MotoGP | Bagnaia: "Il trofeo non lo tocco perché sono scaramantico"
Il pilota della Ducati è arrivato all'atto conclusivo con un vantaggio molto grande nei confronti del rivale Quartararo. Sa che gli basta arrivare 14° per essere campione del mondo, ma per il momento preferisce non cantare vittoria. E nello shooting fotografico di oggi pomeriggio è stato anche molto scaramantico...
23 punti di vantaggio sono sicuramente tanti, ma quei due che mancano possono sempre lasciare qualche piccolo spiragli di apprensione. Proprio per questo, Pecco Bagnaia vuole affrontare l'ultimo round della stagione a Valencia, quello che lo potrebbe rendere per la prima volta campione del mondo della MotoGP nella sua carriera, senza cali di tensione o di concentrazione.
La bellissima vittoria di due settimane fa in Malesia lo ha portato davvero ad un passo dall'impresa, perché solamente una vittoria del rivale Fabio Quartararo ed una concomitante domenica nera potrebbero impedirgli di fare festa domenica sera. Tuttavia, il pilota della Ducati è parso piuttosto cauto nella conferenza stampa che ha aperto il weekend del Gran Premio della Comunità Valenciana.
"Sinceramente non sono più rilassato, perché c'è ancora una possibilità per Fabio. Dobbiamo continuare a spingere. Sicuramente sarà importante essere intelligenti e svegli questo fine settimana. E' vero che siamo in una posizione migliore rispetto a lui, però dobbiamo finire l'opera, quindi massima concentrazione. Io cercherò di focalizzarmi sul mio lavoro per completarlo nel miglior modo possibile", ha detto un Bagnaia prudente, nonostante la tripletta firmata proprio dalle Ducati nella passata stagione.
"Senza dubbio, questa pista è piuttosto buona per noi. La moto di quest'anno è davvero molto competitiva e guidabile. In questo senso abbiamo fatto un miglioramento rispetto all'anno scorso, ma sappiamo che in MotoGP ci possono essere delle sorprese e può sempre succedere qualcosa. Il nostro obiettivo principale sarà lavorare come sempre, cercando di essere competitivi e magari lottare per la prima posizione se ci sarà la possibilità", ha aggiunto.
Il leader del Mondiale poi è passato a ripercorrere la grande rimonta che ha caratterizzato la seconda parte della sua stagione, portandolo dal -91 del Sachsenring a questo match point. Una risalita iniziata con quattro vittorie consecutive, e proseguita anche con la caduta che aveva di nuovo complicato le cose in Giappone, dalla quale però si è rialzato con i due podi in Thailandia ed Australia e con il successo di Sepang.
"Ci sono stati degli alti e bassi, soprattutto nella prima parte della stagione. Ero competitivo anche quando sono caduto, però ho commesso degli errori. Ho cercato di analizzare perché cadevo e questo mi ha aiutato a comprendere meglio ogni situazione. In Giappone sono stato sicuramente troppo ambizioso, ma ho avuto due fortune: la prima è che non ho toccato anche Fabio e la seconda è che lui comunque non ha avuto modo di guadagnare tanti punti per la mia caduta".
"Sapevo però che sarebbe stato importante essere competitivo anche in condizioni in cui avevo faticato, come in Thailandia sul bagnato. In Australia ho cercato di fare del mio meglio, ma all'ultimo giro era troppo rischioso lottare per la vittoria. In Malesia volevo raccogliere il massimo bottino di punti possibile, per cercare di arrivare qui più rilassato. Il mio obiettivo era vincere, ma Enea mi ha messo tanta pressione. Ha forzato tanto per battermi, ma negli ultimi giri ero davvero veloce, quindi sono riuscito a vincere io ed è stato cruciale per arrivare bene a questa gara".
Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Francesco Bagnaia, Ducati Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
A dispetto di quanti credono che la vittoria in Malesia gli sia stata regalata da Enea Bastianini, il pilota della Ducati ha ammesso di aver dovuto rischiare al massimo per ottenerla, con un brivido alla curva 8, ma che per lui era fondamentale arrivare all'ultima gara con quanti più punti di vantaggio possibile.
"In quel momento della gara Enea stava spingendo, ma ero più forte di lui in staccata e non mi aspettavo che frenasse così presto. Ho rischiato di toccarlo all'ingresso della curva, quindi ho deciso di andare un pochino largo. Ma accettavo quel rischio per vincere la gara, perché sapevo che Enea non mi avrebbe regalato la vittoria, per cui, anche dopo averlo superato, era molto importante spingere per non offrigli alcuna opportunità. Ho rischiato un po', è vero, ma era molto importante arrivare qui con 23 punti di vantaggio".
Il suo rivale ha ammesso che proverà a giocarsi tutte le sue carte, non avendo più niente da perdere. Una situazione simile a quella in cui si era ritrovato Pecco dopo la Germania, che però ha favorito la sua maturazione della seconda parte di stagione.
"Ero sicuro che il mio potenziale fosse più grande di quello di una comparsa. Nel momento in cui l'ho capito, tutto è andato meglio. Ho cominciato a lavorare meglio nei weekend, preparandomi con le gomme usate per la gara. Ero in una brutta situazione dopo il Sachsenring, ma gara dopo gara ci siamo avvicinati sempre di più".
"Poi ho commesso un errore in Giappone, ma totalmente diverso rispetto a quelli in Germania o a Le Mans, quindi non mi ha condizionato troppo. Credo che quest'anno sia stato quello in cui ho imparato più cose: ad essere più calmo e a lavorare meglio nel weekend di gara. Senza dubbio, è stata una grandissima rimonta e sono molto fiero del mio team per quello che abbiamo fatto finora, ma ora dobbiamo completare l'opera".
Questo fine settimana, a dargli supporto ci sarà qualcuno che di Mondiali se ne intende, ovvero il suo "maestro" Valentino Rossi: "E' una gran cosa e può essere un grande aiuto avere Vale con noi. Non sarà qui solo per me, ma per tutti i ragazzi dell'Academy. Lui conosce benissimo questa situazione e sa come mi sento in questo momento. Sarà in pista e mi aiuterà come un vero coach. Penso che sarà di grande aiuto per me".
Oggi il piemontese ha regalato anche un siparietto divertente, perché lui ed il rivale della Yamaha sono stati chiamati a realizzare uno shooting fotografico con il trofeo di campione del mondo, ma Bagnaia cercava in tutti i modi di non toccarlo. E non ha avuto problemi a svelare il motivo: "Io sono italiano, sono scaramantico (ride). Non sono molti i piloti che possono dire di avere il loro nome su questo trofeo, quindi bisogna avere un enorme rispetto".
Poi è stata la volta di raccontare il primo incontro in pista con Fabio: "E' stato nel 2015, in Qatar in Moto3. Era la prima gara di Fabio e per me era la prima occasione per salire sul podio. All'ultimo giro eravamo secondo e terzo, oppure terzo e quarto, lui era all'interno e ci siamo toccati, così alla fine mi sono ritrovato ottavo. E' capitato di toccarci anche nei duelli che abbiamo fatto successivamente, ma sono sempre state delle belle battaglie, corrette".
Ma anche di riconoscere quali sono i pregi che invidia al rivale: "Penso che Fabio sia uno dei più grandi staccatori della MotoGP, ma anche la sua forza mentale è davvero notevole. L'ha dimostrata in Austria o in Malesia, in quei momenti è stato incredibile, perché era piuttosto chiaro che la Ducati fosse più veloce. E' vero che io ho commesso degli errori, ma il campionato è ancora aperto anche se lui aveva una moto inferiore alla nostra. Credo che la sua forza mentale sia stata notevole, perché sarebbe stato facile perdere la fiducia. Questo dimostra che è molto competitivo e molto forte mentalmente".
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