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MotoGP GP d'Austria

MotoGP | Marquez: “Io e Pecco ci aiuteremo a far salire il nostro livello”

Marc Márquez non vuole essere troppo drastico nel giudicare come potrà essere il rapporto nel box con Pecco Bagnaia nel team ufficiale il prossimo anno. Di una cosa, però, il pilota Gresini è certo: i due insieme si aiuteranno tra di loro per far salire il livello.

Marc Marquez, Gresini Racing

Marc Marquez, Gresini Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Il Gran Premio d’Austria riporta subito alla mente le battaglie per la vittoria che hanno lasciato col fiato sospeso fino alla bandiera a scacchi. A giocarsi la prima posizione erano all’epoca Marc Marquez e Andrea Dovizioso, ma la MotoGP arriva al Red Bull Ring questo fine settimana con uno scenario completamente diverso. Pecco Bagnaia e Jorge Martin sono i favoriti, ma a loro si aggiunge Enea Bastianini, che a Silverstone ha superato in campionato l’otto volte campione del mondo, ancora non pienamente adattato alla Ducati.

L’alfiere Gresini si presenta a Spielberg da inseguitore, con le stesse sensazioni di sempre che, sostiene, lo portano a non mettersi tra i favoriti. In effetti, entrati nella seconda metà di stagione, Marc non è ancora tornato sul gradino più alto del podio, da cui manca da ben 1029 giorni. L’Austria potrebbe rappresentare la fine del digiuno? Marc non ne è convinto, anzi.

“Qui ho perso tre vittorie consecutive all’ultima curva”, ricorda Marquez. “È una pista che mi piace, mi sento bene. Ora sto guidando la miglior moto che è la Ducati. Ma i tre davanti a me in campionato stanno guidando la mia stessa moto, ma più evoluta. Quindi sono più veloci e devo continuare a imparare e spingere. Vediamo se riusciremo ad avvicinarci. Ad ogni modo non credo che quest’anno arriveremo all’ultima curva lottando con i primi tre. Ma vedremo, se troveremo una buona base e saremo perfetti, potremo provarci”.

Bagnaia, Martin e Bastianini dispongono della GP24, l’ultimo aggiornamento che sta facendo la differenza rispetto alle altre Ducati. Marquez non è il solo a dirlo e, nonostante a volte sia il miglior interprete della GP23 se si guarda la classifica, non vuole lanciarsi in proclami: “Bisogna guardare la realtà, nelle ultime gare Bastianini ha rimontato partendo da dietro, ma è sempre stato un passo avanti a noi. Lo sono stati soprattutto Pecco e Martin, con il loro livello di costanza. Cosa manca? Penso di avere una buona moto, un buon team. Si possono vincere gare, ma devo migliorare il mio stile di guida e sarò sempre autocritico. Al momento ho quello che ho, e con questo si può fare molto bene”.

Marc Marquez, Gresini Racing

Marc Marquez, Gresini Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

“Quest’anno mi condiziona molto come inizia il venerdì mattina. Se comincia comodo, il weekend è buono. A Silverstone ho iniziato lontano, poi la domenica sono tornato sul gruppo di testa negli ultimi giri, ma era troppo tardi. Dipende molto dal setup di base. Da dove cominciare? Sembra che di pista in pista cambiamo un po’ troppo, ma speriamo di trovare una base comoda per questa seconda parte di stagione. Se mi sento comodo, posso lottare con i primi tre, ma deve essere tutto perfetto”, prosegue parlando delle difficoltà che ha incontrato nel corso di queste prime dieci gare.

Il gap si potrà ridurre l’anno prossimo? Il pilota di Cervera passerà al team ufficiale e disporrà della Desmosedici GP25, l’ultimo modello che avrà anche Pecco Bagnaia. L’attesa per vedere i due piloti insieme nel box è tantissima, ma c’è chi teme che si tratti di “due galli nel pollaio”. Lo stesso campione in carica ha affermato che l’arrivo di Marquez sarà “ottimo o un disastro”.

A queste affermazioni, ha fatto seguito la risposta di Marc: “Per me sarà solo una nuova esperienza, Pecco è il riferimento in Ducati, è velocissimo e ovviamente devo imparare molto da lui. Ora ho i dati, ma dentro al box sarà diverso. Come è logico in un box, quando ci sono due piloti che vanno veloci, si aiutano tra di loro, direttamente o indirettamente. Aiuta a far salire il livello, ma questo vuol dire competitività nel box. Può comunque essere una competitività sana, poi ognuno ha il suo team tecnico, ma non vedo perché debba essere cattivo il rapporto”.

In passato, l’otto volte iridato si è trovato nella situazione inversa, lui esperto e gran conoscitore della moto e nuovi compagni di squadra che dovevano imparare: “È una situazione diversa. In Honda, guidando da anni la stessa moto, appena c’era anche solo un piccolo problemino il venerdì, sia il team che io sapevamo ciò di cui avevamo bisogno per risolverlo. Ora sto indagando cose, l’anno prossimo cambiamo ancora team tecnico. Mi devo far guidare da Ducati, che è la squadra vincente. Arrivo in un box dove negli ultimi due anni c’è stato il campione del mondo, forse anche tre anni. Chiaramente arrivo con uno svantaggio, ma non tecnico. Lui va più veloce e lo sta dimostrando in pista, si tratta più di fiducia, di conoscenza. È la fiducia che si genera dal vincere: le cose che non vanno, funzionano, situazione scomode che diventano comode”.

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