Ducati: l'aerodinamica della carena funziona in piega
La Desmosedici stupisce nei test in Qatar: va forte con Miller, ma fa discutere per la strepitosa velocità massima in fondo al rettilineo e per le soluzioni tecniche all'avanguardia: la nuova carena evidenzia come l'indagine aerodinamica si sia spostata nell'analisi della moto in piega, migliorando il comportamento della Rossa a centro curva. Provato anche il correttore d'assetto che abbassa la moto in partenza davanti e dietro.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
La Ducati alza l’asticella con la Desmosedici GP 2021. Non solo per i buoni tempi raccolti nella prima sessione di test collettivi a Losail in preparazione del GP del Qatar (Miller ha chiuso secondo a 77 millesimi da Quartararo), quanto per il fatto che la squadra di Borgo Panigale sta lavorando sodo per confermarsi leader nello sviluppo aerodinamico in MotoGP.
La Rossa vista a Doha ha impressionato per le prestazioni sul giro, ma anche per la velocità massima che ha toccato i 350,6 km/h con l’australiano, segno che i motoristi hanno trovato qualche cavallo in più nell’inverno, grazie a un regime di rotazione più elevato raggiunto nonostante i limiti della distribuzione desmodromica.
Inoltre la Ducati ha introdotto pure l’Holeshot che abbassa la moto in partenza sia dietro che davanti, disponendo di un vero e proprio correttore di assetto e, forse, per questo si può permettere di incrementare leggermente il drag nella speranza di migliorarne il comportamento a centro curva, dove storicamente fa più fatica a contrastare la migliore concorrenza, più agile a gas chiuso.
Ducati Desmosedici: ecco la nuova carena che migliora il comportamento della moto a centro curva
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Nei test di Losail abbiamo visto debuttare una nuova carena che prima è stata valutata dal collaudatore Michele Pirro e poi è stata affidata al giudizio sia di Jack Miller che di Pecco Bagnaia. Il torinese l’aveva rovinata sabato in una scivolata, ma ieri la soluzione (con un po’ meno vento) ha dato ottimi riscontri in pista.
Il giudizio dei due piloti titolari sulla novità è stato più che positivo: "Ho usato per buona parte della domenica la nuova carena: non fa perdere molta velocità e rende la moto più stabile. Ora dobbiamo capire se c’è ancora bisogno di un lavoro di sviluppo o se sarà possibile usarla al primo GP ".
Promuove la modifica anche Pecco: "Ho provato qualcosa, come la carena, che mi è piaciuta. Ovviamente ha pro e contro, ma sono più i vantaggi per piste come questa. Purtroppo nella caduta di sabato l’avevo rotta".
Ducati Desmosedici: ecco la carena con il vistoso deviatore di flusso che arriva al fondo
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Su Motorsport.com l’inedita soluzione aerodinamica l’abbiamo già descritta, ma ora emergono dei nuovi particolari che ci indicano in modo più chiaro quale sia la direzione in cui la Ducati sta andando.
All’inizio dell’indagine aerodinamica sulla MotoGP i tecnici di Borgo Panigale si erano limitati a cercare la possibilità di ridurre l’impennata dalla ruota anteriore in accelerazione con le alette, per avere un maggiore grip e, quindi, raggiungere più in fretta la velocità massima.
Siccome l’appetito vien mangiando, come dice un vecchio adagio popolare, la ricerca nel wind tunnel affidata a Edoardo Lenoci e a un ristretto manipolo di tecnici, si è andata specializzando.
Se in principio il lavoro in galleria del vento era focalizzato con la moto dritta, ora siamo arrivati a mappe aerodinamiche che integrano la moto in imbardata anche al massimo angolo della piega.
E, allora, l’attenzione degli ingegneri che inizialmente era concentrata alla parte superiore della carena con l’introduzione delle alette e dei deviatori di flusso, si è spostata sempre più in basso, arrivando quasi al fondo della Desmosedici GP.
Nei test in Qatar, infatti, abbiamo visto una carena Ducati con un inedito deviatore di flusso che è apparso sotto alle alette a forma di Omega. Queste appendici aerodinamiche hanno una forma piuttosto strana perché lavorano quando la Rossa è in piega, migliorando il comportamento della moto a centro curva, vale a dire correggendo quello che da sempre è considerato il tallone d’Achille della Desmosedici GP.
Se così fosse, la Ducati potrebbe “spendere” in drag un po’ dell’esuberante potenza del 4 cilindri, sapendo che quello che i piloti lascerebbero sul dritto verrebbe ampiamente compensato dalle prestazioni in curva.
A giudicare dal commento di Miller, vorrebbe da dire che Gigi Dall’Igna avrebbe aperto un nuovo filone di ricerca aerodinamica dal quale trarre dei vantaggi e interessanti considerazioni.
I giapponesi cosa si inventeranno questa volta per cercare di bloccare l’inventiva italiana?
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