MotoGP | Marquez: "Devo risolvere i problemi di Honda, ma non so come”
Marc Marquez ha chiuso i test di Sepang molto contento dal punto di vista fisico, considerando i tre giorni di duro lavoro. Differente il sentimento verso la moto del 2023 portata da Honda.
In questa fase della pre-stagione, sembra che i problemi evidenziati da Honda in queste ultime stagioni non si stiano risolvendo al momento, almeno l’impressione è questa, sia per le parole sia per il linguaggio del corpo dei piloti. Marc Marquez è il pilota che guida questa moto da più tempo ed è stato logicamente scelto dagli ingegneri del progetto per portare avanti lo sviluppo.
“Abbiamo un nuovo direttore tecnico (Ken Kawauchi, ndr), che vuole capire molte cose a livello di concetti. Questo rende la vita molto difficile ai piloti, io sono quello con più esperienza in Honda, quindi hanno scelto me per fare tutti questi esperimenti. Avranno i loro motivi, io mi sono semplicemente limitato a guidare. Spero che sia utile per loro”, ha riassunto Marquez alla fine del terzo giorno.
L’otto volte campione del mondo ha firmato il decimo tempo in 1’58”666 ed è il primo su una moto non italiana nella classifica dei tempi dei test di Sepang: “Abbiamo provato molte cose in tutti questi giorni, ora spero che analizzino tutte queste informazioni e portino qualcosa di nuovo in Portogallo”. Lì infatti si svolgerà il prossimo e ultimo test della pre-stagione, prima che tutto ricominci davvero.
“Vuoi sempre di più, Honda e il team hanno organizzato molto bene il test, a parte questo, devo dire che fisicamente sto molto bene e questa cosa mi ha fatto guidare con una fiducia maggiore. Ora posso decidere quando andare forte o andare piano, una cosa che l’anno scorso era impossibile da fare. Adesso posso essere molto preciso con i commenti”, ha sottolineato con positività il catalano.
Nonostante la competitività della moto non inviti a un grande ottimismo, Marc ha qualcosa di importante da festeggiare, ovvero il recupero del suo braccio destro: "Sono più contento del mio fisico che della moto. C'è solo un corpo; ma le moto, potremmo averne altre quattro in Portogallo".
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Photo by: MotoGP
Sabato infatti Marquez ha scartato una delle tre moto che aveva nel box, e ora sembra che abbiano deciso una delle due moto rimaste: "Abbiamo iniziato con quattro moto, il secondo giorno ne avevamo tre. Oggi ne avevamo due, e nel pomeriggio sono rimasto con una sola. Ma questa non è la moto di cui ho bisogno per iniziare il mondiale, devo essere un passo avanti rispetto a quella moto", ha avvertito.
"Non abbiamo tempo di portare tre moto a Portimao. Era importante prendere una direzione. Quella che abbiamo scelto è molto simile ai test di Valencia, con gli stessi problemi. E ora è il momento di risolvere questi problemi, anche se non so come", ha detto il pilota di Cervera.
Una curiosità è stata quella di vedere la RC213V senza pacchetto aerodinamico, il che apre la porta a soluzioni differenti da parte di Honda: “Ovviamente non è stata una mia idea uscire senza ali. Mi è stato detto di farlo e l'ho fatto, anche se era ora di mettere la gomma morbida. A volte, come pilota, è importante limitare il proprio feedback. Abbiamo bisogno di qualcosa di più, ma ho sentito una reazione”.
A Marc è stato chiesto di descrivere i difetti della moto: "Abbiamo gli stessi problemi dell'anno scorso. La velocità massima non è male, ma impieghiamo troppo tempo per raggiungerla, e questo è un problema di trazione. In Europa, con i rettilinei corti, sarà difficile per noi. E nelle frenate ad alta velocità dobbiamo anche fermare meglio la moto per essere più costanti. Nella frenata della prima curva abbiamo perso un decimo e mezzo o due rispetto alla Ducati".
Marquez non è andato alla ricerca di un giro veloce, anzi non ha nemmeno montato le gomme morbide per cercare di farlo: "Se si è realisti è molto più facile controllare l'ansia. Nel pomeriggio tutti hanno montato la gomma morbida, sembrava una gara a tempo, e le mie (gomme morbide) sono rimaste nel box. Dobbiamo migliorare, perché siamo nei primi cinque ma siamo molto vicini”.
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