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MotoGP GP d'India

MotoGP | Bagnaia ricade nei soliti errori, ma rialzarsi è la sua forza

Con l'errore in India, il pilota della Ducati ha dimostrato ancora una volta di avere delle difficoltà ad accontentarsi in certi casi. Questa sua determinazione però è anche la forza che gli ha sempre permesso di rialzarsi anche dopo i tonfi più pesanti, quindi ora è lecito attendersi una grande reazione da lui.

Francesco Bagnaia, Ducati Team dopo la caduta

O tutto o niente. Può sembrare banale, ma queste poche parole descrivono piuttosto bene i quasi tre anni che Pecco Bagnaia ha vissuto da pilota ufficiale Ducati. Il piemontese si è portato a casa un titolo iridato, condito con 16 vittorie, alle quali ha aggiunto anche 4 successi nella Sprint.

Allo stesso modo, però, sono state un po' troppe le battute d'arresto, perché nello stesso lasso di tempo si contano anche la bellezza di 11 ritiri (cui bisogna sommare la caduta in Argentina quando era secondo, anche se poi ha chiuso 16°), considerando comunque che a Pecco si possono ascrivere poche colpe per i due capitati a Barcellona: lo scorso anno fu letteralmente abbattuto alla prima curva da Takaaki Nakagami, mentre quest'anno il suo highside alla seconda curva è stato troppo strano per essersi trattato di un banale errore.

Se prendiamo in analisi il periodo che va da quando si è sbloccato, con la vittoria ad Aragon nel 2021, su 52 gare disputate (Sprint comprese) il ducatista è salito sul podio in 34 occasioni. Il problema è che in dieci delle altre 18 partenze non ha visto la bandiera scacchi: troppi zero, che sembrano quasi denotare una scarsa capacità di accontentarsi quando non riesce ad instaurare il feeling perfetto con la sua Desmosedici GP.

Ed è un po' in questo senso che si può leggere l'errore del Buddh International Circuit dove, sapendo di non essere a posto in staccata, avrebbe potuto accontentarsi di un terzo posto quasi certo e limitare i danni nel Mondiale, invece ha preferito rischiare la gomma extra hard all'anteriore, la soluzione che la Michelin aveva portato in India come back-up, per provare a migliorare la stabilità in frenata della sua moto e giocarsela con Marco Bezzecchi e Jorge Martin.

"Abbiamo accettato il rischio di correre con la dura e fino al momento della caduta si era comportata bene. Mi sentivo meglio che con la media, ma ero al limite. E quando sei al limite può succedere di tutto", ha detto per spiegare la sua caduta alla curva 5, avvenuta quando era secondo. Poi si è anche scusato con la sua squadra: "E' stato completamente un mio errore: oggi sarebbe stato meglio capire la situazione e finire terzo. Tra l'altro, con quello che è successo dopo (Martin ha accusato un calo fisico a causa della disidatrazione, ndr), forse avrei finito secondo. Ma al momento non sono contento del mio feeling sulla moto".

 

Un errore che di fatto ha dilapidato quasi tutto il margine che si era costruito nella prima parte di stagione, visto che ora gli rimangono appena 13 punti da amministrare su un Martin in grande forma, che tra Misano e l'India è stato capace di portarsi a casa la bellezza di tre vittorie ed un secondo posto.

Se Pecco si è laureato campione del mondo un anno fa però è perché ha dimostrato una grande capacità di non perdere mai la calma neanche nei momenti più difficili. Dopo ogni tonfo sono sempre arrivate delle reazioni da campione di alto rango: l'anno scorso, dopo la caduta del Sachsenring, che lo aveva fatto precipitare a -91 da Fabio Quartararo, sarebbe stato facile dare per persa la stagione.

Ma quella sua voglia di non arrendersi mai, che può essere un limite nelle situazioni come ieri, è senza dubbio il suo punto di forza quando c'è da rialzare la testa. Dopo la Germania, infatti, sono arrivate quattro vittorie consecutive, che lo hanno rilanciato alla grande. Ma in precedenza, dopo la caduta di Le Mans, quando stava lottando per il successo con Enea Bastianini, si è subito rifatto trionfando al Mugello.

Un copione rivisto anche quest'anno dopo lo scivolone di Austin quando era in testa o dopo l'incidente sempre a Le Mans con Maverick Vinales, perché tra Jerez ed il Mugello sono arrivati tre successi ed un secondo posto.

Alla luce di questo, è lecito attendersi una grande reazione in Giappone, anche se sarà fondamentale rimettere a posto la staccata della sua Desmosedici GP, visto che si tratta dell'aspetto che probabilmente fa di più la differenza sul Twin Ring di Motegi, oltre che una delle armi vincenti di Pecco.

"La frenata è sempre stato il nostro punto di forza ed ora è il nostro punto debole, perché non riesco a fermare la moto e il mio posteriore si muove tantissimo, ma non abbiamo ancora capito perché", ha spiegato, sottolineando che nelle ultime due gare questo problema probabilmente lo ha condizionato più della gamba contusa nell'incidente di Barcellona.

Ancora una volta, però, le difficoltà sembrano essere uno stimolo per Bagnaia, che non ne vuole sapere di togliere il numero 1 dal cupolino: "Voglio tornare in quella che è la nostra posizione: in Austria abbiamo comandato in maniera incredibile, mentre a Barcellona ce la stavamo giocando con le Aprilia e la seconda Ducati era molto più indietro. Da Misano è successo qualcosa, perché non mi sentivo come sempre sulla mia pista di casa. Ma ho il 100% della fiducia nella mia squadra, perché non ci arrenderemo di fronte a queste difficoltà e risolveremo la cosa".

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Francesco Bagnaia, Ducati Team

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Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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