mesi fa ha fatto la scommessa più rischiosa della sua carriera, lasciando la Honda, la sua casa di sempre, dove era il fiore all'occhiello dell'impero dell'ala dorata, per unirsi a una delle squadre più modeste del paddock, su una moto che non è nemmeno l'ultima specifica disponibile.

Il fatto è che il trionfo di Marquez ad Aragon nasconde una trama molto più profonda della favola del suo ritorno sul gradino più alto del podio. Le implicazioni dell'esuberante superiorità dimostrata dal #93 in uno dei suoi circuiti preferiti sono molto più di quanto molti possano immaginare, perché per individuarle è necessario decifrare la tabella di marcia che il pilota sta seguendo, quel "piano" di cui parla dalla scorsa stagione.

Uno dei consigli che Carlos Sainz senior dava sempre a suo figlio quando era "Carletes" e cercava di convincere la Red Bull a permettergli di debuttare in Formula 1 era quello di inviare messaggi. "Gli ho sempre detto di provare a vincere, perché senza vincere non c'era alternativa, e che di tanto in tanto, per quanto possibile, avrebbe dovuto inviare messaggi che avrebbero attirato l'attenzione. Una 'pole position' sul bagnato, un giro veloce, cose del genere", ha riconosciuto in più occasioni il due volte campione del mondo di rally (1990 e 1992) a chi scrive queste righe.

Nel caso di Marquez, i suoi messaggi si sono accumulati in pista e ultimamente anche fuori. La strategia ha funzionato a meraviglia per il pilota di Cervera, che ad Alcaniz si è tolto un peso enorme dalle spalle - "peso due chili in meno", ha scherzato - e che, molto probabilmente, affronterà i restanti otto Gran Premi in modo molto più sciolto, senza blocchi e pressioni che avrebbero potuto essere causati dal fatto di non essere ancora riuscito a vincere con la Ducati.

"Marc ha cambiato marchio per diventare campione. Non ci si sottopone a quattro interventi al braccio e non si rinuncia a un contratto multimilionario come quello che aveva alla Honda, solo per divertirsi", ha dichiarato a Motorsport.com una delle persone più vicine a Marquez. "Ora sa di poter vincere di nuovo, e questo sarà molto importante per la sua fiducia", ha aggiunto la fonte, non appena abbracciato il protagonista della giornata. "È uno dei pochi che, dopo essersi infortunato, non aveva bisogno di tornare a correre. Avrebbe potuto tornare a casa. Ma quello che ha fatto lo definisce come persona", aggiunge Pedro Acosta.

La vittoria ad Aragon arriva due settimane dopo la spettacolare rimonta compiuta in Austria, dove domenica è passato dal 13° posto del primo giro, a causa di un problema all'abbassatore della sua GP23, al quarto posto finale. Le sue sensazioni in quell'occasione erano già buone, e arrivare su una delle piste più fruttuose per lui - fino a quel momento aveva ottenuto cinque vittorie in MotoGP - gli ha dato una spinta finale che gli ha permesso di tirare fuori la sua versione migliore: è stato il più veloce in tutte le sessioni di prove a cui ha partecipato, ha conquistato la pole con più di otto decimi di secondo di vantaggio - il più grande margine in una sessione di qualifiche sull'asciutto dal 2011 -, ha dominato la Sprint e non ha dato la possibilità a nessuno di avvicinarsi nella lunga gara.

L'unico turno in cui non ha concluso in testa è stato il Warm-Up, nel quale non ha nemmeno fatto segnare un tempo. "Per me questo è un elemento molto significativo. Il fatto che abbia deciso di non uscire nel Warm-Up, che si è svolto con pista la mezza bagnata, dimostra quanto avesse le idee chiare sulla gara", riflette questa voce autorevole dell'ambiente a lui più vicino.

Marc Marquez, Gresini Racing

Marc Marquez, Gresini Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Il weekend di Marquez al Motorland può essere interpretata come una dichiarazione di intenti. In primo luogo, perché lo contraddistingue come l'unico pilota che è stato in grado di imporsi con la Desmosedici GP dello scorso anno (GP23) su chi dispone della potentissima GP24. Da quando ha accettato le condizioni proposte dalla Ducati, il pluricampione non ha mai usato le evidenti carenze tecniche della sua moto rispetto alle ultime specifiche per giustificare il ritardo nel suo obiettivo di tornare a vincere. La vittoria di domenica, su un prototipo inferiore, assume quindi un significato ancora maggiore.

Il basso profilo non si limita solo alle sue prestazioni e al suo rapporto con la Casa bolognese, ma si allarga all'intero paddock. Marquez, che nel suo ruolo di punta di diamante della HRC era solito prendere l'iniziativa nelle riunioni della Safety Commission che i piloti tengono ogni venerdì di un Gran Premio, è assente da qualche tempo. Ha intenzione di farlo di nuovo quando le sue opinioni saranno apprezzate come prima.

Da quando è salito sulla Ducati, il ragazzo del Gresini Racing ha dichiarato che la sua idea era di affrontare il 2024 come un percorso di ricostruzione. Molti hanno interpretato questa affermazione come se si riferisse esclusivamente all'ambito agonistico. Tuttavia, Marquez non mira solo a ritrovare la velocità che potrebbe aver perso durante il suo ultimo periodo alla Honda. Vuole anche tornare a essere il punto di riferimento della griglia a tutti i livelli, a tornare a essere il boss, a partire da quei messaggi descritti poche righe sopra.

Al Mugello, quel fine settimana in cui la Ducati aveva scelto Jorge Martin per affiancare Bagnaia nel box del team factory a partire dal 2025, la minaccia con cui ha messo alle strette i dirigenti della Casa di Borgo Panigale ha fatto sì che l'amministratore delegato Claudio Domenicali cambiasse idea al volo e facesse a meno di Martin, con la possibilità che Marquez rinforzasse l'Aprilia, che alla fine ha firmato il madrileno.

Il vincitore di Aragon vestirà di rosso nel 2025, in un'altra delle tappe che si è prefissato come essenziale per tornare sul trono che occupava prima di quell'incidente nel 2020, a Jerez. Lì condividerà il box con Bagnaia, con il quale si contenderà tutto. La battaglia con il pilota torinese è già iniziata, non tanto sull'asfalto quanto fuori, in quegli aspetti che sono meno in vista, almeno per il momento.

Per affrontare la sua nuova tappa nel box Ducati, Marquez ha dovuto rinunciare alla Red Bull, uno dei suoi sponsor più fedeli, perché il team italiano ha un accordo globale con Monster. Il marchio della zampa gli ha offerto di unirsi a lui alle stesse condizioni di Bagnaia, ma lui ha declinato l'offerta. Di questi tempi, rinunciare a cifre che solo gli sponsor di bevande energetiche sono in grado di pagare è un manifesto da parte di Marquez. Un altro.

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