MotoGP | Marquez: "Sono rimasto cauto, non aveva senso rischiare"
Marc Marquez ha concluso la sprint con un diciottesimo posto, alle spalle anche del compagno di squadra Joan Mir. Dopo aver trovato anche sul bagnato i medesimi problemi già riscontrati sull'asciutto, il pluricampione ha spiegato che non ha voluto correre alcun rischio ripensando alle numerose cadute del weekend in Germania, decidendo piuttosto di trattare la corsa come una sorta di sessione di prove libere per dare indicazioni alla Honda.
Marc Márquez non si aspettava un sabato facile durante il Gran Premio di Gran Bretagna. Tuttavia, la giornata di mezzo si è rivelata più difficile del previsto. L'otto volte campione del mondo ha assunto un atteggiamento conservativo a Silverstone in questo fine settimana, specialmente tenendo amente tutte le cadute subite al Sachsenring e ad Assen prima della pausa estiva. Così è stato anche a in terra britannica, dove ha cercato di non prendersi rischi nella prima gara sprint dopo il ritorno della MotoGP dalla pausa estiva.
Dopo non essere riuscito a superare il turno in Q1 ed essersi qualificato solamente quattordicesimo, il pilota spagnolo ha notato fin dall'inizio della sprint che la sua Honda presentava anche sul bagnato i medesimi problemi che aveva già incontrato sull'asciutto. Sapendo che il bottino non sarebbe stato troppo generoso anche se avesse messo in gioco tutto il suo talento cercando di andare oltre il limite, Marquez ha optato per un approccio conservativo, tanto da concludere 18°, dietro al compagno di squadra Joan Mir.
Al termine della gara, lo spagnolo ha ammesso che non si aspettava una gara così difficile e ha ammesso che, per questo motivo, l'ha affrontata in maniera più rilassata, tanto da prenderla come una sessione di allenamento. "Non mi aspettavo di andare così male, ma questa volta abbiamo riconfermato che i problemi sull'asciutto si presentano anche sul bagnato", ha dichiarato a diversi media, tra cui Motorsport.com.
"Quando ho notato che il feeling non era buono mi sono calmato, e l'ho trattata come una sessione di prove libere. Ho deciso di seguire Mir per dare informazioni alla Honda. Seguendo gli altri perdiamo accelerazione; seguendo Mir non perdo nulla", ha spiegato il pilota di Cervera, prima di aggiungere che, anche se avesse spinto, non sarebbe arrivato a punti.
"Se si cade una volta durante il fine settimana, il rischio è minore che se si cade quattro volte. Se avessi rischiato, sarei arrivato al massimo quattordicesimo".
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Il pluricampione ha minimizzato l'importanza di aver mantenuto un atteggiamento conservativo, in quanto il distacco dai primi non gli interessa al momento, e ha chiesto ancora una volta al marchio dell'ala dorata di dargli una strada chiara su cui costruire di nuovo una moto competitiva: "Non importa se finisco 20 secondi dietro o 29 secondi dietro. Non è compito mio dire se la moto deve essere migliorata o buttata via. Non sono un ingegnere, e in Giappone ci devono essere persone che sanno dove andare".
Inoltre, Marquez ha anche ricordato le cinque cadute subite al Sachsenring, sottolineando che quella brutta esperienza deve servire per migliorare: "In sei gare mi sono rotto tre ossa e un legamento. Ho aperto la finestra e ho pensato che ci fosse una possibilità, ma poi il feeling non c'è stato [nella sprint]. L'esperienza di quanto accaduto in Germania deve servire a qualcosa".
Infine, si è detto molto felice per la vittoria del fratello nella gara sprint: "Sono molto contento per Alex, che quest'anno è stato vicino a uscire dalla MotoGP e ha dimostrato di essere a un buon livello", ha poi concluso.
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