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MotoGP | Per Poncharal non c’è più spazio per il romanticismo

Le decisioni prese da KTM nella gestione dei propri piloti sono a volte “difficili” per Hervé Poncharal, che però accetta questa politica e crede che l’indipendenza persa da Tech3 sia compensata dalle garanzie e dalle prestazioni offerte dal costruttore.

Hervé Poncharal, KTM Tech3

KTM è stata spesso accusata di gestire i propri piloti con una certa brutalità, in particolare nella squadra Tech3. Alla fine del 2021, Danilo Petrucci e Iker Lecuona hanno dovuto cedere i loro posti a Remy Gardner e Raul Fernandez, che a loro volta sono rimasti una sola stagione per poi fare spazio ad Augusto Fernandez e Pol Espargaro. Per il 2024, il marchio aveva cinque piloti e quattro posti, così Pol è stato retrocesso al ruolo di tester per fare posto al nuovo arrivato Pedro Acosta.

Hervé Poncharal accetta questa politica a volte dura per i piloti, ma resa necessaria dalla pressione dei risultati che pesa sui costruttori. “Quando si decide di fare questo lavoro, bisogna capire che si deve essere pronti a lavorare sotto pressione”, ha spiegato il patron di Tech3 in un’intervista accordata a Motorsport.com. “Bisogna comprendere che se si è raggiunto il top, è stato fatto per meriti, ma ci si rimane solo se si soddisfano le aspettative”.  

“Ovviamente, sono d’accordo. A volte ci sono dei piloti che non sono stati rinnovati dopo un tempo troppo breve, ma d’altra parte, quando si è un costruttore che spende tanti soldi, si hanno degli sponsor che pressano chiedendo dove sono i risultati, non si può essere morbidi. Purtroppo, non possiamo essere romantici”. 

“Non bisogna rispondere subito alle aspettative, ma si devono mostrare dei segnali. Penso che, per quanto mi riguarda, è molto importante che un rookie mostri una curva di progressione che va verso l’alto tra la prima e la seconda manche. Siamo realisti, se si ha un pilota che si crede forte ma si ha l’opportunità di averne uno che si pensa sia migliore, si prende quest’ultimo”. 

Poncharal si descrive come un capo sentimentale, lui stesso vive con dispiacere alcuni episodi, ma ritiene necessario far passare questo stato d’animo in secondo piano. L’investimento di KTM giustifica il bisogno di cambiamento immediato: “Attualmente, la MotoGP è totalmente diversa rispetto all’epoca della 500cc o anche allo stesso debutto dell’era dei quattro tempi. Quando un costruttore investe ingenti somme di denaro, si suppone che voglia dare un’immagine forte, positiva, e significa fare risultati. Più si avanza, più si progredisce, più si ha pressione”.

Pol Espargaro, Tech3 GASGAS Factory Racing

Pol Espargaró a dû céder sa place après la saison 2023

“Sì, a volte è difficile per me, perché sono un sentimentale. Amo i ragazzi, il mio team. E nel team ci sono i piloti. Durante una stagione condividiamo cose con la squadra e i piloti: gli alti, i bassi, le difficoltà, le gioie, le tristezze, le ferite. Ci siamo confrontati con delle cadute. Sicuramente questo rende più forti. Chiaramente, si è tristi quando un’avventura finisce, ma bisogna anche comprendere il gioco nel suo complesso. A volte mi viene detto che c’è troppa pressione sui piloti, ma non pensate che Pecco Bagnaia o Jorge Martin non sentano la pressione?”

Così, KTM ha deciso di rendere Pol Espargaro il principale tester, approfittando probabilmente delle sei wild card concesse dal nuovo sistema di concessioni: “Alla fine, abbiamo proposto a Pol di far parte di questo gruppo per sempre, se gli fa piacere. Avrà un’influenza sulla tecnica, che sarà importante. Disputerà qualche gara e sarà ancora legato alle competizioni, ma con un po’ più di tempo libero. Ha due bambine, non è un disastro totale”.

Meno indipendenza, più performance

La scelta dei piloti Tech3 proviene soprattutto dalla volontà di KTM, a cui la formazione di Bormes-les-Mimosas si è unita nel 2019. In precedenza team cliente Yamaha, Tech3 è diventata una "squadra B" per KTM, che si è affidata ad essa per promuovere il marchio GasGas dallo scorso anno. Tech3 ha perso molta indipendenza ma ha anche guadagnato in termini prestazioni, ottenendo del materiale quasi identico a quello del team ufficiale, cosa che le ha permesso di vincere due gare nel 2020. Poncharal vede del positivo in questo nuovo status e nel fatto di poter contare sulla KTM GP Academy, la solidissima rete di giovani piloti creata dal costruttore.

"Dieci anni fa, quando eravamo un team indipendente, avevamo il supporto tecnico ma le moto erano vecchie di due anni. Di conseguenza, avevamo 1.000 giri al minuto in meno rispetto ai piloti ufficiali perché volevano risparmiare sul motore. Dovevamo firmare dei contratti con i piloti, quindi eravamo più indipendenti, potevamo essere più flessibili nella scelta dei piloti, ma la nostra situazione era difficile perché non avevamo un pacchetto per vincere. Oggi un team indipendente può lottare per il campionato, cosa che non sarebbe accaduta qualche anno fa".

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing, Pol Espargaro, Tech3 GASGAS Factory Racing

L'équipe KTM officielle et Tech3 disposent de la même machine

"Ora abbiamo i nostri piloti, in sempre più squadre sono sotto contratto con la fabbrica, il che è molto più facile perché i piloti sono felici di essere tutti piloti della fabbrica, e sanno che il loro contratto sarà rispettato. A volte, se un team indipendente non è pagato dagli sponsor, può essere un po' più difficile. Inoltre, abbiamo la stessa moto del team factory e il 99% degli sviluppi, sempre".

"Abbiamo spinto per avere un maggiore supporto, un maggiore coinvolgimento della fabbrica nei nostri team, ma in questo senso abbiamo spinto per perdere un po' di indipendenza dei nostri team. Chiaramente, al momento Pierer Mobility è un grande gruppo, ha determinati mercati, ha determinati piloti di una nazionalità che supportano un marchio, e sono molto onorato e orgoglioso di far parte di questo gruppo perché si occupano dei rookie con Red Bull".

"Hanno squadre di Moto3, noi come Tech3 ne abbiamo una, e squadre di Moto2 per poi passare alla MotoGP, quindi abbiamo chiaramente questo percorso per arrivare alla MotoGP e non si può discutere con questo sempre. Se non avessero ingaggiato Pedro, lui avrebbe voluto andare in MotoGP, forse lo avrebbero perso come hanno perso Jorge Martín qualche anno fa. Poi sarebbe andato alla Ducati, all'Aprilia, alla Yamaha, non lo so. Non si può essere troppo ingenui.

Poncharal accetta questa perdita di autonomia e le decisioni prese da KTM, spesso motivate dai grandi investimenti effettuati: "Se vuoi essere totalmente indipendente o libero, non puoi dipendere da nessuno, e questo non esiste negli sport motoristici. Quindi sì, siamo un grande gruppo, condividiamo le cose, ne discutiamo. A volte ci possono essere decisioni che dall'esterno sembrano dure o ingiuste, ma c'è una spiegazione, perché quando hai centinaia di persone che lavorano in fabbrica e vai a trovarle, vedi la loro impazienza. Quindi è una struttura completa e bisogna preoccuparsi di tutti gli aspetti. Siamo qui perché abbiamo cinque produttori che investono. Bisogna anche capirli perché investono per molte ragioni, ma una di queste è la loro passione per le corse. Senza di loro, molti piloti non sarebbero qui".

Intervista di Lewis Duncan

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