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MotoGP | Lorenzo scettico su Marini in Honda: "È un errore"

Jorge Lorenzo si è espresso sul passaggio di Luca Marini dalla Ducati del team VR46 alla Honda, con cui correrà le prossime due stagioni. Secondo il pluricampione MotoGP, la scelta dell'italiano è un errore.

Luca Marini, Repsol Honda Team

La manovra di mercato più chiacchierata del 2023 è stata indubbiamente quella che ha visto protagonista Marc Marquez. L’otto volte campione del mondo ha deciso di dire addio alla Honda dopo 11 stagioni e di andare in Ducati, dove guiderà la Desmosedici GP23 del team Gresini.

Questo ha inevitabilmente innescato una reazione a catena che si è ripercossa su altre squadre, con HRC che è dovuta correre ai ripari cercando un sostituto. Honda l’ha trovato in Luca Marini, che ha strappato al team VR46 con un contratto biennale. Il pilota di Tavullia ha accettato la sfida e ha già iniziato a mettersi alla prova nei test di Valencia, dove ha avuto un primo approccio con la RC213V.

C’è chi però non vede troppo di buon occhio questo binomio. Si tratta di Jorge Lorenzo, che in Honda ha corso solo una stagione, nel 2019, prima di ritirarsi a causa (anche) dell’infortunio alla schiena rimediato ad Assen. Secondo il cinque volte campione del mondo, la scelta di Marini è sbagliata: “Sportivamente, credo sia un errore. Penso che la situazione disperata di Honda abbia creato un’opportunità a livello contrattuale ed economico difficile da rifiutare per Marini, che altrimenti sarebbe rimasto sicuramente nel team VR46”.

Lo stesso Lorenzo è passato dal correre due anni in Ducati, dove ha ottenuto tre vittorie in totale, al tuffarsi nel progetto Honda, da cui ne è uscito sconfitto. Proprio la sua esperienza lo fa essere particolarmente sicuro delle affermazioni che ha rilasciato al quotidiano spagnolo AS: “Nella situazione di Marini, io avrei dato priorità ad avere la moto migliore per mostrare il potenziale e vincere un campionato, perché quando lo vinci, il tuo valore come pilota sarà sempre più alto. Cambiare per soldi o per una sfida con una moto che, in linea di principio, è peggiore di quella che hai... è complicato. Molti piloti si sono fatti male così”.

Luca Marini, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Luca Marini, Repsol Honda Team

Honda sta vivendo il suo momento più complicato in MotoGP e la risalita verso le posizioni di vertice è lunga e complessa. Secondo Lorenzo, attualmente correre con Honda significa abbracciare un progetto a medio o lungo termine, ma sostiene anche che Marini non sia più così tanto giovane da poter attendere troppo, se vuole vincere: “Ha già 25 anni, e immaginare con Honda come miglior moto fra due o tre anni non è facile”.

Nei test di Valencia abbiamo visto una RC213V vistosamente diversa dal solito e Joan Mir ha accolto di buon grado le novità portate dal marchio giapponese. Per Lorenzo però tutto questo non basterà a far adattare Marini: “È un pilota molto alto e la Honda è una delle moto più piccole della griglia. Non so come entrerà su quella moto. Dovranno fare molte modifiche per lui, che è alto quasi 1 metro e 90”.

“Io, con il mio metro e 72, ero molto scomodo a livello di gambe, non entravo su quella moto”, prosegue il cinque volte iridato. “Mi risulta difficile immaginare Marini sulla moto, ma qualcosa dovranno fare”. Tuttavia, i primi test di Luca Marini in sella alla Honda non sono andati così male, dopo 72 giri totali, è rimasto a sette decimi dal leader di giornata. Le difficoltà sicuramente non mancheranno, ma Honda ha portato una moto rinnovata.

Nonostante le novità viste nei test di Valencia, Jorge Lorenzo storce il naso nel pensare che il pilota di Tavullia possa trovare fiducia in sella alla RC213V: “Ducati e Honda sono due opposti in termini di confidenza con l’anteriore. Marini la vivrà davvero male. Per me è un errore a livello di risultati. Lo vivrà male, avrà molte cadute”. Il pilota di Palma de Maiorca mette anche le mani avanti e sostiene di poter sbagliare valutazione, ma guardando alle 23 scivolate avute da Marc Marquez in un solo anno, non gli risulta difficile immaginare che la stessa sorte possa toccare anche al suo sostituto nel 2024.

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