MotoGP | Beirer: "KTM non può aspettarsi che Red Bull risolva tutto”
Pit Beirer, direttore sportivo KTM, si compiace della collaborazione con Red Bull Racing, che dovrebbe consentire di perfezionare la RC16, ma insiste sul fatto che l’aerodinamica sia un’area in cui concentrarsi.
Ad agosto dello scorso anno, Stefan Pierer, CEO KTM, ha rivelato di essere arrivato ad un accordo con Red Bull Racing per beneficiare del reparto aerodinamico del team due volte campione del mondo di Formula 1 con Max Verstappen nelle ultime due stagioni. Questo ha come responsabile massimo Adrian Newey, considerato uno degli ingegneri più influenti della storia del motorsport a quattro ruote.
Sulla carta, questa collaborazione con la struttura di Milton Keynes, portata avanti grazie al fatto che la marca di energy drink sia sponsor del team KTM in MotoGP, dovrebbe consentire alle moto di continuare il progresso mostrato nel 2020 e nel 2021, poi fermato nel 2022. Per Beirer, direttore della Casa austriaca nel mondiale, concentrarsi sull’aerodinamica non debe distrarre dallo sguardo globale sul prototipo, ma deve essere un’area in più su cui lavorare.
In altre parole, nessuno deve aspettarsi che il vincolo con Red Bull sia una panacea: “Il budget per la MotoGP è grande, l’aerodinamica è un’area del rompicapo. Ma anche il resto è molto importante, non possiamo restare seduti e aspettare che Red Bull risolva tutto, non è realista”, ha dichiarato Beirer nell’incontro con i giornalisti organizzato questa settimana in occasione della presentazione del team dove correranno Brad Binder e Jack Miller.
“Abbiamo 150 persone che lavorano nella fabbrica, sul telaio, sul motore, sull’elettronica, sugli ammortizzatori e molto altro. Stanno lavorando per capire dove si possono fare dei miglioramenti. Non possiamo destinare la metà del budget solo sull’aerodinamica. È una parte in più che si somma al progetto generale”, ha aggiunto il tedesco.
Nel 2023 inizia la sesta stagione in MotoGP per KTM. Sin dal primo momento, Pierer ha diviso il progetto in due fasi, ognuna della durata di cinque anni. Nella prima fase, l’obiettivo era avvicinarsi alla testa della classifica, sia in termini di tempi che di punti. Nella seconda, passare a lottare per il titolo. Se teniamo in conto il salto di qualità fatto nel 2020 con l’arrivo delle prime vittorie e la linea di continuità che si è prolungata nel 2021, le prospettive per il 2022 erano migliori. Nonostante i trionfi di Miguel Oliveira, la linea di miglioramento si è appiattita, e questa sensazione è stata massimizzata dall’irruzione di Aprilia, che in maniera improvvisa si è inserita nella lotta per il titolo con Aleix Espargaro.
KTM spera che grazie a Red Bull l’aerodinamica della moto faccia un passo in avanti, fino a collocarsi al livello dei migliori (Ducati). Il lavoro nella galleria del vento è già iniziato, ma difficilmente tutto quest’impegno avrà effetto se tutto il resto delle aree non segue questa scia. “Se vai due decimi più lenti, non passi dal podio al settimo posto, resti fuori dai punti. Per quanto il tuo punto debole sia piccolo, diventa difficile fare punti. Questo è successo l’anno scorso. In un’altra disciplina, con una base e un pilota buoni si può andare abbastanza bene. Ma questo non succede in MotoGP, basta un piccolo sbaglio e sei dietro a tutti”, ha ribadito Beirer.
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