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MotoGP | Ducati tentò Lorenzo e Pedrosa nel 2010 per il posto di Stoner

Stoner ha avuto problemi di salute nel 2009 e la Ducati ha dovuto cercare possibili sostituti nel caso in cui i problemi dell'australiano si fossero aggravati. Lorenzo e Pedrosa erano due dei candidati.

Jorge Lorenzo, Fiat Yamaha Team, Dani Pedrosa, Repsol Honda Team, Casey Stoner, Ducati Marlboro Team

È inevitabile, a un certo punto della vita, non guardarsi indietro ed immaginare cosa sarebbe stato diverso se si fosse scelta una strada diversa. 

Questo è ciò che DAZN ha chiesto a Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa nel terzo episodio della serie "Cuatro Tiempos", nel quale si guarda al passato e al presente della MotoGP. 

Anche se un po' riluttante, Lorenzo ha rivelato che nel 2009 ha avuto incontri con la Ducati per un passaggio alla Casa di Borgo Panigale nel 2010. All'epoca, lo spagnolo era alla sua seconda stagione nella classe regina ed era già un habitué delle prime posizioni.

"Nel 2009 ero sul punto di firmare sia per la Honda che per la Ducati, soprattutto per la Ducati", ricorda il #99. Il motivo? I problemi di salute di Casey Stoner, fino a quel momento punta di diamante del box rosso. 

L'australiano, appena incoronato campione del mondo nel 2007, era l'unico in grado di andare d'accordo con quella Desmosedici piuttosto critica. Ma Stoner non è mai stato famoso per la sua buona salute e nel 2009 si è ritrovato completamente esausto a fine gara, al punto da dover fermarsi e saltare tre gare del calendario.

"Stoner ha iniziato ad avere problemi di salute, perché non finiva bene le gare, e Livio Suppo (il manager Ducati all'epoca) è venuto a trovarci", ha continuato Jorge, prima che Pedrosa lo interrompesse con una risata. 

"Hanno fatto quell'offerta anche a me!", ha rivelato ridendo una sorpresa Dani. "Non so a chi siano arrivati per primi, ma è stato il momento, dice, in cui Stoner stava male".

Alla fine Stoner è riuscito a riprendersi e nel 2010 ha continuato a lavorare con il marchio italiano, prima di passare alla Honda nel 2011 e conquistare la sua seconda ed ultima corona della classe regina.

"Ci siamo incontrati con lui e con Marcos Hirsch, il mio precedente manager, ed abbiamo stilato una lista di aspetti positivi e negativi della permanenza in Yamaha o del passaggio in Ducati, che era un'offerta economica più alta", ha proseguito Jorge.

"Ho fatto bene, perché quella moto era piuttosto difficile, e alla fine l'anno successivo ho vinto il mio primo titolo con la Yamaha, e tutto è andato bene".

Conferencia de prensa: Andrea Dovizioso, Repsol Honda Team, Jorge Lorenzo, Fiat Yamaha Team, Valenti

Da parte sua, Pedrosa non ha dovuto pensarci troppo: "Ho cercato di valutare la situazione con la Ducati, perché abbiamo sentito tutti che era una moto difficile, Melandri aveva sofferto molto, e in generale i compagni di squadra di Stoner stavano vivendo un momento difficile. 

"In secondo luogo, il mio cuore è sempre stato con Honda. A quel punto della mia carriera non ci stavo nemmeno pensando, e in effetti sono rimasto sorpreso dall'offerta, perché mi sono detto: 'Non avevo intenzione di cambiare, ora devo pensarci'. Ma non era nei miei piani", ha ricordato. 

Izaskun Ruiz, conduttrice del servizio, ha chiesto loro di parlare delle loro decisioni più recenti. Jorge Lorenzo è tornato sulla sua partenza dalla Ducati nel 2018, dopo un primo anno complicato ed una trattativa un po' turbolenta.

"Se la gara del Mugello (dove ha conquistato la sua prima vittoria in sella alla Desmosedici) fosse avvenuta qualche settimana prima, probabilmente avrei vinto qualche titolo con la Ducati e starei ancora correndo".

"Alla fine ho deciso di passare alla Honda. Forse se fossi andato in un team satellite Yamaha, le cose sarebbero andate diversamente. Ma dire 'no' alla Honda, che è il sogno di ogni pilota, è molto complicato", ha detto Lorenzo.

Dani ha confermato le parole del suo connazionale, dimostrando ancora una volta di essere un uomo Honda. "Quando sono entrato in Honda MotoGP stavano attraversando un brutto periodo da quando Rossi era andato via. Ma avevo le idee chiare e non ho mai avuto paura. Ero sempre molto felice e motivato. Ci sono stati tre quattro anni di fila difficili, ma ho trovato il modo di lavorare con loro e mi hanno capito bene".

 

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