Guardando ai risultati della seconda sessione di prove libere della
MotoGp ad
Assen viene quasi da dire che chi ci capisce qualcosa è bravo: negli ultimi minuti la classifica ha cambiato faccia più volte, andando a delinearsi in maniera piuttosto anomala, con tutti i piloti più attesi che non sono riusciti a portarsi nelle primissime posizioni. Va detto però che i primi 11 sono tutti racchiusi in meno di mezzo secondo!
Ad ottenere la miglior prestazione è stato un
Ben Spies rivitalizzato dalla pista che un anno fa gli ha regalato la sua prima ed unica vittoria nella classe regina. L'americano ha girato in 1'34"886, precedendo di appena 6 millesimi l'altra
Yamaha M1 di Cal Crutchlow, che quindi non sembra essere troppo rallentato dall'infortunio alla caviglia rimediato a Silverstone.
Stupisce l'ottimo terzo temo messo a referto da
Nicky Hayden. Per qualche frangente il ducastista era addirittura riuscito a piazzare la sua
Desmosedici davanti a tutti, prima di venire scavalcato dai due alfieri della
Yamaha. L'americano è stato ancora più veloce di
Valentino Rossi, anche se la prestazione del
"Dottore" potrebbe anche rivelarsi molto interessante.
Nel finale, quando tutti hanno montato al posteriore la gomma morbida, infatti, il pesarese ha continuato a lavorare con quella più dura, scivolando all'ottavo posto, ma ad appena quattro decimi di distacco dal miglior tempo realizzato da
Spies.
Ottimo quarto tempo invece per
Alvaro Bautista, che è risultato il più veloce tra i piloti di casa
Honda, con
Dani Pedrosa e Casey Stoner che hanno ancora dovuto fare i conti con evidenti problemi di chattering sulle loro
RC213V: lo spagnolo è sesto, mentre l'australiano è addirittura decimo e a fine sessione è parso molto scuro in volto.
Tra
Bautista e Pedrosa si è inserito
Jorge Lorenzo: il leader del Mondiale non è stato velocissimo per quanto riguarda la prestazione pura (anche se paga meno di due decimi dal compagno di squadra), ma sul passo di gara sembra avere qualcosa in più rispetto al resto della concorrenza. Il pilota della
Yamaha, infatti, è il più fluido da vedere a livello di guida.
Settimo tempo per
Andrea Dovizioso, che non è riuscito a "copiare" le performance del compagno di squadra
Crutchlow, anche se nel finale ha abortito un tentativo dopo aver messo a segno due "caschi rossi" nei primi due settori del tracciato olandese.
Per quanto riguarda le
CRT, al vertice si è assistito ad un cambio della guardia tra le due
ART-Aprilia del Team Aspar: questa volta a dettare il ritmo è stato
Aleix Espargaro, risultando l'unico capace di rimanere al di sotto dei due secondi di distacco dalla vetta della classifica.
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