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Intervista

Petrucci: "A Valencia non mi andava di fare l'eroe"

Il pilota della Ducati Pramac, sicuramente una delle rivelazioni della stagione, ci ha concesso un'intervista parlando della sua crescita, del futuro, ma anche del finale molto teso del Mondiale MotoGP 2015.

Danilo Petrucci, Ioda Racing Project

Bridgestone Corporation

Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati
Andrea Iannone, Ducati Team and Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati
Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati
Podio: secondo posto per Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati, Pramac Racing Ducati e il vincitore
Podio: secondo posto per Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati
Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati e Andrea Iannone, Ducati Team
Podio: secondo posto Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati, il vincitore Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing e terzo posto Andrea Dovizioso, Ducati Team
Danilo Petrucci, Ioda Racing Project
Danilo Petrucci and Yonny Hernandez, Pramac Racing Ducatis
Yonny Hernandez e Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati, con Andrea Iannone ed Andrea Dovizioso, Ducati Team, in Piazza del Campo a Siena
Podio: terzo posto, Andrea Dovizioso, Ducati Team, secondo Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati
Marc Marquez, Repsol Honda Team, Danilo Petrucci, Octo Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati

Alla voce rivelazioni per quanto riguarda la stagione 2015 della MotoGP non si può non indicare il nome di Danilo Petrucci. Vice-campione della Coppa del Mondo Stock 1000 nel 2011, il 25enne di Terni è entrato in MotoGp nel 2012 dalla porta di servizio, in sella ad una CRT della IodaRacing, sulla quale aveva già dato prova del suo talento in diverse occasioni.

La grande occasione però è arrivata quest'anno, quando Francesco Guidotti ha puntato su di lui, spalancandogli le porte del Pramac Racing ed affidandogli finalmente una moto competitiva, una Ducati GP14.1. "Petrux" non si è lasciato sfuggire questa occasione e, nonostante una Desmosedici più "attempata", le ha suonate costantemente al compagno Yonny Hernandez, chiudendo il Mondiale al decimo posto con la ciliegina del secondo posto conquistato sotto al diluvio a Silverstone.

L'unico rammarico è quello di essersi visto portare via la nona piazza da Pol Espargaro proprio all'ultima gara, ma per il resto Danilo può solo essere soddisfatto della sua progressione: "L'obiettivo era provare a chiudere tutte le gare a punti e alla fine sono stato nei primi dieci in quasi tutte. In Inghilterra poi ho sfruttato la mia grande occasione. Sono contento perché ho fatto ciò che mi ero prefissato" ha detto Danilo nell'intervista che ci ha concesso.

Il passaggio da una "Open" ad una MotoGp vera e propria ti ha sicuramente aiutato, ma anche tu hai dato la sensazione di essere cresciuto molto nel 2015. Quanto è stato importante avere accanto un capotecnico esperto (che dice grandi cose di te) come Daniele Romagnoli?
"Sicuramente il cambiamento più importante è stato quello legato alla moto, perché prima c'era davvero un gap troppo grande, però con Daniele abbiamo sempre lavorato un passo alla volta. Finché non eravamo sicuri, non andavamo avanti e l'abbiamo presa molto con le pinze, perché anche lui era un po' scottato dall'esperienza dell'anno scorso con Crutchlow in Ducati, che non era andata come aveva sperato. Anche lui forse ha cambiato il suo modo di interagire con il pilota, inoltre conosceva di più la moto. Sicuramente ci sono state alcune piste su cui non siamo riusciti a trovare la messa punto che avrei voluto, ma nell'80% delle piste siamo andati bene".

I fatti e le polemiche di Valencia tra Lorenzo, Rossi e Marquez riguardano solo i diretti interessati o hanno un po' diviso anche il resto della griglia secondo te?
"Io credo che riguardino solamente i diretti interessati. Tutti gli altri piloti hanno partecipato all'incontro della Safety Commission al venerdì a Valencia, al quale sono mancati proprio i protagonisti della vicenda, e devo dire che non è cambiato molto nel rapporto tra i piloti che non erano coinvolti. Credo che l'anno prossimo, almeno per chi non è entrato nella questione, sarà tutto normale".

Tu però in parte sei stato tirato in ballo...
"Ho letto delle dichiarazioni di Lorenzo nelle quali diceva che il biscotto lo abbiamo fatto noi e non loro e probabilmente si riferiva anche a me che ho aiutato Valentino. Però non è che io lo abbia aiutato così tanto e poi ho detto più volte che avrei fatto passare anche Jorge. Non mi andava di fare l'eroe, tenere dietro Valentino due giri e dargli fastidio per niente, perché non sarebbe cambiato nulla, alla fine mi avrebbe passato lo stesso".

Dopo la gara strepitosa di Silverstone avevi scherzato dicendo che i vari Rossi, Lorenzo, Marquez eri abituato a sfidarli solo alla Playstation. L'anno prossimo avrai una Desmosedici ancora più competitiva, ma dal punto di vista personale c'è un aspetto in particolare su cui credi che ti serva un passo avanti per stare più spesso a battagliare con i più forti?
"Dovrei prima di tutto cercare di essere più competitivo sulle piste che mi sono un po' indigeste. Per prima cosa quindi mi piacerebbe riscattarmi e crescere su queste. Poi stare più costantemente ed agevolmente nelle prime dieci posizioni sarebbe già bello. Quest'anno mi mancava un po' di esperienza per stare con quelli davanti e lavorare con una moto a posto. Probabilmente l'anno prossimo ne avrò un po' di più e mi aiuterà a fare un altro passettino in avanti".

All'orizzonte ci sono anche dei cambiamenti importanti come le gomme Michelin ed il software unico dell'elettronica. Hai avuto modo di provarle insieme alla tua nuova Desmosedici nei test di Valencia e di Jerez. Ti sei già fatto una prima impressione?
"Sarà quasi tutto nuovo. Le gomme Michelin richiedono uno stile di guida diverso e le stiamo imparando. Lo stesso vale per l'elettronica, che non è al livello di quella che utilizzavamo fino a quest'anno. Ci attende tanto lavoro, ma abbiamo fatto solo due test. Forse approfittando di queste novità potremo regalare ancora qualche sorpresa".

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