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MotoGP: ecco perché c'è grande attesa per la serie di Amazon

La MotoGP avrà una sua versione di Drive to Survive su Amazon Prime nel prossimo futuro: una notizia accolta positivamente dai principali piloti della griglia, visto l'impatto della serie sulla Formula 1, con la speranza che sia uguale per le due ruote, che ne hanno un disperato bisogno.

I piloti della MotoGP che partecipano al campionato 2021

Foto di: MotoGP

Che ci piaccia o no, l'impatto di Drive to Survive sulla Formula 1 è stato significativo. Nelle sue tre serie pubblicate su Netflix, ha fatto conoscere meglio il circus ai suoi fan, attirando anche nuovi seguaci grazie alla sua facile fruibilità, specialmente per il risalto che le è stato dato in griglia.

La società di analisi dell'industria sportiva, Nielsen Sports, ha previsto che la F1 potrebbe arrivare ad 1 miliardo di spettatori nella stagione 2021 grazie all'interesse che Drive to Survive - così come gli Esports - ha generato.

O meglio - in parole povere - si tratta di un potenziale miliardo di persone che pagano per gli abbonamenti TV della F1, comprando il merchandising ufficiale della squadra del cuore e condividendo la passione per la serie attraverso varie piattaforme di social media - aumentando così ulteriormente la portata globale della F1. E se sei un pilota o un team, il tuo marchio - e i tuoi sponsor - riceveranno una spinta significativa.

Non è una sorpresa, quindi, che la notizia che la MotoGP sta lavorando con Mediapro e Amazon Prime per creare la propria serie di documentari in stile Drive to Survive sia stata accolta positivamente dai principali piloti durante il weekend del Gran Premio del Qatar.

"Sarebbe fantastico per la MotoGP, perché la farebbe crescere. Inoltre, sono sicuro che molti dei piloti sulla griglia vogliono diventare stelle del cinema", ha detto Jack Miller della Ducati.

La leggenda della MotoGP, Valentino Rossi, ha aggiunto: "Questo format è diventato molto popolare ultimamente. Quello della Formula 1 è divertente, penso che una serie sulla MotoGP darebbe ai fan l'accesso a quello che succede nei box. Ma aiuterebbe anche le persone che non seguono il campionato a capirlo di più".

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT,  Luca Marini, Esponsorama Racing

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT, Luca Marini, Esponsorama Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Il commento di Fabio Quartararo è stato il più interessante: "Sarebbe fantastico perché è bello guardare una serie del genere e a volte pare evidente che sia meglio non entrare nei box quando i piloti sono arrabbiati. Ma sono curioso di vedere chi è il Gunther [Steiner] della MotoGP".

Prima di Drive to Survive, un nome come quello del team principal Haas, Steiner, era noto a chi lavora all'interno della F1 e ai fan più accaniti. Ora l'altoatesino è diventato famosissimo a tutti e le sue imprecazioni sulla serie sono diventate oggetto di meme sui social media.

La MotoGP è piena di personaggi interessanti dietro le quinte che quasi certamente si faranno apprezzare dagli spettatori della serie di documentari di Amazon. La passione che il capo della Tech3, Herve Poncharal, emana gli farà quasi certamente guadagnare schiere di fan, mentre Alberto Puig della Honda probabilmente dividerà l'opinione per le sue considerazioni più dirette - e talvolta controverse. E immaginate se le telecamere fossero state presenti in Ducati nel 2019 e 2020 mentre Andrea Dovizioso e il direttore generale Gigi Dall'Igna litigavano...

La MotoGP non è estranea al discorso documentario, ma tutto quello uscito di recente, generalmente era di produzione interna a Dorna Sports, oppure aziende come Red Bull. La recente mini-serie di Dorna sul 2020 della Suzuki e il documentario su Dovizioso della Red Bull sono stati avvincenti, ma non certamente spinti verso chi non guarda la MotoGP alla domenica. Parlando di documentari generici, è ormai tutta roba vecchia perché Hitting the Apex (prodotto da Brad Pitt e diretto da Mark Neale) è del 2015, ma incentrato sulle stagioni 2011-2013.

Del gruppo di piloti presenti nel film, solo Marc Marquez, Valentino Rossi, Aleix Espargaro e Danilo Petrucci sono ancora in azione. La MotoGP è ora qualcosa legato anche al futuro, la maggior parte dei piloti ufficiali sono giovani talenti, mentre i debuttanti che arrivano nelle varie classi continuano fra alti e bassi. E il guaio è che in mercati come Regno Unito e Stati Uniti tutto ciò resta praticamente anonimo.

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Ed è un peccato, perché i personaggi di MotoGP in questo momento - per la maggior parte - sono ragazzi con i piedi per terra, piloti umili che sarebbero grandi punti focali di una serie di documentari. Il sette volte campione del mondo di F1, Lewis Hamilton, ha usato i suoi mezzi per promuovere questioni sociali. Franco Morbidelli ha fatto lo stesso l'anno scorso, con il suo casco speciale di Misano ispirato a Spike Lee, utilizzando atteggiamenti e parole incredibilmente riflessivi sulle sue motivazioni sportive che hanno portato lo stesso Lee a chiamarlo. Tutto questo è successo nel fine settimana in cui ha ottenuto la sua prima vittoria, facendolo sulla pista di casa e con una moto 'A-spec' inferiore rispetto alle Yamaha ufficiali. Il tipico esempio di unna storia fantastica che però il mondo si è perso.

Le uniche incursioni della MotoGP nel mainstream al giorno d'oggi tendono ad avvenire quando accade qualcosa di terribile, come nel caso in cui Morbidelli e Johann Zarco si sono scontrati al GP d'Austria l'anno scorso, e le loro moto hanno evitato per un pelo Rossi e Maverick Vinales. Una settimana dopo, il volo di Vinales a 140 miglia orarie dalla sua Yamaha a causa di un guasto ai freni è divenuto titolo dei giornali. Questo denota come la MotoGP catturi attenzione nel mondo solo quando qualcuno muore o ci va vicino.

Un fatto quantomeno disgustoso, ma che fa anche credere che il gioco non valga la candela. Cosa per altro sbagliata. E mentre la F1 ha stilato nuovi regolamenti per cercare di creare gare più combattute, la rivoluzione delle regole della MotoGP nel 2016 ha dato modo di esprimere tutto questo anno dopo anno. Nel 2020, nove piloti hanno vinto almeno una gara, cinque dei quali per la prima volta, in sella a moto ufficiali o satellite. Suzuki ha vinto il suo primo titolo in 20 anni, sei anni dopo il suo ritorno nella serie, mentre KTM ha vinto tre gare solo quattro anni dopo il suo esordio.

E all'interno di tutto questo di storie da raccontare ce ne sono state parecchie. I trionfi e l'agonia della stagione della Yamaha, l'infortunio di Marquez, i suoi tentativi di ritorno e l'evoluzione di suo fratello come rookie, i trionfi di KTM e l'abbandono della sua stella Pol Espargaro, l'incredibile trionfo della Suzuki e l'ascesa di Joan Mir, e il cambio della guardia in Ducati. Di fatto, tutti potenziali documentari avvincenti, oltre a vari retroscena del paddock che, al di fuori dei media dedicati, non sono stati raccontati al mondo intero.

Nel Regno Unito, questo non è particolarmente aiutato dal fatto che la MotoGP è finita in payTV. La decisione di Dorna di assegnare a BT Sports i diritti dal 2014, rimuovendola dalla trasmissione in chiaro sulla BBC, è stata una classica mossa di puro business. Ma la realtà è che lo sport di oggi e la sua promozione non valgono più tanto come una volta, e le aziende televisive sono disposte a sborsare i soldi. Ma è anche un atto di bilanciamento. Anche la copertura live della F1 nel Regno Unito è esclusiva di Sky Sports, ma assicurandosi visibilità fra il pubblico normale attraverso il suo pacchetto di highlights su Channel 4.

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

E questo non ce l'ha la MotoGP. ITV4 avrà sì gli highlights del motomondiale 2021, ma il lunedì dopo un weekend di gara e solo per un'ora. Con tre classi piene di azioni non è abbastanza per il più grande campionato del mondo di motorsport dopo la F1.

La nuova serie della MotoGP su Amazon potrebbe potenzialmente essere un avversario di Netflix. Quest'ultima piattaforma vanta oltre 200 milioni di abbonati, con circa 73 milioni solo negli Stati Uniti. Amazon Prime all'inizio del 2020 aveva più di 150 milioni di abbonati - cifra che probabilmente è cresciuta in pandemia, dato che più persone si affidano ad Amazon per le loro consegne, con un abbonamento Prime che dà diritto sia alla consegna degli acquisti il giorno successivo che all'accesso alla sua piattaforma di streaming.

La base di abbonati attuali è importante. Il motorsport è una nicchia e la MotoGP una nicchia dentro la nicchia. La F1 aveva più di una presenza mainstream prima di Drive to Survive, quindi almeno era garantito che ci sarebbero stati spettatori. Ma un buon documentario può essere tale, indipendentemente da ciò di cui tratta. Se parliamo di basket, The Last Dance di Netflix ha raggiunto 23,8 milioni di spettatori al di fuori della NBA nelle sue prime quattro settimane di uscita l'anno scorso. Quasi certamente, il basket ha catturato nuovi fan al di fuori degli Stati Uniti.

E anche nel motociclismo, la nicchia può avere successo. Il film del 2010 sul TT dell'Isola di Man - Closer to the Edge - ha portato l'evento sportivo più pazzo del mondo alle masse, col risultato che varie persone sono andate a vedere il TT di persona, trasformando Guy Martin nel meccanico di camion preferito del Regno Unito. E il TT ha trovato spazio ovunque nel mondo dei media.

Se la MotoGP potesse raccogliere anche solo una piccola parte in più tramite la sua docuserie, sarà stato un successo. La realtà è che il vecchio slogan della Dorna, "Vieni per Rossi, resta per la MotoGP", sta perdendo il suo impatto. Rossi non vince un GP dal 2017 e ha segnato solo un podio l'anno scorso, mentre il suo passaggio a un team satellite è visto dal pubblico più tradizionale come un segno che la sua carriera è in declino. Inoltre, non resterà in attività per molto tempo ancora, mentre la nuova generazione di piloti il suo spettacolo l'ha messo in piedi alla grande.

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Durante il weekend del GP del Qatar, la MotoGP non è nemmeno apparsa tra i primi 30 argomenti di tendenza nel Regno Unito su Twitter. Il GP del Bahrain di F1 ha invece raggiunto il primo posto. Il fatto che l'altra principale attrazione del campionato, Marc Marquez, fosse assente non ha aiutato, mentre i nomi meno noti ai più hanno occupato i primi posti.

E questo è esattamente il motivo per cui, più che mai, la MotoGP ha disperatamente bisogno di un po' di quella magia di Drive to Survive, perché attualmente non sta facendo abbastanza per rendere merito alle stelle che ha in griglia.

Francesco Bagnaia, Ducati Team leads

Francesco Bagnaia, Ducati Team leads

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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