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MotoGP 2020: la top 10 di Motorsport.com Italia

La redazione italiana di Motorsport.com ha realizzato il proprio ranking sulla MotoGP basato non solo sui risultati nudi e crudi, e come vedrete ci sono alcune sorprese...

Campione Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Campione Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Gold and Goose / Motorsport Images

La stagione della MotoGP ha espresso i suoi verdetti, ma le classifiche di fine campionato non rispecchiano sempre i valori o le aspettative di team e piloti. Per questo abbiamo deciso di stilare la top 10 della redazione di Motorsport.com, che prova a tenere conto non solo dei risultati, ma anche di chi ha stupito in positivo o in negativo in una stagione resa molto particolare anche dalla pandemia del COVID-19, con gare molto ravvicinate e doppiette, che hanno portato a vedere ben 9 piloti differenti sul gradino più alto del podio.

Il nostro ranking è frutto dei giudizi del direttore Franco Nugnes (FN), del responsabile MotoGP, Matteo Nugnes (MN), della responsabile SBK, Lorenza D’Adderio (LD), e del responsabile della nostra sezione WRC, Giacomo Rauli (GR), che però ha un passato anche da esperto delle derivate di serie. Ognuno di loro ha stilato la propria top 10, alle quali sono state attribuite gli stessi punteggi di un Gran Premio. La loro somma ha dato vita alla classifica che potete scorrere qui sotto. Piccolo spoiler, ci sono alcuni esclusi veramente di lusso...

1. Joan Mir (Suzuki)

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP diventa campione del mondo

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP diventa campione del mondo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: Ha vinto il titolo mondiale dimostrando una solidità mentale nel non commettere errori pur cogliendo una sola vittoria. È un talento naturale che ha saputo sfruttare le doti delle Suzuki, la moto più costante in questo strano 2020.

MN: E' il campione del mondo è se lo è meritato sul campo. Nessuno probabilmente avrebbe scommesso su di lui all'inizio dell'anno, ma il pilota della Suzuki non si è perso d'animo neanche dopo un avvio difficile. A suon di podi ha rimontato dal -48 del terzo GP e a Valencia ha fatto festa, conquistando la sua prima vittorie e poi la corona di campione. Il maiorchino è più maturo dei suoi 23 anni e la Suzuki ringrazia, tornando sul tetto del mondo dopo 20 anni.

LD: Non poteva essere altrimenti. Se nella prima fase di stagione era apparso più anonimo, nelle ultime gare ha mostrato più costanza di tutti, riuscendo a trovare anche la prima affermazione in carriera, che lo ha lanciato definitivamente verso il titolo mondiale. È stato in grado di esprimere al meglio il potenziale della Suzuki, mantenendo nei momenti decisivi una lucidità ed una freddezza non comuni.

GR: Prima di tutto, il titolo. L'iride arrivato al secondo anno in MotoGP, riportando al successo la Suzuki a 20 anni dall'ultimo hurrà firmato da Kenny Roberts Jr. A stupire, però, non è stata la sua indubbia velocità o l'adattamento a una moto eccellente qual è la GSX-RR, quanto la maturità nella gestione della stagione. Costante, veloce, deciso e consapevole. Mir ha meritato il titolo e, per me, è il miglior pilota della stagione 2020 di MotoGP. Marquez ha trovato la sua nemesi.

2. Franco Morbidelli (Yamaha Petronas)

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: Nel momento in cui si è liberato dal ruolo di scudiero di Quartararo ha saputo ottenere i migliori risultati della Yamaha anche se non disponeva dalla M1 ufficiale. Il suo finale di stagione indica la qualità della sua maturazione, testimoniata da tre vittorie cristalline.

MN: Insieme a Mir è stato la grande rivelazione della stagione. Non aveva una M1 factory, ma ha chiuso vice-campione ed è stato nettamente il migliore tra i piloti Yamaha, con tre vittorie e due pole position. Un anno che forse è andato oltre anche alle aspettative del diretto interessato, che però rende un peccato capitale la scelta della Casa di Iwata di continuare a non dargli un mezzo ufficiale anche nel 2021.

LD: Il pilota che maggiormente è cresciuto a distanza di un anno. Non una sorpresa, perché tutti ci aspettavamo l’esplosione, ma in questo 2020 così particolare ha completato la sua maturazione, trovando il suo spazio tra i grandi. Nonostante le inferiorità tecniche della sua M1, è stato il miglior pilota Yamaha, colui che è riuscito a trarre il meglio di una moto che ha mandato in crisi anche i più favoriti. La vittorie imponenti sono state la conferma che l’anno prossimo potrà essere tra i protagonisti della lotta per il titolo.

GR: Non una sorpresa in assoluto, ma l'anno della maturazione definitiva che lo porterà a essere uno dei contendenti credibili al titolo nelle prossime stagioni. Moto permettendo. Franco è stato il pilota a vincere più gare nel 2020, quello ad avere il ritmo migliore nella parte finale e l'unico a godere delle fattezze della Yamaha M1, pur avendo una moto non aggiornata che invece hanno avuto Maverick Vinales, Valentino Rossi e il suo compagno di squadra Fabio Quartararo. La più bella conferma dell'anno in un ragazzo che fa dell'educazione un punto di forza. E, anche per questo, lo apprezzo ancora di più.

3. Jack Miller (Ducati Pramac)

Jack Miller, Pramac Racing

Jack Miller, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: E’ vero non ha vinto nemmeno una gara, ma pur essendo in un team satellite, la Pramac, è stato di gran lunga il punto di riferimento della stagione Ducati. Combattente instancabile è pronto per la chiamata nel team factory.

MN: In un anno in cui sono ci sono stati nove vincitori diversi, l'australiano ha mancato l'appuntamento con il successo. Con i suoi quattro podi, è stato però il ducatista più costante in questa stagione, quello che ha patito meno i tanti alti e bassi della Desmosedici GP e la nuova gomma posteriore della Michelin. Con un pizzico di fortuna in più (ritirato per problemi tecnici a Misano e Le Mans), avrebbe centrato il podio nel Mondiale e le ultime due gare sono un grande biglietto da visita per il team ufficiale.

LD: Se si guarda solo la classifica, non è il pilota Ducati con il miglior piazzamento finale. Ma sicuramente è stato colui che ha regalato maggiore spettacolo in gara. L’australiano è maturato sotto molti punti di vista e lo ha dimostrato in questa stagione, dove forse gli è solo mancata una vittoria. La promozione al team ufficiale è più che meritata e probabilmente anche questo gli è servito da motivazione per mostrare ciò che tutti abbiamo visto in pista.

GR: Non il miglior pilota della Ducati in classifica finale, ma il migliore per interpretazione della moto nel corso di tutta la stagione 2020. Ha buttato il cuore oltre l'ostacolo in più di un'occasione, è stato più concreto – a parte ritiri non dovuti a suoi errori – deciso, maturo. Come se l'annuncio del suo passaggio nel team ufficiale dal 2021 avesse fatto scattare in lui la scintilla che in tanti si attendono da tempo. Ecco perché Jack entra di diritto nella mia Top 5.

4. Miguel Oliveira (KTM Tech 3)

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Tech 3

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Tech 3

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: E’ una delle sorprese del campionato: nessuno lo avrebbe indicato come un possibile vincitore all’inizio della stagione, ma complice una KTM molto duttile e potente ha centrato due perentorie affermazioni che ne fanno uno dei migliori outsider.

MN: In molti hanno storto il naso quando la KTM ha deciso di promuoverlo nel Factory Team nel 2021, ma lui ha dimostrato sul campo che sbagliavano, con una pole position e due vittorie, le uniche due nella storia del team Tech 3. Il prossimo anno sarà l'uomo di punta della Casa di Mattighofen e, dopo il dominio di Portimao, Miguel ha detto di sentirsi pronto per questo ruolo: sarà sicuramente da tenere d'occhio.

LD: È la grande sorpresa di questa stagione. Con la KTM del team Tech 3 è diventato il primo pilota portoghese a conquistare una vittoria in MotoGP. Difficilmente dimenticherà il Gran Premio di Stiria, dove ha trovato la sua prima affermazione mondiale. A quella gara poi ha fatto seguito una seconda vittoria, conquistata sulla sua pista di casa. Ha concluso la stagione salendo sul primo gradino del podio, al termine di un 2020 incostante sicuramente, ma che ha mostrato il talento cristallino del pilota KTM.

GR: Per me il terzo miglior pilota della stagione. Si è meritato il mio podio. Alla seconda stagione in MotoGP, il portoghese è stato il primo a regalare la vittoria alla KTM nel 2020 e a confermarsi nella sua Portimao, all'atto conclusivo di una stagione pazza. Altalenante, certo, ma sicuramente talentuoso, Oliveira potrebbe essere una delle colonne del futuro del marchio austriaco. I lampi di luce di quest'anno sono stati abbaglianti.

5. Alex Rins (Suzuki)

Alex Rins, Team Suzuki MotoGP

Alex Rins, Team Suzuki MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: Sulla carta era il cavallo sul quale avrebbe dovuto puntare la Suzuki. Le cadute in Austria e a Le Mans, dove poteva vincere, hanno imposto uno stop inatteso nel momento in cui cominciava a risplendere proprio il compagno di squadra, ma ha chiuso terzo nel mondiale.

MN: Il giudizio potrebbe sembrare ingeneroso su un pilota che ha chiuso terzo nel Mondiale ed ha contribuito al titolo team della Suzuki, ma lo spagnolo è stato anche quello delle occasioni sprecate. In Austria è caduto quando era in testa e a Le Mans quando stava andando a riprendere il leader Danilo Petrucci. Sarebbe bastato non commettere questi due errori e probabilmente avrebbe potuto essere lui l'uomo capace di riportare la Casa di Hamamatsu al titolo, anche se per lui c'è pure la parziale giustificazione dell'infortunio alla spalla ad inizio campionato.

LD: L’infortunio e l’errore di Le Mans hanno condizionato la sua stagione e, chissà, anche le aspirazioni mondiali. Ci ha provato fino all’ultimo, ma non ha potuto far nulla contro lo strapotere del proprio compagno di squadra. Mir ha mostrato una maggiore costanza, ma i risultati di Rins parlano chiaro e lo spagnolo può ritenersi più che soddisfatto del lavoro fatto. In condizioni fisiche ottimali infatti ha dimostrato di poter essere sempre davanti.

GR: Si deve mangiare le mani per un infortunio che, a conti fatti, è stato decisivo per la sua stagione. Lo spagnolo ha perso il confronto con Mir, molto più regolare di lui, ma non più veloce. E' infatti questo aspetto su cui dovrà riflettere Alex. E' certo però che le sue prestazioni siano state di assoluto livello una volta ristabilitosi fisicamente. Ecco perché lo metto in quarta posizione, a un passo dal podio.

6. Pol Espargaro (KTM)

Pol Espargaro, Red Bull KTM Factory Racing

Pol Espargaro, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: Lo spagnolo è stato il più consistente pilota KTM: all’inizio ha sommato troppo scivolate, ma poi ha trovato il passo giusto per sommare punti importanti, ma non una vittoria come i compagni di squadra. È un talento incompiuto a volte inutilmente troppo aggressivo.

MN: Quando la Honda ha annunciato il suo ingaggio per il 2021, in molti si sono domandati il motivo di questa scelta, perché lo spagnolo sembrava un pilota troppo discontinuo e facilmente portabile all'errore. In questo suo ultimo anno con la KTM gli è mancata la vittoria, ma quando la RC16 è diventata costantemente competitiva non ha sbagliato quasi più nulla, conquistando cinque podi e il quinto posto nel Mondiale. Grande maturazione.

LD: L’annuncio del passaggio al team Repsol dal 2021 non ha spento in lui la scintilla e, anche nella sua ultima stagione in KTM, ha dato tutto. È stato l’unico pilota KTM a non salire sul gradino più alto del podio, ma ha mostrato grande costanza sia in gara sia nello sviluppo della moto, su cui ha lavorato da quando ha debuttato in MotoGP.

GR: In KTM hanno vinto in tanti, ma non lui, pilota di punta e “traditore” di una Casa che su di lui ha investito tanto nel corso delle ultime stagioni. Alla fine, Pol, è stato però il pilota KTM sempre presente nelle prime posizioni. Una costante tra tante variabili di una stagione forse irripetibile. Ecco perché il pilota di Granollers trova posto nella mia Top 10 e in bocca al lupo – e non a Marquez... - per il 2021 in HRC.

7. Andrea Dovizioso (Ducati)

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: Quando tutto funziona come vuole è imbattibile, ma succede troppo di rado. Ha giocato male le sue carte per il rinnovo del contratto giocando la partita dei soldi e non è riuscito a rinsaldare un rapporto sfilacciato con Gigi Dall’Igna, ma non rimarrà a piedi. Non se lo meriterebbe.

MN: E' il grande sconfitto di questo 2020. Da tre anni gli sentivamo dire che senza Marc Marquez in pista le cose sarebbero andate diversamente per lui ed è stato così, ma in peggio. Il quarto posto nel Mondiale è più frutto di un lavoro da formichina che ha accumulato punti che di grandi prestazioni. Gli unici acuti della stagione sono la vittoria in Austria ed il podio di Jerez, gli unici due podi in 14 gare. Troppo poco per chi si giocava l'occasione della vita.

LD: Con Marquez fuori dai giochi, ci si aspettava un Dovizioso nettamente favorito nella lotta per il titolo. Eppure, complice una serie di difficoltà, il forlivese non è riuscito a soddisfare le aspettative che erano state riposte su di lui. Resta comunque indubbio il grande lavoro fatto in questi anni a Borgo Panigale. Chiude l’anno, ed al momento la carriera in MotoGP, come miglior pilota Ducati nella classifica generale, un risultato da non sottovalutare, nonostante i problemi e le delusioni. Non il finale di carriera che si sperava, ma forse il suo non è un addio.

GR: Non è un elogio o un premio alla carriera. Ha lottato contro i suoi punti forti divenuti deboli in una stagione, per Ducati, ben al di sotto delle aspettative. Ha lottato contro i vertici della Casa di Borgo Panigale. Ha fatto una scelta coraggiosa, quella di interrompere le trattative di un rinnovo di contratto che i piani alti di Ducati non volevano rinnovare. Una scelta di dignità, seguita poche ore dopo dall'unica vittoria della stagione. Il quarto posto finale nel Mondiale conferma come la MotoGP perde uno dei migliori piloti che aveva in carniere. Non certo il più spendibile dal punto di vista del marketing, ma certamente uno di quelli che a fine gara ti fa dire: “Beh, però, Dovizioso zitto zitto c'è sempre”. Ha chiuso l'anno con tanti problemi, forse tanta delusione derivata da più motivi. Eppure, in un anno così buio, in Top 10, nella mia, Andrea trova posto per merito suo. Solo suo. Non di altri. A presto, Dovi!

8. Takaaki Nakagami (Honda LCR)

Takaaki Nakagami, Team LCR Honda

Takaaki Nakagami, Team LCR Honda

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

MN: Ha mancato il suo primo podio in carriera ma, fatta eccezione per i due podi di Alex Marquez, è stato l'unico capace di tenere in alto il vessillo della Honda in assenza di Marc. E' sicuramente uno dei piloti che sono maturati di più in questo 2020 e si è meritato una RC213V factory per il 2021. Molto bella la pole position di Aragon, ma deve riuscire a togliersi di dosso un po' di emotività, per evitare di continuare a sbagliare sul più bello, proprio come ha fatto a poche curve dal via a Motorland.

LD: Non ha retto la pressione nella seconda gara di Aragon e ha sprecato un’occasione d’oro, ma è stato la punta di diamante del team Honda, ‘orfano’ di Marc Marquez. Nakagami è spesso stato considerato l’ago della bilancia della lotta iridata, arrivando a metà stagione con le probabilità matematiche di riportare ancora una volta il titolo in casa Honda. Le prestazioni del portacolori LCR hanno stupito e ci si aspetta un 2021 ancora in ascesa.

GR: Non avrei speso un solo centesimo su di lui. Invece sono felice di essermi ricreduto. Il giapponese è stato il miglior pilota Honda 2020, regalando pole e sprazzi di talento tenuti ben nascosti per più circostanze sino a quest'anno. Ha demolito Cal Crutchlow, ma anche tutti gli altri piloti Honda. Certo, mancava Marquez (Marc), ma se Honda non è sprofondata è stato solo grazie a lui. Bravo Takaaki, ti meriti il settimo posto nella mia classifica e un augurio di migliorare ancora.

9. Brad Binder (KTM)

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

MN: Resterà nei libri di storia della MotoGP, perché ha regalato alla KTM la sua prima vittoria nella classe regina. Ma quello non è il suo solo primato, perché è stato anche il primo sudafricano a riuscire in questa impresa, ma soprattutto il primo rookie dopo Marc Marquez nel 2013. Una cosa che quindi non era riuscita neppure al "predestinato" Quartararo. Questa è stata l'unica vera zampata del suo 2020, ma basta per un posto nella top 10 e per il titolo di Rookie of the Year.

LD: Ha vinto il titolo di miglior rookie dell’anno non per caso. Forse non è stato il più costante né il pilota che si è distinto per maggior talento. Ma al suo primo anno in MotoGP ha trovato la sua prima affermazione dopo sole due gare. Pista favorevole? Sì. Condizioni ottimali per lui? Certo. Ma Binder è stato in grado di approfittarne, sbaragliando la concorrenza e portando comunque avanti un’ottima stagione.

GR: Cattivo, ruspante, tutto cuore e grinta da vendere. Il sudafricano della KTM ha fatto vedere per quale motivo sia in MotoGP. Certo, è da sgrezzare su tanti punti di vista, ma una stagione del genere non me la sarei mai aspettata da lui. E' migliorato tanto in poco tempo, ha capito meglio la moto e le gomme. Non credo sia tra i talenti più puri della MotoGP – forse solo in certe giornate – ma la sua stagione è di alto livello e non ho alcun dubbio.

10. Francesco Bagnaia (Ducati Pramac)

Francesco Bagnaia, Pramac Racing

Francesco Bagnaia, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

FN: Il giovane pilota della Pramac si è meritato la chiamata della Ducati: ha mostrato di che pasta è fatto nel mondiale disputato al “caldo”, mentre è letteralmente scomparso quando la stagione è diventata “invernale”. Di solito, però, si corre in condizioni estive. Gli è mancata una vittoria.

LD: Come per il suo compagno di squadra, la classifica non gli rende giustizia. La seconda fase di stagione è stata decisamente sottotono, ma nella prima parte di campionato ha mostrato la maturazione necessaria per affrontare la nuova avventura che lo attende nel 2021. L’infortunio ha penalizzato una stagione in ascesa, ma quanto fatto vedere nelle prime gare dimostra la grande crescita della giovane promessa di Borgo Panigale.

GR: Per lui non parlano i risultati e nemmeno la classifica finale. Rimane negli occhi quello che ha fatto vedere nelle poche occasioni in cui è stato sano fisicamente, esente da guai di ogni sorta. E' il futuro della Ducati. Arriva a Borgo Panigale via Pramac con un curriculum (di MotoGP) quasi vuoto. Ma per certi piloti non bisogna soffermarsi ai “pezzi di carta”, quanto alla percezione di ciò che potrebbe esserci al di sotto di quei riccioli e quella barbetta da ragazzino qual è. E, forse, a Borgo Panigale hanno fatto la scelta giusta grazie a un errore mancato (Jorge Lorenzo, tanto per essere chiari).

La classifica finale

Pos Pilota Franco Nugnes Matteo Nugnes Lorenza D’Adderio Giacomo Rauli Totale
1 Joan Mir 25 25 25 25 100
2 Franco Morbidelli 20 20 20 20 80
3 Jack Miller 13 16 13 11 53
4 Miguel Oliveira 9 11 16 16 52
5 Alex Rins 16 9 11 13 49
6 Pol Espargaro 8 13 9 10 40
7 Andrea Dovizioso 11 7 6 6 30
8 Takaaki Nakagami 0 10 10 9 29
9 Brad Binder 0 6 8 7 21
10 Francesco Bagnaia 6 0 7 8 21

I grandi esclusi

Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT

Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Basta fare 2+2 per capire che i grandi esclusi del nostro ranking sono i piloti ufficiali della Yamaha. Nonostante tre vittorie, Fabio Quartararo ha ricevuto solamente due menzioni (sesto per Franco Nugnes, ottavo per Matteo), mentre Maverick Vinales ne ha avuta una soltanto (nono per il direttore). Nessuna invece per Valentino Rossi, ma la cosa non deve stupire: tra scivolate, rotture e la positività al COVID-19, il 2020 ha rappresentato la peggior stagione della carriera del “Dottore”.

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