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MotoGP | Marini: "Il primo con cui ho parlato di passare in Honda è Valentino"

Il 27 novembre, un giorno dopo la fine della stagione 2023 della MotoGP, la Honda ha annunciato l'ingaggio di Luca Marini per sostituire il suo pilota di punta da oltre un decennio: Marc Marquez.

Luca Marini

Luca Marini era uno di quelli che non credevano che Marc Marquez avrebbe lasciato la Honda un anno prima della scadenza del contratto, rinunciando ad un ingaggio multimilionario. Per questo motivo, il giorno in cui è stata annunciata formalmente la separazione, creando la necessità per la Casa giapponese di ingaggiare un pilota, l'italiano l'ha vista come un'occasione unica per arrivare in un box ufficiale alla sua quarta stagione in MotoGP, dopo averne passate tre con la VR46, la squadra del fratello Valentino Rossi. Il sogno di ogni pilota d'élite.

Marini si è dimostrato molto coraggioso, in quanto ha scelto di lasciare la comodità di essere il fratello del boss, per entrare in un mondo completamente sconosciuto e con una cultura, quella giapponese, ed un modo di lavorare a cui non è abituato.

"Onestamente, la prima persona che ho chiamato è stata mio fratello. Prima di tutto perché è il capo della squadra, il proprietario. Ma anche perché è una persona di grande intelligenza e con molta esperienza. Gli ho spiegato cosa avevo dentro, cosa pensavo, che poteva essere un'opportunità per la mia carriera, per la mia vita, e insieme, con l'Academy, con il mio manager e con la Honda, abbiamo iniziato a parlare e da quelle conversazioni è nato tutto questo", ha spiegato il pilota italiano in un'intervista esclusiva per il podcast "Por Orejas" di MotorsportNetwork.

"Penso di essere il pilota giusto per la Honda in questo momento e penso anche che, per me, la Honda sia la squadra ideale, perché è un sogno, è come andare a giocare per il Real Madrid o il Barcellona - è spettacolare", esclama.

"Sicuramente in questo momento il pacchetto tecnico della Honda non è il migliore, ma con l'esperienza che ho in MotoGP con la Ducati e con tutto quello che posso dare alla Honda con i miei feedback, in breve tempo lotteremo di nuovo per salire sul podio", aggiunge l'italiano.

Uno dei punti a favore sia della Honda che di Marini in questo lungo percorso di recupero è rappresentato dalle concessioni di cui godrà la Casa giapponese.

"Penso che al momento possiamo solo migliorare. Dobbiamo essere pazienti e darci tempo, non dobbiamo avere fretta. La MotoGP è uno sport davvero complicato, con molta concorrenza: non c'è solo la Ducati, ci sono anche KTM, Aprilia, Yamaha, che spingono molto per migliorare le loro moto. Non sarà facile, ma dobbiamo lavorare meglio dei nostri avversari, non sarà facile, ma credo che abbiamo il potenziale e le persone giuste per farlo".

Luca Marini, Repsol Honda Team

Photo by: Dorna

Luca Marini, Repsol Honda Team

Sinceramente, Marini ammette che non ha dovuto "vendersi" troppo per essere scelto dalla Honda. "Sinceramente non ho dovuto convincere nessuno, in quel momento (la decisione è stata presa al GP della Malesia, 10-12 novembre) non c'erano molti piloti in lista per salire sulla Honda. Ce n'erano alcuni, ma hanno fatto un'analisi di ogni stagione, di quello che ogni pilota stava facendo, nelle qualifiche, nelle gare, questo e quello, e alla fine hanno visto che tra quelli disponibili io potevo essere quello giusto. Poi, parlando con i giapponesi, con Alberto (Puig) e con gli altri, ho dovuto lasciar scorrere le cose, in modo che mi conoscessero, che sapessero il pilota che sono, ma anche la persona che stanno ingaggiando. È stato un processo normale".

Non è un segreto che, inizialmente, Alberto Puig, il team manager della Honda, abbia scelto di ingaggiare un pilota senza contratto per un solo anno, riducendo così le opzioni per Fabio Di Giannantonio. Successivamente, la Honda ha deciso di puntare su Marini per due stagioni, una situazione che, tuttavia, non ha impedito a Luca ed Alberto di vedere una grande intesa tra loro in occasione del test di Valencia.

"Beh, questo è quello che dici tu", ha detto Marini in riferimento a quello che voleva Puig. "Il giorno prima del test è stato così, parlando con la squadra, con Alberto, con i giapponesi, è andata molto bene, con un ottimo feeling. Sono persone con molta esperienza in MotoGP, sanno perfettamente qual è l'obiettivo, e lo so anch'io. Dal primo momento siamo stati tutti allineati nella stessa direzione, ed è questo che mi piace di più, che abbiamo tutti lo stesso sogno di lottare per tornare davanti il prima possibile".

Dopo un'intera carriera con un team italiano e molto familiare, Marini vivrà la sua prima esperienza di lavoro con i giapponesi, un cambiamento che non è sempre stato facile per tutti i piloti, come sa bene Valentino, che ha lavorato per molti anni con Honda e Yamaha.

"Lavorare con un costruttore giapponese è molto diverso, nella comunicazione, nel modo di pensare. La cultura è molto diversa e dobbiamo avvicinarci di più. Io cerco di capire il più possibile il loro punto di vista e loro cercano di fare un passo verso l'Europa. Alla Honda ci sono persone molto brave che sono italiane e spagnole, dobbiamo lavorare insieme nella stessa direzione e cercare di comunicare bene, perché questo sarà fondamentale", dice. "Non è stato solo Valentino a darmi consigli su come lavorare con i giapponesi, ma anche molte altre persone".

Tornando al suo primo e, per il momento, unico giorno di lavoro con la RC213V, Marini spiega di essersi concentrato sull'ultima versione, avendo subito scartato la precedente.

"Ho iniziato il test con il nuovo pacchetto, mi hanno fatto provare la vecchia aerodinamica, ma in pochissimi giri, solo due uscite, siamo tornati al nuovo materiale, che è molto meglio. È un passo avanti con il nuovo pacchetto, probabilmente non sarà sufficiente, ma è un passo nella giusta direzione".

Luca Marini, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Luca Marini, Repsol Honda Team

Tuttavia, l'italiano non vuole gettare al vento la prudenza e preferisce essere cauto. "Se devo essere sincero, ero abbastanza realista su quello che avrei trovato con la moto in pista. Non credo che il tempo che abbiamo fatto sia stato molto buono, se si guarda al distacco dal primo, che era abbastanza grande. Quando sei a più di quattro decimi dal primo non va bene, perché sei fuori dalla top 10 su ogni pista. Dobbiamo ridurre il distacco ad almeno due decimi. Non sarà facile, ma la direzione da seguire e le modifiche da apportare alla moto sono abbastanza chiare".

Oltre a un calendario con 22 Gran Premi e 44 gare, la Honda ha programmato una ventina di test privati durante la stagione ai quali Marini potrebbe essere presente. Una vera prova di forza.

"Fisicamente sono molto tranquillo, non faccio fatica a guidare la moto, sono pronto e mi sento bene. Non sarà un problema, più giorni in moto ci sono meglio è. Qualsiasi allenamento a casa non sarà mai come guidare la MotoGP, quindi la cosa migliore che posso fare è allenarmi sulla moto".

Marini è stato il pilota Honda più veloce nei test di Valencia, al suo primo contatto con la moto. Un dettaglio che non è passato inosservato al team giapponese, e un campanello d'allarme per Joan Mir, il suo nuovo compagno di squadra.

"Non conta molto essere il più veloce nei test, l'importante è essere il più veloce in ogni gara e alla fine della stagione, ma è stato un buon segno. Il mio rapporto con Joan sarà molto buono, siamo due ragazzi molto simili, molto introversi, che lavorano con calma: sono sicuro che ci troveremo molto bene", aggiunge cercando di fare squadra.

La prima sorpresa, e non positiva, per Marini alla Honda è stata quella di scoprire, due giorni prima di salire sulla moto, che non avrebbe lavorato con il team tecnico di Santi Hernandez e Marc Marquez, e che avrebbe lavorato con la squadra con cui Joan Mir ha lavorato nel 2023, con Giacomo Guidotti come responsabile tecnico.

"Mi trovo molto bene con Giacomo, è italiano e sarà molto facile parlare e capirsi, quando dovremo mettere a punto la regolazione all'ultimo momento per perfezionare e guadagnare quel mezzo decimo di secondo in più, sicuramente ci capiremo molto bene. La Honda ha deciso di cambiare squadra, non so bene perché. L'unica cosa che so è che devo lavorare il più possibile ed avere un buon rapporto con loro perché, alla fine, sono la mia seconda famiglia e dobbiamo passare molti giorni insieme durante l'anno, e sarà sicuramente una bella esperienza", ha concluso il pilota di Urbino.

Luca Marini, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Luca Marini, Repsol Honda Team

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