MotoGP | Michelin esclude difetti di fabbricazione sulla gomma di Martin
L'azienda francese ha verificato che tutti i parametri erano corretti in fabbrica quando è stata realizzata la gomma di cui si è lamentato il pilota del Prima Pramac Racing in Qatar. L'analisi dei dati forniti da Ducati e dalla squadra ha confermato una prestazione anomala, ma non ci sono ancora delle risposte definitive. Per avere quelle servirà un'analisi più approfondita, quindi ci vorrà circa un mese, un mese e mezzo.
Sono stati giorni caldi per la Michelin. Subito dopo il Gran Premio del Qatar, Jorge Martin ha speso parole di fuoco nei confronti del fornitore unico di pneumatici, ritenendo che fosse stata una gomma posteriore difettosa a relegarlo al decimo posto dopo aver dominato la Sprint del sabato. Un risultato che ha ridotto le sue possibilità di laurearsi campione del mondo della MotoGP, visto che il suo gap nei confronti di Pecco Bagnaia in questo modo è salito a 21 punti dei 37 che ci saranno in palio questo fine settimana.
Dal canto suo, l'azienda francese ha preso atto delle dichiarazioni del pilota del Prima Pramac Racing, che probabilmente a caldo è stato spinto anche dall'adrenalina del momento, indicandola di fatto come arbitro della contesa iridata. Per prendere la parola però ha atteso di aver concluso almeno la prima parte della sua indagine ed oggi a Valencia il responsabile Piero Taramasso ha incontrato i media per spiegare che una prima verifica ha escluso un difetto di fabbricazione.
"Tutti hanno visto le dichiarazioni che ha fatto Martin dopo la gara del Qatar, che sono state piuttosto dure contro la Michelin, anche se capiamo la sua posizione, perché è in lotta per il Mondiale ed era in un momento di grande adrenalina. Noi prendiamo sempre molto seriamente questo tipo di situazioni. Per prima cosa quindi abbiamo verificato in Francia tutti i processi di costruzione della gomma e se fossero giusti tutti i parametri quando l'abbiamo realizzata. La risposta è che era tutto corretto, quindi non c'era stato un difetto di fabbricazione sulla gomma Martin", ha detto Taramasso.
"Il secondo passo è stato quello di analizzare i dati raccolti in pista, che ci sono stati forniti da Pramac e dalla Ducati. Erano veramente tanti, quindi in tre giorni non abbiamo avuto modo di analizzarli in profondità. In ogni caso, abbiamo fatto del nostro meglio e ieri sera abbiamo condiviso i primi risultati con Pramac e con la Ducati. La conclusione comune è che la performance di Jorge in Qatar non è stata in linea con quello che ci si sarebbe aspettati. Nei primi 6-7 giri la prestazione c'era, poi c'è stato un drop più importante rispetto agli altri. E' vero anche che la sua gomma era particolarmente usurata, ma era indietro e stava spingendo per provare a recuperare. Infatti anche i suoi valori di pressione erano alti, sia all'anteriore che al posteriore", ha aggiunto.
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Jorge Martin, Pramac Racing
Qualcosa di strano comunque c'è stato e quindi a Clermont-Ferrand non hanno intenzione di fermarsi qui e vogliono approndire le loro analisi, per arrivare ad avere delle risposte più certe, che non lascino più dubbi. Però ci vorrà ancora parecchio tempo prima di arrivare ad uno scenario di questo tipo.
"Al momento non abbiamo una risposta chiara, perché ci sono diverse ipotesi. Ma avremo modo di fare delle altre analisi e faremo sapere a voi ed alle squadre se scopriremo qualcosa in più. Taglieremo fisicamente la gomma e verificheremo che internamente sia tutto ok, ma ci vorrà circa un mese, un mese e mezzo per avere delle risposte. Controlleremo anche i dati della gomma di Bagnaia della Sprint (anche lui si era lamentato sabato) e lavoraremo anche sulla mescola dura che avevamo portato in Qatar, perché si tratta di una gomma che ha una finestra di utilizzo molto stretta. Dunque, in base a come viene sfruttata, può avere un rendimento buono o meno buono".
Uno degli aspetti che aveva colpito della gara di Martin a Lusail è stata la partenza, perché la Ducati del pilota spagnolo ha sbandato in maniera evidente e piuttosto anomala. Quando a Taramasso è stato chiesto se questo possa essere stato uno dei fattori che hanno inciso sulla prestazione della gomma di Martin, ha replicato: "Onestamente, non abbiamo fatto una verifica sui dati della partenza, quello che abbiamo visto però è che il giro di ricognizioni era andato bene, perché la gomma aveva i valori giusti di pressione e temperatura. Noi non abbiamo i dati del launch control o cose del genere, quindi ci siamo limitati ad analizzare i dati dei singoli giri. Sicuramente però quando non parti bene e devi spingere per recuperare, questo può modificare la strategia della gara".
Tra gli aspetti che vanno tenuti in considerazione ci sono le condizioni molto particolari incontrate in Qatar, che sicuramente hanno reso più complicato il lavoro per tutti, dalle squadre ai piloti. E anche in questo caso il responsabile della Michelin non ha nascosto che ci sono ancora alcune aree grigie sulle quali bisogna continuare ad indagare.
"Sicuramente le condizioni le condizioni non hanno aiutato, perché c'erano un nuovo asfalto e tanta sabbia in pista. Avevamo già visto che la Formula 1 aveva avuto tanti problemi quando aveva corso a Lusail qualche settimana prima. Sapevamo che le condizioni sarebbe state complicate ed è per questo che avevamo portato questa mescola particolarmente resistente. Dalle rilevazioni che abbiamo fatto appena arrivati in Qatar sembrava che l'asfalto avesse poco grip, ma in realtà poi le moto ne hanno trovato tanto e la gara è stata molto veloce. Per esempio, sia nella Sprint che nella gara lunga, tanti piloti si sono lamentati dello spinning, ma nei dati non si vedeva. Quindi ci sono ancora molte aree grigie da chiarire ed è per questo che abbiamo bisogno di più tempo per analizzare le cose più in profondità".
Infine, gli è stato chiesto se possa essere stato un qualcosa legato allo stoccaggio in circuito, visto che si trattava di una gara extraeuropea, e Taramasso ha spiegato qual è l'iter che le gomme seguono da quando vengono prodotte a quando vengono consegnate alle squadre.
"Lo stoccaggio è una parte molto importante, bisogna controllare la temperatura e l'umidità di dove vengono lasciate le gomme. Le macchine con cui realizziamo le gomme sono automatiche, ma poi abbiamo dei controlli di qualità molto minuziosi: gli pneumatici della MotoGP vengono verificati uno alla volta. Anche quando le trasportiamo sono sempre a temperatura controllata, sempre a 20 gradi. Questo è importante per mantenere le proprietà chimiche. Lo stesso discorso vale quando arrivano in circuito. Se si tratta di gare extraeuropee, abbiamo dei container nei quali è possibile verificare questi parametri", ha concluso.
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
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