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MotoGP | Marquez: "Marini in Honda? Sorpreso dai 2 anni di contratto"

L'otto volte campione del mondo non è tanto sorpreso dell'arrivo quasi certo in Honda del pilota italiano, quanto del fatto che gli verrà fatto firmare un contratto di due anni, con la HRC che quindi avrà una moto "bloccata" quando tutti i big saranno in scadenza. Marc poi ci ha tenuto a difendere l'operato del team manager Alberto Puig ed ha applaudito ancora una volta il ritirono delle concessioni nel 2024.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

La sua lunga storia d'amore con la Honda sta arrivando al capolinea e i risultati continuano a mancare, quindi difficilmente ci sarà un finale da ricordare per Marc Marquez e la Casa giapponese dopo la bellezza di sei titoli iridati conquistati insieme nello spazio di appena sette anni, che però ora sembrano ricordi lontanissimi tra gli infortuni e le difficoltà tecniche che hanno caratterizzato le ultime quattro stagioni.

Con le performance che latitano ed il suo posto in HRC ancora vacante per il 2024, con Luca Marini come grande favorito per prendere quella sella, il pilota di Cervera ormai viene utilizzato principalmente dai media come opinionista su tutto quello che gli accede intorno. E, inevitabilmente, al suo arrivo in Qatar, le domande si sono focalizzate sul suo erede, con Marc che non ha nascosto che comunque l'indirizzo preso dai nipponici lo ha stupito, soprattutto per la durata del contratto.

"Il passo naturale sarebbe quello di ingaggiare un pilota senza contratto, per un anno, ed entro il 2025 avere entrambe le moto libere. Poi si potrebbe analizzare com'è il progetto e, se si è pronti a vincere. Allora si va su Bagnaia, Martin, Acosta, Marquez o il pilota che si vuole. Sembra invece che Marini firmerà per due anni. Quindi sono un po' sorpreso, ma la Honda avrà le sue ragioni", ha detto il #93 quando gli è stato chiesto della probabile scelta di Marini.

La critica si è accanita molto sul team manager Alberto Puig per la deriva che ha preso la Honda e per il modo in cui si è concluso proprio il rapporto con Marc, chiuso con un anno d'anticipo per salire su una Ducati satellite del Gresini Racing. L'otto volte iridato però ci ha tenuto a precisare che secondo lui non è il manager spagnolo il problema della HRC.

"C'è tante gente che critica Alberto, ma lui è una persona onesta e di solito quelli onesti hanno pochi amici. E' una persona che se pensa qualcosa, te lo dice senza giri di parole, ed è per questo che ritengo che sia fondamentale per il progetto Honda. Ci sono molte volte in cui un team manager non può decidere tutto, devo farlo insieme al suo staff, ma credo che Alberto abbia ottime idee per il futuro della Honda. Credo che sarebbe un errore se uscisse da questa situazione in maniera negativa, perché è sempre stato molto chiaro ed aveva un progetto in mente. Alcune cose sono state fatte ed altre no, ma mi sono sempre piaciute le sue idee".

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marquez poi è stato chiamato a commentare un altro argomento molto discusso nell'ultima settimana, ovvero il ritorno delle concessioni per la prossima stagione, che dovrebbero dare una mano soprattutto ai costruttori giapponesi per provare a colmare il gap che si è creato con quelli europei negli ultimi anni. Un progetto che Marc condivide, perché crede che tornerà a mettere i piloti al centro della scena.

"Penso che sia importante che i costruttori siano all'altezza. Soprattutto perché è meglio per i piloti. Se c'è una moto che è chiaramente superiore alle altre, tutti i piloti la vogliono. Ora si cercano più buone moto che buoni piloti. Se ci sono diverse moto e costruttori di pari livello, i piloti saranno sempre più importanti. Naturalmente ci sono otto Ducati e la maggior parte dei piloti ha gli stessi strumenti, ma è un bene per il campionato avere diversi costruttori al vertice, soprattutto perché se sei un grande costruttore e non hai risultati...".

Prima di chiudere, però, ha puntualizzato una cosa fondamentale: "La prima cosa è avere le concessioni. Poi si tratta di trovare il modo di usarle: non è facile, perché alla fine non è facile usarle nel modo giusto". E ha aggiunto che comunque questa cosa non avrebbe cambiato la sua scelta di lasciare la Honda: "Quando ho preso la mia decisione comunque sapevo già che Honda avrebbe avuto il 90-95% delle concessioni per il 2024".

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