MotoGP | Mir: “Moto instabile, l’airbag si è aperto pensando cadessi”
Joan Mir, che domenica ad Assen scatterà dalla quinta fila della griglia, non nasconde i problemi di stabilità di cui soffre con la Suzuki sul tracciato olandese.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Sono ormai tre gran premi consecutivi che Joan Mir si ritrova fuori dalla seconda e decisiva fase di qualifica, quindi oltre la 12esima posizione sulla griglia di partenza. Ad Assen scatterà dal 14° posto, la quinta fila, e con molto lavoro da fare se vuole che questa domenica rappresenti un cambiamento rispetto alla striscia negativa in cui vivono lui e Suzuki da quando è stato dato l’annuncio dell’addio alla MotoGP.
Il maiorchino è stato uno dei piloti condizionati da una sequenza di bandiere gialle esposte negli ultimi istanti delle FP3 e che hanno reso inutili i suoi ultimi giri. Questo lo ha portato a perdere l’accesso diretto al Q2, ma la mancanza di stabilità della sua GSX-RR e una caduta come conseguenza di ciò gli hanno impedito di poter passare il taglio.
“Gli ultimi momenti della terza sessione di prove libere sono stati un caos per le bandiere gialle. Poi sono caduto nel Q1 e ho riprovato a uscire. Bisogna migliorare”, ha riassunto Mir, che continua a cercare il primo podio della stagione. “Nel secondo settore mi si è aperto l’airbag e questo perché mi manca stabilità nelle curve. Il problema credo che provenga dal posteriore della moto. Non stiamo bene e non potrei lottare per le prime due file in alcun modo”.
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
“In questo caso, partire dalla terza, quarta o quinta fila non cambia molto”, ha proseguito il pilota Suzuki, che continua a mantenere il riserbo su dove correrà il prossimo anno, nonostante tutto il paddock stia dando per scontato che vestirà i colori Repsol Honda.
Aprilia ha ingaggiato José Manuel Cazeaux, ingegnere di pista di Alex Rins. In che modo questi movimenti possano condizionare i risultati di Suzuki per quel che resta di questa stagione, Mir è chiaro e comprende che tutti i membri della Casa di Hamamatsu debbano cercare di assicurarsi il futuro: “Bisogna che ognuno cerchi di fare il meglio per la propria vita, ognuno deve guardare le sue cose”. Nello stesso tempo, il maiorchino vuole pensare che questo tipo di movimenti non faranno perdere il focus: “È una situazione complicata, ma i tecnici sono dei professionisti e devono restare concentrati fino all’ultima gara”.
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