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MotoGP | Miller punge: "Chi mi vedeva disoccupato si sbagliava"

Jack Miller ha dichiarato di essere felice di aver smentito chi diceva che sarebbe rimasto senza lavoro dopo la sua prima stagione in MotoGP con la KTM, in seguito al suo addio alla Ducati.

Jack Miller, Red Bull KTM Factory Racing

Miller, che ha vinto 4 GP nella classe regina, ha firmato un accordo di due anni per entrare a far parte della squadra ufficiale KTM per il 2023, dopo che alla fine della scorsa stagione la Ducati gli aveva preferito Enea Bastianini per il suo factory team.

Nel suo primo anno con la Casa austriaca, l'australiano ha ottenuto un solo podio domenicale, chiudendo il Mondiale all'11° posto, ma ha sottolineato che lui e la squadra sono riusciti a superare  molte difficoltà insieme.

Quando Motorsport.com gli ha domandato dopo la gara conclusiva di Valencia, nella quale è caduto quando era al comando, se ritiene che questo anno in KTM lo abbia reso un pilota migliore rispetto a quello che ha lasciato la Ducati, ha detto: "Penso di sì, sento che miglioro sempre di più come pilota".

"Sì, se si guarda ai risultati, sulla carta quest'anno è probabilmente il peggiore da un bel po' di tempo a questa parte. Ma abbiamo avuto molti cambiamenti e molte difficoltà in questa stagione. Ma abbiamo anche superato molte di queste".

"12 mesi fa, molte persone dicevano che oggi sarei stato disoccupato. Quindi, sono felice di aver dimostrato che si sbagliavano, e che la KTM è una moto molto richiesta e che continuerà a crescere".

"Roma non è stata costruita in un giorno. Abbiamo avuto un primo anno impegnativo e sarà un altro inverno impegnativo, ma i ragazzi sanno quali sono le aree da migliorare ed anche io so dove devo migliorare come pilota".

Jack Miller, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: KTM Images

Jack Miller, Red Bull KTM Factory Racing

Miller ha spiegato che la sensazione all'interno della KTM è quella di un'azienda "più piccola", nonostante le sue dimensioni enormi, ed ha sottolineato che l'atmosfera "multiculturale" della squadra lo ha fatto sentire meno "estraneo" rispetto alla Ducati.

"In fin dei conti, per molti aspetti è simile", ha detto quando Motorsport.com gli ha chiesto quanto fosse diverso lavorare con la KTM rispetto alla Ducati. "Sei un pilota ufficiale, le responsabilità sono tue. Quindi, in questo senso, lo stress è abbastanza simile".

"Ma lavorare con tutti i ragazzi della KTM, avere un collegamento diretto con la fabbrica, ha sicuramente un'atmosfera più simile a quella di un'azienda più piccola, se possibile, in termini di contatto con il management, ma allo stesso tempo è altrettanto stressante".

E ha aggiunto: "Questo fa sicuramente parte del problema. Penso che sia una squadra molto internazionale, per il modo in cui è strutturata con le persone nel box. Non dico che gli italiani fossero cattivi o cose del genere, ma ti senti sempre un po' estraneo".

"Ma essendo i due piloti un australiano ed un sudafricano, è una squadra molto multiculturale e ti dà sicuramente quel senso di sentirti a casa o comunque di sentirti parte di una squadra", ha concluso.

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