MotoGP | Marini: "1° alla curva 1? Martin mi avrebbe passato lo stesso"
Il pilota della Mooney VR46 ha concluso la Sprint di Buriram al terzo posto, ma al via ha avuto anche l'occasione per saltare davanti al vincitore Martin. Accodarsi però è stata una scelta strategica, anche se crede che sarebbe cambiato poco, perché lo spagnolo oggi ne aveva di più.
E' stato un buon sabato quello di Luca Marini a Buriram. Il pilota della Mooney VR46 si è piazzato al secondo posto sullo schieramento del Gran Premio di Thailandia di MotoGP e poi è riuscito a concludere al terzo posto nella Sprint.
Se il vincitore Jorge Martin si è dimostrato fuori dalla sua portata fin dalle prime curve, alle spalle del madrileno Luca ha dato vita ad una bella lotta con la KTM di Brad Binder, che alla fine ha avuto la meglio su di lui. Per il marchigiano comunque si tratta del secondo podio consecutivo nella gara breve del sabato (a Phillip Island non è stata disputata per maltempo), che conferma un buon momento a livello di velocità, nonostante sia ancora in recupero dall'operazione alla clavicola sinistra.
E dire che già ieri, ma anche dopo le qualifiche, aveva lasciato intendere di non aspettarsi una Sprint semplice, visto che il comportamento della sua Desmosedici GP con la gomma media al posteriore non lo soddisfa. E' normale quindi che gli sia stato domandato se la sua non fosse stata solo pretattica.
"Sono stato veloce, ma non abbastanza, perché alla fine Martin andava molto più forte. E' dall'inizio del weekend che ha qualcosa in più e mi riferivo a questo quando dicevo che non mi trovavo bene con la media al posteriore. Anche quando mi ha passato Binder, pensavo di averne un po' di più, ma mi manca grip sull'edge e la moto mi si muove tanto con la media. E' per questo che con la dura mi trovo meglio, perché muovendosi meno riesco ad accelerare meglio in uscita dalle curve", ha detto Marini ai microfoni di Sky Sport MotoGP.
Al via è stato più lesto di Martin e per qualche metro ha preso il comando delle operazioni, prima di ricederlo allo spagnolo alla prima curva. Da fuori può essere sembrato un segno di arrendevolezza, ma in realtà c'era una strategia pianificata a tavolino dietro a questa sua mossa.
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Luca Marini, VR46 Racing Team
"In realtà, io ho fatto una buona partenza come sempre, ma è Martin che l'ha un po' sbagliata. Non me l'aspettavo, perché di solito parte sempre come un fulmine. La mia strategia l'avevo pensata per attaccarmi dietro a Jorge per non fare casino ed andare via. Una gara così calda, se riesci a rompere il gruppo e a stare da solo, è molto più facile", ha spiegato.
"Se stai a battagliare in tutte le curve, le temperature delle gomme salgono troppo e diventa difficilissimo guidare la moto. A me più che altro andava bene stare secondo in quel momento: volevo provare a stargli vicino per attaccarlo alla fine, ma lui ne aveva di più. Anche se avessi girato primo alla prima curva, mi avrebbe passato. Va fortissimo, quindi un modo l'avrebbe trovato", ha aggiunto.
Nella fase successiva della gara, secondo lui l'unico modo per conservare il podio era difendersi da chi lo attaccava, anche se questo ha permesso a Martin di prendere il largo ed involarsi solitario verso la vittoria.
"All'inizio cercavo di spingere al massimo, ma più di così non riuscivo ad andare con la gomma media. Dietro c'erano Binder ed Aleix che provavano a passarmi da tutte le parti e io chiudevo tutto. Jorge quindi è scappato ancora di più, ma forse se non mi fossi difeso non sarei riuscito neanche a fare il podio, quindi va bene così".
La nota positiva del weekend è che la clavicola infortunata in India ora è solo un piccolo fastidio: "La spalla non mi fa male. Qui il problema sono solamente curva 4 e curva 5, perché c'è bisogno di tanta forza per spingere sul semimanubrio sinistro e soffro un po'. Anche in qualifica, la curva in cui sono stato meno veloce è stata proprio la 4".
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