MotoGP | Marquez: “Tornerò in moto quando sarò al 70-80%”
Marc Marquez ha tenuto una conferenza stampa in Austria in cui ha dato un aggiornamento sulle proprie condizioni di salute e sul recupero al braccio destro che lo sta tenendo lontano dalle gare. Al Red Bull Ring ha anche parlato dei problemi che sta attraversando Honda, in grande difficoltà tecnica.
Il Gran Premio d’Austria è uno degli appuntamenti più attesi di questa seconda parte di stagione per diversi motivi, ma uno dei principali è il ritorno nel paddock di Marc Marquez. Non si tratta di un rientro vero e proprio, perché l’otto volte campione del mondo non salirà in moto, ma in occasione della gara al Red Bull Ring torna a farsi vedere e alla vigilia del weekend ha tenuto una conferenza stampa per aggiornare sul proprio stato di salute.
Il pilota Honda si è fermato alla fine di maggio, dopo la gara del Mugello, per sottoporsi a una nuova operazione al braccio destro. L’intervento è stato il quarto da quando si è infortunato a luglio 2020 a Jerez, e da allora il calvario non è ancora terminato. Sembra però che si inizi a vedere la luce in fondo al tunnel, dopo questo quarto intervento il recupero sta procedendo bene e in conferenza stampa ha parlato del suo percorso per tornare in forma.
"Dopo l'operazione, nelle prime sei settimane non ho mosso il braccio”, spiega Marquez. “L'ho tenuto immobilizzato, abbiamo adottato un approccio conservativo per curare tutti i passaggi, meglio andare piano che avere fretta. Nelle due settimane successive ho iniziato a muovere il braccio e poi sono passato agli elastici. Vedremo se la prossima settimana potrò aumentare il carico e poi faremo un piano. L'osso è una cosa, il resto del muscolo è un'altra. Sono consapevole dell'importanza del recupero e se devo prolungarlo, lo farò. È ovvio che quando mi sentirò al 70% salirò sulla moto, non possiamo aspettare di essere al 100% perché la parte finale del recupero deve avvenire sulla moto".
Marc Marquez al box Honda in Austria
Marquez ci tiene però a sottolineare quanto il lavoro sia ancora lungo: “Alla fine è un braccio che ha ricevuto quattro operazioni! Ora funziona bene, riesco a fare esercizi che prima non potevo fare e la prossima settimana ho una visita di controllo che stabilirà quando potrò tornare in moto e se posso aumentare i carichi di lavoro con i pesi. Al momento siamo ottimisti. Ogni settimana aumento il lavoro e il braccio risponde bene”.
Inevitabilmente, il discorso è poi passato alle difficoltà che sta attraversando la Honda in questo periodo. Nessun pilota è ancora riuscito a trovare la quadra di una moto che sembra inguidabile e con un progetto che pare andare verso la deriva senza la guida di Marc. Il pilota di Cervera rivela di essersi recato in Austria anche per parlare con la squadra e restare aggiornato sugli sviluppi.
"Ovviamente è evidente che la Honda sta attraversando un momento difficile”, afferma Marc. “Questo riguarda tutti i piloti, e quando riguarda tutti i piloti significa che il progetto non è al massimo. Ma è vero che abbiamo l'esperienza del 2020 e del 2021 quando ho trascorso molto tempo lontano, mi sono scollegato troppo e quando sono tornato tutto sembrava nuovo. Ho cercato di rimanere in contatto con la squadra, di mantenere un rapporto stretto con gli ingegneri. Non sono venuto a guardare le gare, sono venuto a parlare con gli ingegneri, non decido io cosa fare ma voglio essere coinvolto nel progetto. In una situazione come questa il pilota non può fare la differenza da solo, è un lavoro di squadra”.
"Le ultime componenti non ho potuto provarle, fino al Mugello non si riusciva a guidare bene la moto e il problema era grande. Ma per me il problema non è la moto, è il progetto, le informazioni devono circolare nel modo giusto, se tutti si impegnano e sono motivati usciremo sicuramente da questa situazione. L'importante è capire la direzione che prenderà il progetto”.
In un video, Marquez parla della situazione di Honda e in conferenza stampa chiarisce il senso di ciò che ha espresso nel video diramato dai canali ufficiali Repsol: “Credo ci sia stato un fraintendimento, quando parlo di squadra non mi riferisco alle persone, ma al concetto. Stiamo vedendo i team europei lavorare in modo diverso, la Honda sta lavorando duramente e si sta impegnando, non possiamo dire che non stiano facendo nulla. Quando parlo di cambiamento parlo del concetto, del coordinamento, non devo dire come farlo, Honda è il marchio che ha vinto di più, mi fido di loro, ma devono capire come organizzarsi meglio, ci sono sempre più gare e meno test e il lavoro in fabbrica sta diventando sempre più importante”.
“Non sono la persona giusta, non è mio compito dire loro come organizzarsi. Sono solo un pilota e chiedo la migliore moto in griglia, è il mio obiettivo e quello di HRC, che è qui per vincere titoli, proprio come il resto dei piloti del marchio. L'obiettivo della prossima stagione, anche se le sensazioni non sono buone, sarà sicuramente quello di vincere il titolo. Ora le menti sono aperte e sembra che il feeling sia buono. Non voglio dire che la Honda debba lavorare come gli europei, lo stile giapponese ha funzionato e ha vinto, ma il mondo è cambiato e il campionato è cambiato, si cerca di capire come battere al meglio i nuovi piloti. L'importante in un momento difficile è non farsi prendere dal panico, che sarebbe il peggior nemico. Stiamo analizzando la situazione e mi fido di loro, mi sono operato al braccio per tornare al top con loro, ma dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione”.
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