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Intervista

MotoGP | Dovizioso esclusivo: "Con Ducati ho creato qualcosa che resterà"

Alla vigilia del Gran Premio di Gran Bretagna, Andrea Dovizioso ha annunciato che si ritirerà dalla MotoGP dopo il GP di San Marino, a Misano. La tempistica della sua uscita di scena ha suscitato qualche perplessità, ma il suo ragionamento rimane sensato e le difficoltà di quest'anno non dovrebbero sminuire un'eredità costruita negli anni con fatica.

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Il futuro di Andrea Dovizioso è stato messo in discussione da prima che la MotoGP iniziasse le sue cinque settimane di pausa estiva dopo il Gran Premio d'Olanda. Più volte, nella prima metà di stagione, il veterano italiano aveva lasciato intendere che probabilmente non sarebbe più stato sulla griglia della classe regina.

Per questo motivo, chi scrive queste righe aveva organizzato un incontro con Dovizioso giovedì pomeriggio a Silverstone. L'intervista è stata rinviata all'ultimo momento e il motivo è diventato chiaro intorno all'ora di pranzo, quando la Yamaha ha diffuso un comunicato stampa in cui annunciava il ritiro di Dovizioso.

Curiosamente, il comunicato diceva che avrebbe lasciato dopo il Gran Premio di San Marino, tra sole due gare, per essere sostituito dal collaudatore Cal Crutchlow. La maggior parte dei piloti si ritira alla fine della stagione, prendendo la decisione in tempo utile per assaporare il resto di quella che è la loro stagione d'addio. Dovizioso invece sta facendo le cose in moto diverso, ma questo è sempre stato il suo stile nella classe regina.

Ti senti più tranquillo ora che la decisione del ritiro è stata resa pubblica?
"Non proprio, perché alla fine quando un pilota prende una decisione - soprattutto io - ci pensa già da tempo. Non è una questione che va giorno per giorno. Quindi, la differenza è che ora lo sanno tutti, e questo è bello. Di solito quando un pilota è alla fine della sua carriera, quando decide la data, tutti iniziano ad essere più rilassati. Quindi, questa è la cosa bella".

Immagino perché farà cessare le domande sui tuoi piani per l'anno prossimo in MotoGP...
"No no, non si tratta dell'anno prossimo, è più per le lamentele perché non sei veloce (ride)".

Hai detto di aver preso la tua decisione durante la pausa estiva. C'è stato un momento in questa stagione in cui hai sentito di averne abbastanza?
"Un momento preciso no, ma ci sono stati momenti in cui ho pensato questa cosa, perché ho provato molto cose. Sono abbastanza razionale, so cosa sto facendo. Credo di sapere perché non sono veloce, perché il mix tra me e le caratteristiche delle moto non è perfetto in questo momento. Questo è chiaro. Quindi dopo aver cercato di cambiare sia il setting che il modo di guidare, non sono riuscito a raggiungere l'obiettivo. Dunque, ho iniziato a pensare di ritirarmi ed è così che sono arrivato a questa decisione".

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La decisione del team di lasciare la Yamaha il prossimo anno ti ha influenzato in qualche modo?
"No. Per decidere di ritirarsi in anticipo è necessario avere un buon rapporto. E, fortunatamente, ne ho avuto la conferma quando ho parlato con la Yamaha. Ho potuto parlarne, prendere questa decisione e loro mi hanno capito. Sono davvero felice di questo, e lo stesso vale per il team ed i miei sponsor. Questo mi ha dato la possibilità di prendere questa strana scelta, ma credo che chiudere a Misano sia la decisione migliore".

La gente la considererà una cosa insolita, ma credo che, dal punto di vista del pilota, questo non sia uno sport in cui puoi continuare a correre quando non si è felici e che sia meglio smettere...
"Sì, è la cosa giusta. Mi sentivo pronto a farlo. Ho parlato con loro e mi hanno capito. Ecco perché ci troviamo in questa situazione".

Immagino che ti aspettassi che il passaggio in Yamaha sarebbe stato difficile dopo otto anni in Ducati. Ma avevi già guidato una Yamaha dopo diverse stagioni in Honda ed eri stato veloce. Ti hanno sorpreso quindi le difficoltà di quest'annno?
"Non mi aspettavo di trovare queste caratteristiche della moto, perché avevo già avuto un'esperienza con la Yamaha. Quindi, non ho trovato una moto completamente diversa. Ma il punto è che il campionato è cambiato, le regole sono cambiate, la moto è cambiata, i rivali sono cambiati e quello che ho trovato è piuttosto unico. E nella situazione che stiamo vivendo ora nella MotoGP, queste caratteristice sono davvero estreme. Puoi essere competitivo solo nel modo in cui la guida Fabio (Quartararo). Quindi, non mi aspettavo queste caratteristiche così estreme".

E' più difficile per i piloti oggi essere veloci in sella alla stessa modo guidandola in modo diverso?
"Sì, ma questo è chiaro. La caratteristica del grip di questa moto è estrema. Voglio dire, il grip non c'è. E questo limita il modo di guidarla. Ecco perché solo Fabio è veloce ora: il grip è così basso che devi sfruttare una parte completamente diversa della moto per essere veloce. Fabio ha dimostrato che c'è una possibilità, ma per dire se una moto è equilibrata, bisogna che più di un pilota possa essere veloce, anche usando uno stile diverso. La storia dice questo. Quando ero in Honda, nel 2011, quando abbiamo creato una moto davvero buona, c'erano quattro piloti ufficiali che lottavano per il podio ogni settimana. Questo significa che la base della moto è buona, ha una caratteristica che si può sfruttare. La Yamaha è davvero buona per alcuni aspetti, ma è molto limitata in altre aree. Quindi è diventata estrema".

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Andrea Dovizioso, RNF MotoGP Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

E con un campionato equilibrato come quello attuale, i problemi devono sembrare ancora più grandi...
"Sono diventati ancora più grandi. Ma non è questo il punto. E' la caratteristica della Yamaha".

Adattarsi non è un processo che si compie in una notte: la gente pensa che alcuni lo abbiano fatto, ma non è semplice, giusto?
"Cambiare completamente il proprio modo di andare in moto è impossibile. Nessuno può farlo. Ci si può adattare un po' alle caratteristiche della moto. Ogni pilota di alto livello può adattarsi un po', ma non può cambiare completamente il DNA del suo modo di guidare, perché qui il livello è troppo estremo. Quindi, se si cerca di adottare uno stile di guida competitivo o di copiare il modo di affrontare una pista di un rivale, non si diventerà mai bravi come lui. Ci si può avvicinare, ma non eguagliarlo. Tutti siamo bravi in alcune cose, ma con alcune moto puoi usarle di più e con altre meno. Ma non puoi cambiare completamente".

Come vorresti essere ricordato in MotoGP?
"Come sono io. Sono molto rilassato, non sono uno showman. Sono uno che dice una cosa perché ci crede, non perché è quello che vuole sentir dire la gente. Se guardate i miei risultati, non ho vinto tanto come altri piloti, ma alla fine in campionato ero sempre messo abbastanza bene. E' sempre stato così, quindi credo che le squadre ed i costruttori abbiano sempre creduto nei miei risultati finali".

Hai dimostrato che il tempo non è una barriera per il successo, perché hai impiegato molto tempo per lottare per il Mondiale...
"Sì, perché ogni pilota ha caratteristiche diverse. A volte alcuni piloti sono molto veloci fin dall'inizio, ma non sono in grado di migliorare costantemente. Io ero così, ero sempre lì, ma non ero così bravo da lottare per il campionato. Ma lavorando duramente, anche dopo 15 anni, sono riuscito a migliorare qualcosa in me. Poi il rapporto con la squadra diventa sempre migliore, così abbiamo creato qualcosa di buono".

Andrea Dovizioso, Ducati Team, Marc Marquez, Repsol Honda Team

Andrea Dovizioso, Ducati Team, Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Vedere sulla griglia otto Ducati ti fa pensare al contributo che hai dato?
"Sicuramente il lavoro che abbiamo fatto in otto anni è stato difficile, duro, ma alla fine ora sono tutti veloci e questo significa che quello che abbiamo fatto in passato è stato buono".

Non è la stagione che volevi, che speravi e che meritavi. Ma ora puoi fare le ultime gare e ritirarti orgoglioso e felice...
"Sì, voglio dire, tutti possono volere di più o essere felici di ciò che hanno fatto, è normale. Io sono uno di quelli che vogliono sempre ottenere di più, per i quali non è mai abbastanza, quindi non posso essere felice al 100%. Ma alla fine bisogna essere realisti, e di sicuro sono felice, devo essere felice, perché sono riuscito a creare qualcosa di importante con la Ducati e questo rimane per sempre. Ogni volta che vedo i tifosi, posso vedere dai loro occhi che ho fatto qualcosa di importante in quella battaglia. Quindi questo è davvero bello, credo sia molto importante per un pilota".

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