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Intervista

MotoGP | Marquez: "Se fallirò in Ducati mi ritirerò sereno per averci provato"

L'otto volte campione del mondo ha concesso un'intervista a Motorsport.com, parlando del grande aspetto simbolico che avrà la prossima trasferta a Valencia, che segnerà la fine della sua lunga storia d'amore con la Honda, ma anche l'inizio della nuova avventura con la Ducati del Gresini Racing.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Ci sono dei binomi che sono praticamente indissolubili. E quello tra Marc Marquez e la Honda sembrava destinato ad essere così. Vederlo indossare la tuta con i colori Repsol ormai era quasi scontato come vedere Francesco Totti con la maglia della Roma o Paolo Maldini con quella del Milan. A volte però anche i grandi amori sono destinati a concludersi ed è quello che succederà tra qualche giorno a Valencia.

Domenica pomeriggio, una volta presa la bandiera a scacchi, l'otto volte campione del mondo imboccherà per l'ultima volta il box della HRC dopo 11 stagioni insieme. Le prime sette trionfali, con la bellezza di sei titoli iridati. Le ultime quattro invece da dimenticare, tra il grave infortunio del 2020 ed una RC213V che di anno in anno è diventata sempre più critica, relegandolo ad un ruolo di comprimario.

Se non altro, il campione di Cervera non avrà neanche il tempo di guardarsi alle spalle, perché neppure 48 ore dopo inizierà la sua nuova avventura, "assaggiando" per la prima volta la Ducati del Gresini Racing nei test collettivi che si terranno martedì prossimo sempre al Ricardo Tormo. Prima di affrontare queste giornate molto emozionanti, il #93 ha fatto un bilancio e parlato delle sue aspettative in un'intervista che ha concesso a Motorsport.com in occasione del Gran Premio della Malesia.

Stai per disputare le tue ultime gare da pilota Honda. Visto tutto quello che avete passato insieme, come ti senti?
"E' difficile. E' ancora difficile rendersi conto che il prossimo weekend sarà la mia ultima gara con la Honda quest'anno... In futuro, non si sa mai. Ma è vero che quello di Valencia sarà un fine settimana super difficile ed emozionante. Al momento non mi rendo conto di molte cose e mi concentro solo sulla pista, cercando di dare il massimo. Ma sarà un GP di Valencia molto strano e sarà un martedì di test molto strano, guidando un'altra moto e con facce diverse nel box".

Sappiamo che tu e la Honda siete praticamente una famiglia. Sei rimasto sorpreso da quanto facilmente ti abbiano liberato?
"Sì, certo. Voglio dire, per me è facile da spiegare. Il nostro rapporto con Honda è sempre stato molto onesto, super pulito e molto buono. Abbiamo avuto 11 anni, a mio parere, di grande successo, con un rapporto vincente. E credo che anche questa decisione per il prossimo anno sia vincente. Perché? Perché passerò su una moto che è in testa al campionato e cercherò di raggiungere il mio obiettivo, che è quello di sentirmi di nuovo competitivo. Sentirsi competitivi non significa vincere, significa solo sentirsi competitivi e guidare in modo più confortevole e cercare di lottare per le prime posizioni in alcune gare. La realtà è che tutto il budget che mi pagano oggi andrà sulla moto. Anche questo è importante. La mia zona di comfort era qui, rimanere qui, guidare la moto e prendere lo stipendio senza pressioni. Ma credo che ora la cosa migliore per il progetto sia che investano tutto sulla moto. Honda è Honda. Honda tornerà al top con o senza di me. Quindi, credo che possano farcela".

La Honda ha la mentalità giusta per utilizzare le concessioni in modo corretto e tornare ad essere competitiva nel 2024?
"Per me le concessioni sono importanti. Prima di tutto per Honda. In secondo luogo per il campionato. E poi anche per i piloti. Perché? Alla fine le agevolazioni ci sono, ma i costruttori devono capire come usarle e trarne i vantaggi. È una cosa facile, perché alla fine si ha più margine, più cose da sviluppare. Quindi, sarà un bene per Honda, per Yamaha, per i team e per i costruttori avere queste agevolazioni. Sarà meglio per il campionato, perché alla fine un grande costruttore deve essere competitivo, perché se non lo è i grandi capi possono dire 'cosa stai facendo?'. La MotoGP ha bisogno di avere sempre più costruttori nel campionato. I costruttori resteranno qui se si sentiranno competitivi. In caso contrario, se ne andranno. Quindi, questo è importante. E poi per i piloti, perché ora i piloti cercano la moto migliore. E se ci sono costruttori più competitivi e moto più competitive, i costruttori cercheranno i piloti e non il contrario".

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Marc Marquez, Repsol Honda Team

I problemi della moto sono iniziati con l'infortunio del 2020. Hai mai pensato che senza il 2020 la situazione difficile in cui vi trovate ora non si sarebbe mai verificata?
"Naturalmente a Jerez 2020 è cambiato tutto nella mia carriera, e una conseguenza sono stati anche i risultati ottenuti dalla Honda. Ma ha generato la situazione attuale della Honda? Voglio dire, alla fine ho avuto molti compagni di squadra forti dall'altra parte del box, come Pedrosa, Lorenzo, nel 2020 mio fratello, poi Pol Espargaro e Joan Mir, che è un altro campione del mondo. Sono sempre stato la migliore Honda del campionato, anche nel 2021 e nel 2022. E quest'anno. Quindi, questo è un aspetto su cui cerco sempre di esprimere nei miei commenti e cerco di sviluppare la moto nel miglior modo possibile per raggiungere l'obiettivo della vittoria. Ma hanno avuto anche altri piloti forti, come Lorenzo ad esempio, che era arrivato dalla Ducati, dove stava vincendo. E in Honda si è ritirato. Pol Espargaro è stato un po' lo stesso. Arrivava dalla KTM, l'anno precedente era stato quarto in campionato, poi è arrivato e ha faticato. E Mir e Rins: l'anno scorso stavano vincendo delle gare, e sono arrivati qui e stanno faticando. Quindi, alla fine, naturalmente vorrei tornare indietro e dimenticare quel giorno a Jerez. Ma ormai è andata così. Ma sono sicuro che la Honda tornerà al top con me o senza di me".

Il 2024 è l'anno in cui sentirai più pressione ad iniziare la stagione? Tutti pensano che dominerai con la Ducati, ma per ora hai guidato solo la Honda in MotoGP. E' difficile pensare a tutte queste aspettative?
"Sì, certo, questo è il mio lavoro. Il mio lavoro consiste nel cercare di dimenticare, o di spostare, tutte queste aspettative. So che alcuni hanno grandi aspettative e che alcuni dicono che vincerò tutte le gare, altri che sarà un disastro. Alla fine, ho già detto il giorno dell'annuncio, e lo ripeto, che non posso creare aspettative senza aver provato la moto. Ma per me l'obiettivo principale in questo momento è cercare di divertirmi di nuovo in pista, perché se mi diverto di nuovo posso allungare la mia carriera. Se non mi diverto, la mia carriera non durerà ancora a lungo. Quindi, questo è l'obiettivo principale. Poi, quando proverò la moto a Valencia, quando farò la pre-stagione in Malesia, capirò dove sono. Ma sarà difficile e sarà una bella sfida per me stesso, adattare il mio stile di guida di 11 anni con un tipo di moto ad un altro. Cercherò di fare del mio meglio, naturalmente, e credo di essere in una squadra molto buona, che è quello che cerco: una squadra familiare. Forse non la squadra più grande, ma una squadra familiare, che cerca di lavorare e di divertirsi di nuovo con le corse".

Hai paura che possa non funzionare?
"Sì, ovviamente è una possibilità e ovviamente ho dei dubbi. Anche ora che ho preso la decisione, ho dei dubbi. Ed è possibile che non funzioni. Ma alla fine, quando un giorno mi ritirerò, mi ritirerò sereno perché avrò provato tutto nella mia carriera. E ho fatto quello che sentivo. Se fossi rimasto alla Honda, sarei stato timido, dicendo: 'no, non lo farò perché se non avrò successo tutti mi criticheranno'. Ok, accetterò se non sarà una mossa di successo. Accetterò le critiche e tutte queste cose. Ma almeno mi ritirerò in modo tranquillo perché avrò provato tutto. Io sono così. La mia zona di comfort era rimanere in Honda, e il 95% dei piloti sarebbe rimasto in Honda. Perché? Grande stipendio, nessuna pressione, potendo dire: 'ok, questa gara non è andata bene perché stiamo sviluppando la moto'. Rimanere era facile. Ma io non sono così. Sono un vincitore ed un assassino e cercherò di fare del mio meglio per cercare di lottare al vertice".

Qual è la lezione più importante che hai imparato alla Honda?
"Per me, rispettare il mio corpo. Questa è stata la lezione più grande che ho imparato dal 2020".

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