MotoGP | Come la vittoria di Austin cambierà il ruolo di Rins in Honda
Tre giorni dopo aver chiesto maggiore attenzione da parte di Honda per lo sviluppo della moto 2023, Alex Rins ha dato il meglio di sé ad Austin, conquistando una grande vittoria che porterà senza dubbio il marchio dell'ala dorata ad un livello superiore.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Per quanto lo spagnolo sia stato bravo in passato sul Circuit of the Americas (COTA), dove ha vinto in tutte e tre le classi del Campionato del Mondo, nessuno avrebbe mai detto che sarebbe stato in grado di mettere insieme il miglior weekend della stagione per la Honda.
Una partenza in prima fila il sabato mattina è stata seguita da un secondo posto nella Sprint, per poi concludere il lavoro la domenica con una vittoria di carattere, genio e forma. Fino a quel momento, nessun altro pilota oltre a Marc Marquez era riuscito a salire sul gradino più alto del podio da quando Cal Crutchlow lo aveva fatto nel Gran Premio di Argentina del 2018.
Questo risultato ha anche permesso al team LCR di ottenere il suo 100° podio nel modo migliore che si possa immaginare. Numeri a parte, la prestazione di Rins è stata abbastanza esuberante da costringere il campione in carica Pecco Bagnaia a commettere l'errore che lo ha fatto finire a terra, spianando la strada al catalano.
Una prestazione del genere non passa mai inosservata all'interno di un marchio, ma molto meno quando questo sta attraversando un periodo turbolento come quello che sta vivendo la Honda, che non vinceva una gara da quella di Marquez a Misano nel 2021, che per coincidenza fu preceduta ancora da una caduta di Bagnaia.
I ripetuti ritiri per infortunio e la convalescenza del #93, uniti all'apparente disorientamento della divisione tecnica di HRC, hanno portato ad un senso di ansia che si è sedimentato nel box del team ufficiale, sponsorizzato da Repsol, anche se tale disagio è filtrato anche nella formazione satellite. Infatti, questo giovedì, lo stesso Rins ha voluto vendicarsi dichiarando di sentirsi "sprecato" da Honda, che, a suo dire, non ha ottenuto tutto il succo che poteva.
Alex Rins, Team LCR Honda
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Quanto accaduto in Texas non solo avrà un effetto distensivo e rivitalizzante all'interno dell'azienda giapponese, ma riposizionerà lo spagnolo e farà sì che la sua voce venga presa maggiormente in considerazione. "Non dimentichiamo che il contratto di Alex è con HRC e che HRC ascolta tutti i suoi piloti. Detto questo, quando si vince, e ancora di più nel modo in cui ha fatto domenica, è ovvio che venga ascoltato di più", ha riconosciuto il team manager Honda Alberto Puig in una conversazione telefonica con Motorsport.com.
Subito dopo la cerimonia del podio, chi scrive si è recato da Shinichi Kokubu, massima autorità tecnica della Honda, per chiedergli direttamente quali effetti avrebbe avuto quanto appena accaduto in pista sul futuro a breve e medio termine di Rins. "Quest'anno abbiamo cambiato la strategia ed abbiamo rafforzato la parte operativa e quella di sviluppo. Intendiamo attribuire responsabilità specifiche a ciascun pilota. Siamo in un periodo di cambiamento", ha risposto Kokubu, riferendosi alla riorganizzazione dell'organigramma, con l'arrivo di Ken Kawauchi come direttore tecnico, al posto di Takeo Yokoyama, e il rafforzamento del test team con Ramon Aurin.
Da tutto ciò si può dedurre che il ruolo di Rins acquisterà peso, fino a raggiungere più o meno quello di Cal Crutchlow nel suo ultimo periodo con il team di Cecchinello, che è, insieme a Pramac, la struttura satellite più efficiente del paddock. Da quando Crutchlow ha firmato un accordo diretto con HRC (2017), le responsabilità del pilota di Coventry sono aumentate, al punto che era diventato un ingranaggio importante nella macchina che sviluppa il prototipo.
Alex Rins, Team LCR Honda
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Negli ultimi due anni, queste sinergie tra le tre strutture (Repsol, LCR e test) non hanno funzionato come in passato, in un momento in cui, oltre a Marquez, anche altri come Dani Pedrosa o lo stesso Crutchlow puntavano a imporsi. Replicare quello scenario è ciò che cercano i dirigenti di Tokyo.
"Un buon modo per capire come sia potuta arrivare la vittoria di Alex sta proprio nelle sue lamentele di giovedì, quando diceva di sentirsi poco utilizzato", ha detto Cecchinello a Motorsport.com. "In realtà", ha sottolineato l'ex pilota, "questo è vero solo in parte. Le parti che non ha provato le abbiamo noi, ma siamo stati noi, insieme alla Honda, a frenare il suo desiderio di testare i componenti. Quello che vogliamo fare è evitare di correre il rischio di prendere la strada sbagliata".
Sia Rins che Cecchinello si riferiscono ad un particolare telaio che il #42 voleva testare in Argentina, ma che gli è stato rifiutato. Lì, a Termas de Rio Hondo, l'ex pilota della Suzuki aveva a disposizione l'esemplare utilizzato in Portogallo, nella prima tappa del calendario, e un altro, corrispondente alla moto di Marquez, assente per infortunio. Dopo aver girato con entrambi i telai, Rins ha proposto di scendere in pista con un terzo, quello utilizzato da Joan Mir, ma la Honda ha detto "no".
"Alex non voleva aspettare, ma ci eravamo prefissati un programma più lento, con solo due telai diversi, per avere le cose più chiare, trasferire le migliori informazioni possibili alla fabbrica e continuare con l'evoluzione della moto. Questa vittoria ci fa credere che il piano stia funzionando", ha aggiunto Cecchinello.
"È stata una rivincita totale, sia per Alex che per il marchio. La Honda aspettava da tempo una vittoria così solida, ottenuta da qualcuno che non fosse Marc Marquez", ha detto il patron di LCR. "La vittoria ad Austin è stata una straordinaria prova di guida da parte di Alex. Quindi, 'chapeau' a lui. Ma è anche chiaro che non l'ha fatto da solo, ma su una moto che è stata messa in discussione per molto tempo", conclude il team manager.
Alex Rins, Team LCR Honda
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
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