MotoGP | Di Giannantonio: "Orgoglioso di poter imparare da Valentino"

Se riuscirà a riproporsi allo stesso livello a cui lo abbiamo visto nella parte conclusiva della scorsa stagione, Fabio Di Giannantonio potrebbe essere una delle mine vaganti della MotoGP 2024. Grazie ad un finale scoppiettante, nel quale è arrivata anche la sua prima affermazione nella classe regina in Qatar, il pilota romano si è guadagnato la sella di una delle due Ducati Desmosedici GP23 della Pertamina Enduro VR46 Racing Team.

E già questo è di per sé qualcosa di storico, perché è il primo pilota che correrà in MotoGP per la squadra di Valentino Rossi senza far parte dell'Academy del nove volte campione del mondo. Un rapporto nato quando un po' entrambe le parti dovevano fare di necessità virtù, perché "Diggia" era alla ricerca di una moto dopo che Marc Marquez gli ha "rubato" la sua Ducati al Gresini Racing, e la squadra di Tavullia invece aveva bisogno di un pilota di valore dopo aver perso Luca Marini, che è andato a rimpiazzare proprio lo spagnolo nella squadra ufficiale Honda.

Ma la sensazione è anche che questo sia un binomio che abbia tutte le carte in regola per essere una delle rivelazioni della stagione che sta per cominciare. Fabio infatti sembra approcciarsi con grande fiducia ed entusiasmo a questo 2024, stando almeno a quanto ha detto subito dopo la presentazione del team, avvenuta oggi a Riccione.

Fausto Gresini diceva che hai grandi potenzialità e che ti doveva solo scattare un click: è quello che è successo l'anno scorso?
"Ho fatto sicuramente un grande percorso, una grande crescita, ma ora è importante focalizzarsi sul presente, sulla mia nuova avventura con questo nuovo team, ultra luminoso ed ultra fluo. Sono molto carico e molto contento di far parte di questo team. E sono convinto che potremo fare un bell'anno insieme".

Hai cambiato team, ma guiderai sempre una Ducati, quindi potrai essere veloce da subito...
"Ci proviamo. La nuova moto è sicuramente migliorativa in alcune aree, mentre su altre c'è un po' da lavorare. Però sono sicuro che con la squadra che ho quest'anno possiamo fare un ottimo lavoro. Sarà importante lavorare bene fin dai test per arrivare più pronti possibile in Qatar".

Chi pensi che siano gli avversari più pericolosi?
"In MotoGP devi stare attento a tutti. Credo che tutti i piloti Ducati saranno molto veloci, ma c'è anche qualche altra casa che sta lavorando molto: penso alla Honda, ma anche alla Yamaha. Hanno fatto acquisti importanti a livello di tecnici, quindi saremo in tanti che andremo forte quest'anno".

A Sepang cosa cercherai principalmente?
"Sicuramente il feeling, perché sono mesi che non tocchiamo una MotoGP e quella è sempre una storia a sé. Sarà importante ricominciare e ritrovare gli automatismi, che ti crei durante l'anno. Fare tante gare alla fine ti aiuta ad avere una certa scioltezza nella guida, quindi è importante ritrovare presto quelle sensazioni".

Si riparte dal Qatar, dove tu hai dei bellissimi ricordi...
"Sicuramente è una pista che mi piace molto ed ho un ricordo pazzesco dell'ultima volta che ci siamo stati. Sarà importante lavorare bene per cercare di arrivare pronti come siamo stati l'anno scorso, perché sarebbe un sogno ripartire da come abbiamo finito lì. Però so che c'è tanto lavoro da fare, quindi bisogna essere contentrati prima sui test in Malesia, poi su quelli in Qatar e poi vedremo come inizierà la stagione".

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Come sono stati primi mesi all'interno della VR46?
"Mi hanno accolto in maniera pazzesca. Mi hanno confermato di essere un team ultraprofessionale. La cosa che mi ha colpito di più è che si sente che è il team di Valentino, perché il pilota si sente veramente al centro del progetto. Questa è una cosa molto bella e nuova per me: il team è sempre a disposizione per cercare di andare il più forte possibile in pista, che è quello l'obiettivo finale. E' una cosa molto bella e molto propositiva da parte loro".

Tu hai sempre detto che nei tuoi allenamenti non vuoi andare troppo in moto per tenerti le sensazioni della MotoGP. Cambierai il tuo metodo ora che sei nel giro della VR46, che invece si allena molto al Ranch?
"Diciamo che ho già fatto un po' la storia, essendo il primo pilota del team che non fa parte dell'Academy. Stiamo integrando il lavoro che faccio di solito a casa con quello che fanno loro. Io però non sono un pilota dell'Academy, quindi la mia preparazione di base rimarrà la stessa, che mi sembra che abbia funzionato l'anno scorso. Ovviamente cercheremo di integrare tutto ciò che può essere migliorativo, e allo stesso tempo vedremo se anche io potrò dare una piccola mano a loro".

Come ti fa sentire il fatto di essere il primo pilota della VR46 che non è membro dell'Academy?
"E' figo perché è già la prima cosa in cui sono primo quest'anno. Magari è di buon auspicio".

L'idea di correre con la stessa moto di Marc Marquez, con tutto quello che c'è stato l'anno scorso, ti dà una motivazione in più?
"La mia più grande motivazione è di non avere ancora i galloni di campione del mondo. Quella è la motivazione che mi fa alzare ogni mattina per andare a farmi il culo in palestra. In realtà, quindi, la motivazione è quella di cercare di essere il numero uno".

Oggi diresti sarò contento a fine anno se...
"Se avrò continuato a crescere come pilota, se avrò continuato ad imparare tante cose e se avremo raggiunto dei risultati migliori rispetto all'anno scorso".

Il tuo percorso è stato parallelo a quello di Bezzecchi fin da quando eravamo piccolissimi: che effetto ti fa averlo come compagno di squadra quest'anno?
"E' soltanto una cosa curiosa, perché mi è già capitato in passato di guardarmi intorno sulla griglia e vedere Marco, Pecco (Bagnaia), Enea (Bastianini). Siamo sempre noi da quando eravamo piccoli ed ora siamo soltanto su delle moto più grandi, più colorate, con più gente intorno. In realtà non è una sensazione particolare, mi fa solo tanto piacere vedere che abbiamo fatto tutto questo percorso insieme fino alla MotoGP".

Valentino cosa ti ha detto?
"Abbiamo scambiato solo qualche parola riguardo al lavoro da fare in pista, perché siamo ancora un po' agli inizi. Lui è stato molto carino, perché mi ha detto che per ogni cosa di cui abbia bisogno posso chiedergli, quindi si è messo a disposizione. Questa è una cosa di cui vado orgoglioso e di cui sono molto grato, perché posso solo imparare dal più grande di tutti i tempi. Quindi ci sarà occasione di chiedergli tante cose".

Qual è la differenza più grande che hai notato tra la GP22 e la GP23 nel test di Valencia?
"Le moto sono simili, ma sono diverse. La GP23 va più forte e ci sono alcune cose che ti permettono di guidarla in maniera diversa. Si può frenare un po' più forte da dritto, ma abbiamo già individuato qualcosa per cercare di avere la stessa forza in ingresso e a centro curva che avevamo con la GP22. Se ci riusciremo, potrebbe essere un grande step. Ma sono convinto che con la GP23, che ha un super potenziale, si possa andare più forte".

Photo by: Media VR46

Marco Bezzecchi, VR46 Racing Team, Fabio Di Giannantonio, VR46 Racing Team