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MotoGP | Diggia: "Senza bagarre, potevo andare a prendere Pecco"

Fabio Di Giannantonio ha disputato una splendida gara in rimonta dalla decima casella alla quinta posizione. Il portacolori VR46 pensa di essere stato penalizzato dalle battaglie con Pedro Acosta prima e con Alex Marquez poi, che gli hanno impedito di raggiungere Bagnaia, terzo.

Fabio Di Giannantonio, VR26 Racing Team

Fabio Di Giannantonio, VR26 Racing Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Un anno fa era vicino a lasciare la MotoGP e oggi, al termine del Gran Premio di Gran Bretagna, Fabio Di Giannantonio è tra i migliori interpreti della Desmosedici GP23. Il pilota del team Pertamina Enduro VR46 ha conquistato una quinta posizione in rimonta dalla decima casella della griglia di partenza.

Diggia è stato forse il pilota che ha completato il maggior numero di sorpassi, ingaggiando battaglie con Pedro Acosta prima e con Alex Marquez poi, avvicinandosi sempre di più al gruppo di testa, ma troppo tardi per potersi mettere alla prova con i piloti in lotta per il vertice: “Mamma mia, è stata dura perché la gara è stata veramente tosta, ma mi sono divertito tantissimo! In termini di performance, un po’ troppa, infatti ho perso tanto tempo con Alex Marquez e Pedro Acosta. Io li passavo per cercare di andare via e loro mi superavano di nuovo. Infatti a un certo punto ho cercato di fare segno ‘andiamo a prenderli, non perdiamo tempo’. Con Alex ho perso due secondi”.

“A parte questo, secondo me abbiamo fatto un garone, andavamo fortissimo, avevamo un super passo. Non eravamo troppo lontani da Pecco, potevamo andarlo a prendere in terza posizione. Sono contento di questa gara, perché prima di tutto bisogna guardare le cose positive. Poi, quando parti decimo, sono situazioni di gara che non puoi prevedere. Anche se sei più veloce, devi battagliare con quelli più lenti, fa parte del gioco”, ha spiegato Diggia, che si è ritrovato a perdere del tempo prezioso nelle battaglie di inizio gara.

Senza le bagarre, il portacolori VR46 avrebbe guadagnato due secondi che gli avrebbero consentito di arrivare al gruppo di testa, tuttavia per compiere quel passo in più manca ancora qualcosa e il gap tra la GP23 e la GP24 è ancora troppo ampio: “Cosa mi manca? Una moto come gli altri. Purtroppo, come dico sempre, la nostra è una grandissima moto che può fare le top 5. Ma per fare quel passo e stare veramente con i primi è un po’ difficile. La differenza è che quando vai verso l’apex, la nostra moto spinge un po’ di più, mentre la 24 gira meglio. Quindi prepara meglio l’uscita e guadagni sia in centro curva che in uscita”.

Fabio Di Giannantonio, VR46 Racing Team

Fabio Di Giannantonio, VR46 Racing Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

In un Gran Premio di Gran Bretagna decisamente fresco, era ancora più importante del solito la scelta della gomma. Ieri il freddo ha tradito diversi piloti e oggi si è prestata maggior attenzione non solo ai consumi: “La gestione della benzina? Non ci ho pensato, hanno fatto bene i calcoli gli ingegneri, è stata una cosa loro. Per le gomme, ho provato a gestire all’inizio nonostante dovessi passare. Però ho iniziato ad avere un bel ritmo, soprattutto quando a un certo punto ho girato da solo ho iniziato a guidare molto pulito”.

“Alla fine sono arrivato con il consumo giusto per continuare a spingere, ma le gomme erano tanto usate, infatti la guida era abbastanza al limite. Con il fresco è tutto un po’ più facile fare sorpassi, ma la scelta della gomma è stata più difficile perché se la hard fosse rimasta in temperatura sarebbe andata bene. Ma non puoi prevederlo, perché se rimani solo davanti è facile che si freddi”, ha spiegato Diggia.

Proprio a Silverstone, la MotoGP ha festeggiato i suoi 75 anni e, per l’occasione, ogni team ha sfoggiato una livrea vintage. Quella del team Pertamina Enduro VR46 omaggiava Valentino Rossi e Di Giannantonio ha sfoderato anche un casco speciale, che in pista ha davvero ricordato il Dottore: “Che bello, porca miseria! Quando ho visto la moto già dalle foto pre-weekend e poi finita è stato pazzesco. Ho fatto un casco chiedendo il permesso a Vale dedicato a lui e al team. Un casco più che altro di ringraziamento per l’opportunità che mi hanno dato quest’anno, era importante fare una cosa così. C’era un po’ di pressione in più, perché quando porti un casco così carico devi far bene. Ma oggi è stato un extra motivazione”.

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