MotoGP | Michelin: le simulazioni smontano il "caso" pressioni
L'azienda francese ha ribadito ancora una volta che nella sua visione non è mai esistito un vero e proprio "caso" pressioni e le simulazioni che ci ha mostrato al banco prova di Ladoux sembrano darle ragione. In ogni caso, l'abbassamento del valore anteriore per il 2024 dovrebbe chiudere definitivamente la vicenda.
Le pressioni delle gomme sono diventate un argomento molto dibattuto in MotoGP. Probabilmente non ne abbiamo mai sentito parlare tanto come nell'ultimo anno, in particolare da dopo la pausa estiva della scorsa stagione, quando è stata resa operativa al 100% la nuova regola che imponeva ai piloti di rimanere al di sopra dei valori imposti dalla Michelin per almeno il 50% della distanza della gara lunga e per il 30% della distanza della Sprint se non volevano incappare in una penalità.
In particolare, è stata la gomma anteriore a creare dibattito: secondo i piloti, infatti, l'asticella fissata a 1,88 bar imponeva un valore troppo alto. Soprattutto perché la situazione cambia molto a seconda della posizione che si occupa nel gruppo: se si segue un'altra moto, infatti, è facile che la gomma si surriscaldi, innalzando anche la pressione a valori limite, che secondo i diretti interessati rendono le moto inguidabili, andando un po' contro lo spirito della regola, che sarebbe quello di elevare gli standard di sicurezza.
L'azienda francese ha sempre respinto con fermezza questo concetto, ma ha comunque deciso di andare incontro ai piloti ed alle squadre. Come aveva rivelato a Motorsport.com il responsabile Piero Taramasso un paio di settimane fa, dopo aver analizzato con attenzione i dati di tutte le gare della passata stagione, la Michelin ha infatti deciso di abbassare il valore limite a 1,80 bar per la stagione 2024 (sarà 1,85 bar al Sachsenring, a Mandalika e a Phillip Island, che sono piste più impegnative per gli pneumatici), chiedendo però in cambio che questo venga rispettato per il 60% della distanza di gara.
Una gomma anteriore Michelin MotoGP
Photo by: Michelin
Un compromesso ragionevole, visto che da quest'anno in caso di infrazione dovrebbe scattare una squalifica dai risultati della gara, mentre nel 2023 c'era un warning alla prima infrazione, seguito da delle penalità in tempo, che aumentavano di violazione in violazione. Non è detto comunque che prima dell'inizio della stagione non possa arrivare un alleggerimento di questa posizione, tornando a delle penalità in tempo.
"Oggi il limite è un po' più basso, quindi possono prendersi un margine un po' più ampio per essere sicuri di non essere penalizzati. L'anno scorso, alcuni hanno preso un margine sostanziale, altri hanno rischiato un po' di più. C'era anche la famosa storia che alla prima infrazione c'era solo un warning, quindi qualcuno ci ha anche giocato, utilizzandola come un jolly", ha detto il responsabile della Michelin, Piero Taramasso, durante una visita allo stabilimento di Gravanches, dove vengono realizzate le gomme posteriori della classe regina, alla quale era presente anche Motorsport.com.
"Quest'anno non ci saranno avvertimenti, non appena non si rispetteranno le regole si verrà sanzionati. Non hanno intenzione di scherzare e, ribadisco, le squadra sono in grado di rispettare le raccomandazioni perché ora conoscono molto bene il sistema", ha aggiunto Taramasso, denotando grande fiducia in questo senso.
Il banco di prova della Michelin a Ladoux
Photo by: Michelin
Probabilmente però è ancora più interessante quello che ha rivelato Romain Cacheux, progettista degli pneumatici di MotoGP, che ha spiegato che in realtà i numeri danno ragione a questa regola, perché dalla gara di Silverstone il dato della pressione media utilizzata dai piloti è aumentato sensibilmente, ma è si anche ridotto il numero delle cadute.
"Questo famoso regolamento ha spaventato tutti all'inizio dell'anno", ha ricordato Cacheux. "Ci dicevano: 'No, non è possibile, finiremo tutti a terra, perderemo prestazioni, sarà un disastro. Dopo l'introduzione della regola, che hanno davvero rispettato, non solo non abbiamo avuto più cadute rispetto all'inizio della stagione, ma la tendenza è stata addirittura quella di averne meno", ha aggiunto l'ingegnere, sottolineando che non ci sono state cadute nelle gare lunghe di Buriram e Losail, e che su questi tracciati sono stati battuti i record sul giro.
Tra le altre cose, la visita al centro ricerca e sviluppo di Ladoux ci ha permesso di appurare che, almeno nei numeri, esiste la possibilità di mantenere quasi invariata la competitività anche con una pressione più alta. Abbiamo infatti avuto modo di assistere ad una prova comparativa sul banco di prova dinamico che ha dato un risultato molto interessante.
Il banco prova è sostanzialmente un'enorme ruota tipo quelle che ci sono nelle gabbie dei criceti, che però è in grado di girare fino ad una velocità massima di 350 km/h, ricreando tre diverse condizioni di grip (alto, medio o basso) a seconda del fondo che viene utilizzato. C'è poi un di braccio meccanico sul quale viene montata la gomma, che è in grado di riprodurre sia l'effetto della sterzata che quello dell'angolo di piega, anche se in una sola direzione (lo potete vedere in azione qui sotto).
Watch: Video MotoGP | Ecco come funziona il banco di prova della Michelin
In questo modo è possibile simulare un vero e proprio giro di pista ed è quello che è stato fatto alla nostra presenza, osservando come cambia il rendimento di una gomma anteriore sul tracciato di Misano portando la pressione da 1,9 a 2,1 bar. Il risultato è stato sbalorditivo, perché la differenza sul giro è di appena un centesimo, anche se c'è un ma e lo ha voluto sottilineare bene anche lo stesso Cacheux.
Chiaramente, questo tipo di simulazione non tiene conto della variabile umana, ovvero del feeling che viene trasferito al pilota con una variazione della pressione di questo tipo, che effettivamente cambia parecchio. Questo dato però è utile per spiegare che teoricamente, facendo un lavoro di adattamento sul setting della moto e probabilmente anche a livello di stile di guida, c'è la possibilità di ottenere delle prestazioni molto simili. Ma a questo va aggiunto anche che, in base ai dati in possesso della Michelin, i 2,1 bar di pressione sono un caso "limite", che viene raggiunto solo in rare occasioni durante le gare, anche quando le moto sono in gruppo.
"Non solo sono in grado di rispettare questa raccomandazione se lo vogliono davvero, ma c'è anche un impatto molto, molto ridotto sulle prestazioni complessive. Non ci sono più incidenti e continuiamo a battere i record di gara", ha riassunto in conclusione Cacheux.
Romain Cacheux, progettista Michelin MotoGP
Photo by: Michelin
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