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MotoGP | Lorenzo: “Troppa aerodinamica, le moto sembrano mini-F1”

Sviluppo aerodinamico a oltranza e lotte senza sconti nelle Sprint con il nuovo format: l’evoluzione della MotoGP inquieta Jorge Lorenzo, che vede un aumento generale dei rischi.

Moto Red Bull KTM

Jorge Lorenzo non è mai stato un grande fan dello sviluppo delle tecnologie all’avanguardia sulle MotoGP attuali, e la sua opinione non è cambiata dopo un 2023 che ha continuato a spingersi oltre il limite. Il cinque volte iridato semplicemente non ama tutti gli avanzamenti tecnologici della classe regina.

“Questi trasformano tutto in una specie di mini-Formula 1 in questo ambito”, ha spiegato parlando dell’argomento al quotidiano spagnolo AS. Se il suo vecchio avversario Casey Stoner ha spesso affermato che queste tecnologie snaturassero lo stile di guida del pilota, Lorenzo si concentra sull’aumento dei rischi che si corrono per lo spettacolo e questo deve far riflettere.

“L’abbiamo visto e si sono lamentati tutti i piloti, l’aerodinamica crea molte turbolenze che fanno sì che spesso sia impossibile stare troppo vicino al pilota che ti precede e impediscono di sorpassare. Questo non porta niente in termini di spettacolo”, spiega l’ex pilota spagnolo. “Alla gente importa poco se sei un secondo più lento o veloce, questo penalizza i sorpassi. Per me non è buono, io eliminerei questa aerodinamica. Può portare una certa sicurezza alle moto di strada, per evitare che la ruota davanti si alzi troppo facilmente e crei degli incidenti. Ma in termini di spettacolo, è un handicap”.

Questo spinge Jorge Lorenzo a porre uno sguardo critico sulla questione, ovvero la sua percezione dei rischi. “Quando si hanno decine di infortuni in cui ci si fa molto male, si ha una visione diversa delle cose”, sottolinea. Secondo lui, il pericolo è direttamente proporzionale all’incremento delle performance consentite dalla grande evoluzione dell’aerodinamica delle moto.

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Jorge Lorenzo, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Jorge Lorenzo, Ducati Team

Durante la sua carriera, la velocità di punta più elevata che Lorenzo ha raggiunto è di 353,8 km/h, durante il Gran Premio d’Italia del 2017 in sella alla Ducati. Sei anni più tardi, il riferimento assoluto è di 366,1 km/h e quasi tutti i piloti attuali hanno già superato la velocità massima del maiorchino, ad eccezione di Augusto Fernandez, la cui velocità di punta si attesta a 352,9 km/h.

“La moto raggiungono delle velocità stratosferiche, ma difficilmente si possono avere degli incidenti sul dritto”, osserva Lorenzo. “Ciò che è preoccupante, è che le moto sono più rapide grazie in curva grazie all’effetto suolo creato dall’aerodinamica, situazione creata dalla Formula 1. Le vetture vanno quasi più veloci in curva che in rettilineo, grazie al supporto dell’aerodinamica. Questo ormai vale anche per le moto. Esteticamente, vediamo una moto che sembra una mini-Formula 1. È più inquietante, perché in curva ci sono gli incidenti”.

“È vero che le protezioni sono migliorati, i caschi e le tute sono migliori, ma alla fine si tratta sempre di un pezzo di pelle. A parte le protezioni delle spalle e delle ginocchia che sono state un po' rinforzate, il resto è qualche millimetro di pelle, senza molta protezione. Quando si tocca il suolo, non è la stessa cosa farlo a bassa velocità che farlo alle velocità che raggiungono loro".

Jorge Lorenzo considera che i rischi siano moltiplicati dalla tecnologia ed è dello stesso avviso anche per quanto riguarda il nuovo format. Per quanto apprezzi seguire le Sprint in termini di spettacolo, è ben felice di aver evitato questo picco di ulteriore di aggressività e tensione quando correva.

Partenza della  gara, Luca Marini, VR46 Racing Team, Pol Espargaro, Tech3 GASGAS Factory Racing, Stefan Bradl, Team LCR Honda

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Partenza della gara, Luca Marini, VR46 Racing Team, Pol Espargaro, Tech3 GASGAS Factory Racing, Stefan Bradl, Team LCR Honda

“Dal mio punto di vista, sono contento di non vivere quest’epoca, con la Sprint”, afferma. “Questa gara è stata creata per suscitare interesse negli spettatori, come era già stato fatto in Formula 1, anche se lì non la fanno ogni weekend. In termini di spettacolo, è una cosa positiva. Personalmente, mi piace, mi diverte molto perché c’è molta adrenalina. Dopo pochi minuti, la gara finisce e ne vuoi ancora”.

“Ma è anche vero che se guardiamo gli infortuni, con un livello equilibrato di 15 o 20 moto che possono vincere, ci sono tanti piloti vicini. Sanno che è importante trovarsi in una buona posizione per avere l’opportunità di ottenere un buon risultato. Prendono più rischi rispetto alla gara lunga e questo aumenta il rischio di cadute, di una caduta di un pilota che si ritrova nel mezzo del gruppo. Ci sono più rischi e sono doppi, questo è l’aspetto negativo di questa gara”, conclude il cinque volte campione del mondo.

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