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MotoGP | Marquez: “Troppa disparità di stipendi, ci giochiamo tutti la vita”

Marc Marquez conferma che è stato lui a proporre in Safety Commission a Le Mans la discussione sulla riduzione degli stipendi stabilita in MotoGP, e si mostra solidale nonostante sia quello che guadagna più di tutti.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Durante il fine settimana del Gran Premio di Francia, Motorsport.com aveva rivelato che quello stesso venerdì i piloti che avevano partecipato alla riunione della Safety Commission avevano mostrato la loro preoccupazione sulla politica di riduzione degli stipendi che hanno adottato alcune Case come Ducati e KTM.

La forbice va dai circa 100.000 euro che può percepire un rookie ai 20 milioni che, secondo quanto sembra, appaiono nel contratto di Marc Marquez. Il pilota di Cervera ha firmato il suo accordo con Honda prima dell’avvento del Covid e di fratturarsi il braccio destro nell’incidente di Jerez, nel 2020. Il suo vincolo con la Casa dell’ala dorata, che scade alla fine del 2024, è assolutamente fuori dai movimenti di mercato attuali.

Nonostante ciò, Marquez ha riconosciuto questo venerdì al Mugello che la condizione di pilota meglio pagato non lo esime dalla responsabilità di vigilare sugli interessi dei colleghi, circostanza avallata dal fatto che sia stato proprio lui a Le Mans a sollevare il tema in Safety Commission.

“Penso che molti piloti stiano correndo con uno stipendio troppo basso. Non mi sembra giusto che ci sia tanta differenza. È vero che i ‘campionissimi’ devono guadagnare di più, però ci giochiamo tutti la vita nello stesso modo”, ha affermato lo spagnolo.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Ne abbiamo parlato in Safety Commission e sono stato io a sollevare il tema. Sicuramente mi andrebbe meglio se stessi zitto, perché sono quello che guadagna di più. Però non ci possono essere piloti che girano a 350 km/h e guadagnino quello che qualcuno sta pagando in MotoGP”, ha aggiunto Marquez, determinato a creare una specie di sindacato che difende i piloti, ma senza spingersi a dire come gli piacerebbe che fosse articolato o chi sarebbe il suo portavoce: “Penso che debba essere qualcuno che non corre più”.

L’otto volte campione del mondo ha affermato qualche settimana fa di aver valutato che, nella situazione attuale, pensare di lottare per il titolo è una cosa poco realistica. Sicuramente, essendo giunti a questa conclusione, questo fine settimana Honda lavora in maniera diversa, almeno così ha fatto nelle prime due sessioni di prove libere del Gran Premio d’Italia.

Nei due turni, Marquez ha provato un nuovo telaio con l’intenzione di cominciare a delineare la direzione da prendere in vista del 2023. Dopo le prove ha chiuso in 12esima posizione nella combinata, un risultato che lo lascia provvisoriamente fuori dal gruppo che gli garantisce l’accesso diretto alla seconda e decisiva fase di qualifica.

“Oggi abbiamo lavorato in maniera diversa per capire la moto in vista del futuro. Ho lavorato con due moto differenti, l’idea è provare a far girare meglio la moto, in meno spazio. Honda sta lavorando molto”, ha affermato Marquez.

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