MotoGP | Disaccordo tra i team per i premi delle Sprint Race
Ad un mese e mezzo dall'inizio del Mondiale a Portimao, non c'è alcuna indicazione che i team raggiungeranno un accordo sulla somma di denaro che i piloti più veloci riceveranno nelle Sprint Race.
L'introduzione del nuovo format, che debutterà in questa stagione, è stata una sorpresa per la maggior parte della griglia di partenza, soprattutto perché, a differenza della Formula 1, dove solo circa un quarto del numero totale di eventi (23) incorpora questa gara breve, in MotoGP ce ne sarà una ogni sabato. Una circostanza che, logicamente, porterà ad un notevole aumento dello stress.
Dorna, il promoter del campionato, la Fédération Internationale de Motocyclisme (FIM) e le squadre, attraverso la loro associazione (IRTA), hanno dato il via libera a questo ripensamento durante il Gran Premio d'Austria della scorsa stagione. A quel punto, la maggior parte della griglia aveva già firmato i contratti per il 2023, per non parlare di coloro che avevano già stipulato gli accordi in precedenza.
Non sorprende che quasi tutti i piloti abbiano sottolineato l'aumento del rischio di dover affrontare il doppio delle gare, anche se la gara breve prevede solo la metà dei giri rispetto alla tradizionale gara domenicale. Di conseguenza, molti manager sostengono che i loro assistiti dovrebbero ricevere un bonus extra in base alle loro prestazioni nelle gare sprint. Tanto più che la natura dei nuovi contratti tende a dare meno peso allo stipendio base e più a queste variabili basate sulle prestazioni.
Lo scorso fine settimana, durante i test collettivi di Sepang, si sono svolti diversi incontri tra i dirigenti delle squadre per esplorare una possibile soluzione consensuale che coinvolgesse le squadre ed il promoter.
Secondo quanto ha appreso Motorsport.com, che ha parlato con diversi di loro, l'idea iniziale era quella di istituire un fondo comune di denaro, diviso equamente in due: una metà sarebbe stata pagata equamente dalle squadre, mentre l'altra metà sarebbe stata pagata dalla Dorna. Tuttavia, questa proposta non verrà nemmeno presentata al detentore dei diritti commerciali del Campionato del Mondo a causa della mancanza di consenso tra le strutture.
A quanto pare, ci sono marchi che non vedono di buon occhio la possibilità di dover pagare per gli eventuali premi vinti da un rivale, un approccio in qualche modo comprensibile se si tiene conto della disparità nel numero di moto tra, ad esempio, la Ducati, che riempie più di un terzo della griglia con otto Desmosedici GP, peraltro molto veloci, e la Yamaha, che ha solo due dei suoi prototipi.
Per il momento, e visto il poco tempo che manca alla prima tappa del calendario, sembra che ognuno dovrà trovare un accordo con i propri piloti e stabilire la propria scala di premi per le gare sprint, se è disposto a crearne una.
Negli ultimi anni Ducati ha introdotto un sistema di stipendi base più bassi per i piloti e premi più sostanziosi per le prestazioni, un sistema che sta prendendo piede anche in altre squadre.
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
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