MotoGP | Orgoglio Di Giannantonio: "Chi dubitava di me si sbagliava"
Prova di forza di Fabio Di Giannantonio a Mandalika, dove in gara ha conquistato uno splendido quarto posto, il suo miglior risultato in MotoGP. Il pilota romano mostra l'orgoglio e vuole dimostrare di meritare una sella il prossimo anno, mettendo a tacere chi ha avuto dubbi sulle sue capacità.
Il Gran Premio dell’Indonesia è iniziato con l’ufficialità dell’addio al team Gresini, ma Fabio Di Giannantonio ha voluto concludere il fine settimana a Lombok con una prova d’orgoglio. Il pilota romano, alle sue ultime uscite con la Ducati del team di Fausto, è stato autore di una gara solida che ha concluso in quarta posizione.
Per Diggia è il miglior risultato in MotoGP, ha sfiorato il sogno del podio ma è stato comunque il miglior indipendente al traguardo. In gara ha inoltre ingaggiato un grande duello con quello che sarà il suo sostituto in Gresini, Marc Marquez, e ha combattuto nel gruppo con le due KTM e Marco Bezzecchi, avendo la meglio su tutti: “Sono contentissimo, quasi orgoglioso forse! Sono partito bene, ma poi mi sono un po’ plafonato. Con Marc eravamo molto vicini, quindi ho dovuto chiudere un po’ il gas in impennata, ho sbagliato e al primo giro ero 15°”.
“Ho detto ‘porca miseria, un disastro’. Invece poi mi sono detto che c’erano 27 giri, gara lunga, dovevo essere concentrato perché avevo un bel passo, linee giuste, il gas, il cordolo. Cercavo di sentire solo me e la moto, davvero. Ho preso un ritmo pazzesco, andavo veramente forte e non rischiavo nemmeno così tanto, quindi è molto buono. Questo mi dava un po’ più carica. Poi vedevo che arrivavo e passavo, sempre di più. Vedevo che gestivo bene anche la gomma davanti, avevo scelto la soft. Credo di averla gestita in maniera perfetta, appena arrivavo sotto passavo ma non in maniera troppo aggressiva. Quindi secondo me, dico la verità, ho fatto veramente una super gara. Per me stiamo lavorando veramente bene, è tutto giusto in questo momento”.
La voce tradisce l’emozione, quella che non ha nascosto al parco chiuso, in cui si è lasciato andare a un pianto liberatorio: “Ragazzi, c’è tanto lavoro dietro. Non è mai facile, quando fai il massimo e non ti viene il risultato per dei motivi che sai solo tu, hai tutti i dubbi su di te. Lavori, spingi e non viene fuori, sarebbe facile mollare. Siamo stati bravi a rimanere sempre concentrati, abbiamo lavorato come muli, a testa bassa. Oggi non è stata una vittoria, non è stato un podio, ma ho fatto una grande gara. Ero velocissimo, il primo pilota indipendente, vedermi anche solo lì nel parc fermé mi ha fatto effetto, perché vedi che arriva. È una boccata d’aria. È bello, mi serviva. È stato un momento mio, anche se davanti a tutti, ma ho sputato tanto sangue”.
Fabio Di Giannantonio, Gresini Racing, Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
I frutti del lavoro iniziano a essere raccolti ora, quando è troppo tardi. Dal prossimo anno infatti, sulla moto numero 49 ci sarà Marc Marquez e Diggia, pur comprendendo questa scelta, non nasconde un pizzico di rammarico: “È un po’ un peccato, servivano fiducia e pazienza. È come se avessimo costruito tutto, siamo quasi arrivati e abbiamo deciso di fermarci. Invece con fiducia e pazienza si arrivava bene e insieme. Sarebbe stata una bellissima storia, ma adesso vediamo. Poi chissà, in futuro non si sa mai. Adesso va bene così, non voglio pensare ai se e ai ma. Mi godo il momento, sto lavorando per me stesso”.
Tuttavia, non è tardi per continuare a mostrare il proprio valore e dare prova di meritare un posto in MotoGP. Il futuro è ancora incerto, ma con la crescita mostrata in queste ultime gare e culminata con la domenica di Mandalika, il pilota romano è fiducioso: “Ovviamente siamo al massimo di questo sport, i posti sono pochi. Se non fai bene, serve un altro che ci prova al posto tuo. Quindi lo capisco. Capisco un po’ meno la fretta da parte di chi sa certe cose. Però alla fine sono scelte, quindi va bene così. Io sto lavorando in primis per me, ma anche per togliermi qualche sassolino dalla scarpa e dimostrare che chi dubitava di me sbagliava”.
“Diciamo che penso che fare bene sia un po’ la chiave ora. Ovviamente, se continuassi a fare 15°, 18°, 20°, non aiuterebbe al mio futuro. Ora anche per il campionato sarebbe un peccato perdere un pilota che va così bene. È una mano generale che mi sto dando per far sì che l’anno prossimo io sia ancora qui. La pole dell’anno scorso è stata romantica, rookie che arriva al Mugello davanti al suo pubblico, pioveva e ho fatto la pole. Oggi invece la gara è stata di sostanza… bella cicciotta, come si dice in romano!”, afferma il pilota del team Gresini.
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