MotoGP | Marini: “Non si deve provare a trasformare Honda in una Ducati”
Il pilota di Tavullia ingaggiato da Honda per questa stagione, continua a soffrire per la messa a punto della RC213V e avverte che non si potrà trasformare la moto in qualcosa che non è.
La terza e ultima giornata di test ufficiali della pre-stagione MotoGP 2024 che si svolge a Sepang ha visto Joan Mir fermare il cronometro sull’1’57”374, un tempo più che accettabile che accende le speranze in Honda. Tuttavia, Luca Marini, nuovo ingaggiato per i prossimi due anni, ha faticato per chiudere poi in 19esima posizione. È l’ultimo dei piloti della casa nipponica e con un tempo di 1’58”026. Una differenza evidente.
“Sul giro secco, Joan ha fatto un giro buonissimo. Ma lui conosce la Honda più di me e il modo di fare il giro veloce è molto diverso rispetto a come si fa con la Ducati”, ha spiegato Marini nel pomeriggio malese. “Con la Ducati, la ruota posteriore si ferma molto di più in frenata rispetto alla Honda. Sto facendo fatica a frenare la moto e girare. Mir è più rapido di me in questo aspetto al momento”.
Luca Marini, Repsol Honda Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Nonostante Marini voglia applicare sullo sviluppo della Honda la propria esperienza da pilota Ducati, la miglior moto della griglia, è consapevole del fatto che ogni moto è diversa: “Il DNA della moto deve comandare. Non si deve provare a trasformare la Honda in una Ducati, perché ha anche dei punti forti”.
Nonostante abbia chiuso in 19esima posizione, i tempi molto vicini fanno sì che la distanza di Marini dal resto della griglia non sia così ampia. Anche rispetto ai portacolori LCR Johann Zarco e Takaaki Nakagami: “Il margine con gli altri è minore oggi, ma nella parte finale dell’ingresso in curva ho ancora molto margine di miglioramento”.
Uno degli aspetti su cui deve lavorare di più la Honda è l’aerodinamica: “Aiuta molto la moto, a far lavorare gli pneumatici. Penso che avremo bisogno di gomme più dure”. Il fratello di Valentino Rossi non sta completando un test come vorrebbe, ma è consapevole del fatto che siamo solo all’inizio del percorso: “L’anno scorso pensavo di essere rapido in qualifica, ma il modo di fare il giro veloce è diverso da Ducati. Ho margine di miglioramento, ma la moto ancora di più”.
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